Centonove numero 25

March 31, 2018 | Author: Anonymous | Category: N/A
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centonove

FORMAZIONE. GENOVESE E RINALDI NELLA BUFERA

L’inchiesta della Procura sull’uso privato dei fondi pubblici travolge i due deputati del Pd

PAG. 17 ANNO XX N. 25 28 GIUGNO 2013 EURO 1,50

Settimanale di Politica, Cultura, Economia

Renato Accorinti

SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)

Messina cambia AMMINISTRATIVE E DINTORNI

Accorinti sindaco contro ogni previsione. Rapporto sull’ondata rivoluzionaria destinata a stravolgere tutti i vertici istituzionali dei Palazzi. Dal Comune al Tribunale. Passando dall’Università

il punto

28 GIUGNO 2013

centonove

EDIT

Voltiamo pagina Eʼ UNA MESSINA che volta pagina quella che si presenta oggi agli occhi dei cittadini-utenti. Accorinti a mani e piedi nudi che conquista Palazzo Zanca; alla Provincia un commissaro-viceprefetto, Filippo Romano, chiamato a fare da levatrice, deve fare nascere i consorzi dei Comuni; allʼUniversità il rettore Franco Tomasello, dopo anni di polemiche, lascia lo scettro al giovane economista Pietro Navarra, in Tribunale cʼè la staffetta con un nuovo presidente, Todaro. Sembra quasi che il mondo voglia cambiare. E in un attimo folate nuove di vento attraversano lo Stretto. Ma nei gorghi del cambiamento, tremano anche i Palazzi del potere economico: dopo anni dai “Report” documentati da questo settimanale , lʼarrivo di una semplice proroga di indagini per lʼonorevole Francantonio Genovese e il presidente dei deputati questori, Franco Rinaldi, diventa materia da inviati. Ma questi acchiappanuvole finora dove sono stati? Se la galassia Genovese-Franza, ora viene passata al setaccio, bisogna vedere quanto miopi si mostreranno i giudici finora distratti chiamati a fare chiarezza. Il sistema formazione professionale è stato di recente terreno di pascolo di Genovese e Rinaldi, ma anche di giornali fino a ieri compiacenti, di tutti gli onorevoli transumanti, nessuno escluso, che oggi appaiono “quartiati” sotto le protezioni crocettiane. Come una una serie di magistrati, i cui figli, risultano misteriosamente assunti, in questi enti, per volontà divina. Eʼ successo a Sicilia-e-servizi, è successo a Banca Nuova. Paghiamo, salate, queste complicità e questi ritardi dʼazione. Perché le indagini, spesso, sono bi-direzionali: come i traghetti e come la Revolution di Crocetta. O sono cadenzate a orologeria. O sono a scoppio ritardato.

Silvio Berlusconi

Un giorno, due rivoluzioni La condanna di Berlusconi e la vittoria di Accorinti a Messina. Un lunedì storico che regala dignità e speranza al nostro Paese DI DOMENICO BARRILÀ

QUALCHE ANNO FA UN giovane si era tolto la vita, travolto dalla vergogna. Si era fermato vicino ad una prostituta, probabilmente per negoziare il compenso, una pattuglia dei carabinieri lo aveva identificato e denunciato. Il governo Berlusconi aveva appena varato un provvedimento di contrasto alla prostituzione che puniva anche il cliente. Quello zelo, che strizzava lʼocchio a certe agenzie morali, grandi elettrici, portò lʼex intrattenitore di crocieristi e la ministra Mara Carfagna a intervenire per due volte sulla materia, nel 2006 e nel 2008. Vi furono denunce, in ottemperanza alla legge, e qualche suicidio. Da padre, mi aveva colpito il tragico gesto di quel giovane, che ora starà esultando da qualche parte dellʼUniverso, considerato che il suo carnefice da lunedì è vittima di quella stessa legge. Non importa quali saranno le conseguenze politiche della sentenza milanese, magari ce ne fossero, tuttavia essa restituisce al nostro paese un capo e una coda, offrendo agli occhi stranieri un filo di quella normalità che sembrava non abitare più la Penisola. La sentenza, se confermata in appello, cancellerebbe dalla vita politica un uomo amato solo da chi è stato miracolato dalla sua presenza, come la signora Daniela Garnero-Santanché la quale, dopo le fatiche del footing, immortalate dai giornali, insieme allʼultima favorita del sovrano, la giovanissima (ci mancherebbe) Francesca Pascale, giudica processo e sentenza un “disegno criminale”. O come la figlia del condannato, Marina, che nella circostanza perde una splendida occasione per chiudersi nel silenzio. Qualcuno la vede come possibile sostituta del padre nellʼarena politica, accade usualmente in Sicilia e nelle dittature sudamericane, quindi niente di nuovo. Siamo abituati. Eppure, in

Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected]

centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile

questa Italia dei calori, forse le predette signore potevano pensarci un pochino prima di entrare a gamba tesa, e magari consigliare al sovrano e padrone di assumere un qualche rimedio, penso a un moderatore della libido. Nello stesso giorno della dignità ritrovata sul piano nazionale, Messina si concede il lusso di una rivoluzione quasi senza precedenti. La squadra di Renato Accorinti sembra di peso e lui una persona perbene nonché testimonial entusiasta di una politica di servizio. Gli ingredienti ci sono ma lʼimpresa, titanica, necessita di uno sforzo corale, la stessa città che si è destata ora deve rimanere vigile perché questʼuomo e la sua giunta, lasciati da soli, in balia di un sfacelo accumulatosi in anni di incuria e malgoverno, rischiano di rimanere una bella promessa. Se le speranze andassero deluse, comincerebbe una restaurazione senza precedenti e Messina ritornerebbe in mani note, le stesse che lʼhanno sospinta verso il default e lʼineducazione civile. Due settimane orsono avevo scritto ”Il ballottaggio messinese è meno scontato di quanto appaia, visto che Calabrò non avrà la forza propulsiva delle liste collegate, con relative formiche operose, e considerato che la destra userà la circostanza per scompaginare i suoi piani, nella speranza di replicare quanto accaduto a Parma… come potrebbe accadere anche a Ragusa, dove il candidato del centrosinistra se la dovrà vedere proprio con il 5S Federico Piccitto”. La sindrome parmense, comʼera prevedibile, premia Accorinti a Messina e Piccitto a Ragusa, niente di più lontano dagli apparati, ma questo non basta, ora occorre dimostrare che sappiamo badare a noi stessi, che possiamo fare a meno di vecchi e nuovi feudatari. La parte difficile del romanzo.

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Graziella Lombardo Garante del lettore Attilio Raimondi

pagina 2

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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Sommario

centonove

28 GIUGNO 2013

PRIMO PIANO

Renato, il vincitore Accorinti sbaraglia la corazzata Pd e sale a palazzo Zanca. maglietta arancione, fascia tricolore e piedi scalzi, ecco la storia. Che comincia dal basso. E vuole cambiare A PAGINA 6/7/8/9

TOP SECRET MESSINA

Chi ha tradito Calabrò

Incontro riservato Accorinti-Franza

Il candidato del centrosinistra al ballottaggio cresce di soli 2000 voti. Cʼè chi accusa il Pdl, chi i renziani, chi gli errori del Pd A PAGINA

10/11

Messina cambia volto In una settimana, nuovi inquilini al Comune, allʼAteneo e alla Provincia A PAGINA

12

Famiglie arcobaleno al Gay Pride

POLITICA

PAG.32-33

REGIONE/1

Grillo, successo Piccitto

Piccoli “squali” crescono

«Io, nobile e svitato»

Il Movimento di Grillo conquista il suo primo capoluogo siciliano con il 69 % lʼesponente di 5 Stelle espugna Ragusa batte Giovanni Cosentini A PAGINA 13

I successi di Nibali trascinano lʼentusiasmo dei giovani talenti

A tu per tu con Leo Sanfelice. Siracusano adottato da Roma ha cominciato a suonare da ragazzino per i reali di Montecarlo. Poi lʼincontro con Arbore A PAGINA 35

Al quartiere voto Focaccina Il comune di Santa Teresa di Riva alle urne per votare i rappresentanti dei Distretti. Con i soprannomi A PAGINA

A PAGINA

Ingegneri contro

20

Si va al voto per il rinnovo delle cariche. Ecco gli schieramenti A PAGINA

Le centraline di Federico II 14

A Milazzo la Regione Sicilia riduce il fidanzamenti da 10 milioni dei Giardini Federiciani A PAGINA

23

Se la legalità va a Cavallo Un blitz coordinato dalla Prefettura mette fine agli allevamenti abusivi di Barcellona. Da anni un branco di animali metteva a rischio i residenti A PAGINA

24/25

ECONOMIA

Anatocismo, Sicilia sotto pressione Santi Trovato

La Regione si scopre Eldorado delle cause da promuovere contro le banche per usura

PAG.22

A PAGINA

A Furci Siculo Matteo Francilia sta stretta la sconfitta per soli 29 voti A PAGINA

Le alchimie di Bartolino

15

A PAGINA

16

A PAGINA

28

29

Gay... nel nome di Dio

Lʼesponente del Pd indagato con lʼaccusa di avere utilizzato fondi pubblici a fini personali 17

Il magnifico dellʼateneo messinese dopo nove anni lascia senza approvare il bilancio A PAGINA 18/19

Alla scoperta delle associazioni siciliane di omosessuali cristiani A PAGINA 32/33

Loteta, Nuvole e pietre Raccolta del giornalista messinese edita da Pungitopo A PAGINA

34

pagina 3

Irfis, senza guida Rosa “rinuncia” PALERMO. Giuseppe Rosa, già alla direzione Confindustria del Mezzogiorno, ha rifiutato la carica di presidente dellʼIrfis-FinSicilia, la finanziaria della regione Siciliana. Rosa era stato segnalato da Montante, presidente di Confindustria Scilia.

REGIONE/2

Ircac, in corsa c’è Sanfilippo PALERMO. Il mandato del commissario Antonio Carullo, in quota Mpa, scadrà a fine mese. Ma per la guida dellʼIrcac, lʼente regionale che coordina i finanziamenti alle cooperative, cʼè già in corsa un nome dʼeccezione: Elio Sanfilippo, della Lega coop.

NAVIGAZIONE

Siremar, i giudici attendono l’Ue PALERMO. Il Consiglio di Stato, chiamato a decidere sulla legittimità della gara che ha assegnato la Siremar a Mediterranea Holding di Navigazione Spa dellʼarmatore Lauro, ha disposto che prima bisogna attendere la decisione della Commissione europea. Lʼorgano dellʼUe ha infatti avviato una procedura di infrazione nei confronti dellʼItalia per aiuto di Stato.

POSTER

Formazione Genovese

Tomasello cede lo scettro

Settegiorni Qui Scuola Istruzioni per l'Uso Uomini & Business Contributi/Europa Informa Faq Fisco/£ibri La Classifica Lacerti di Letture Weekend Musica Nuove Visioni De Gustibus Sicilia da Assaggiare Lettere & Commenti MessinaDrastica Heritage Ecologia e Ambiente Alfabeto Minimo Eliodoro 150 Parole da Palermo Antibuddaci Animal House

Più di cento aspiranti in piazza per un posto allʼinterno del nuovo locale di Messina A PAGINA

SICILIA

4/5 26 26 39 40 40 34 34 36/37 36 36 37 37 38/39 38 38 38 39 39 39 39 39

Nove progetti potrebbero rilanciare il settore dellʼargilla a Villafranca Tirrena. Ma nessuno li autorizza

Stregati da Mcdonald’s

A Terme Vigliatore il sindaco trova la formula giusta per far quadrare posti in giunta e consiglio comunale A PAGINA

27

Qui non si cava un mattone

Ricorso sotto l’ombrellone

RUBRICHE

22

MESSINA. Un riservatissimo incontro tra Vincenzo Franza e Renato Accorinti si è svolto qualche giorno prima dell'elezione del pacifista a sindaco. All'incontro ha partecipato il vicesindaco Guido Signorino, che ha fatto da tramite, su espressa richiesta dell'imprenditore della Caronte & Tourist.

Anatocismo in Sicilia

PAG.27

7giorni

28 GIUGNO 2013

CHI SALE

L Davide Gelardi

MESSINA. Il giovane studente del Liceo Scientifico Maurolico con gli scacchi ci sa proprio fare. Gelardi, 17 anni, si è classificato secondo al quarto Open internazionale di Forno di Sopra, in provincia di Udine.

L Pippo Isgrò

MESSINA. “Mi sono commosso, per poco non mi mettevo a piangere”. Lʼex assessore della Giunta Buzzanca ha mostrato di avere un cuore e davanti ad un gruppo di amici, con il magone in gola, ha ammesso di essere stato travolto emotivamente dalla vittoria di Renato Accorinti.

L

Giuseppe Savoca

MESSINA. Incarico di prestigio per il presidente della seconda sezione Civile del Tribunale di Messina. Savoca, unico siciliano, è stato eletto membro del Consiglio di giustizia Tributaria, lʼorgano di autogoverno dei magistrati tributari. Il 23 aprile lo stesso magistrato era stato nominato presidente della Commissione tributaria regionale, che per la prima volta ha un messinese al vertice.

L

Marina Moleti

MESSINA. Il giudice messinese sarà il nuovo presidente della sezione civile della Corte di Appello di Reggio Calabria. Lo ha proposto il Consiglio Superiore della Magistratura. Il magistrato si è riservata di decidere.

L Franco Spanò

MESSINA. Il sindacalista messinese è stato eletto durante lʼassemblea del comparto tenutasi a Enna nuovo coordinatore regionale di Fp Cgil Polizia penitenziaria. Spanò avrà al suo fianco nellʼesecutivo Andrea di Marzo della Polizia penitenziaria di Trapani e Salvatore Michele Anastasi di Palermo. Un altro incarico è stato assegnato alla nissena Rosanna Moncada che seguirà le questioni attinenti alla giustizia minorile.

centonove

MESSINA. CONTROLLI A RAFFICA SULLA RIVIERA

SOCIETA’

Lidi, estate “rovente”

Rometta, riscopriamo la Statale 113

Agenti al Blanco e Arena Blu Sky mentre non si placa la polemica sull’annunciato aumento per i canoni demaniali MESSINA. Si avvicina lʼestate e scattano i controlli della polizia amministrativa per lidi e ristoranti della Riviera. Agenti della polizia giudiziaria hanno visitato lʼArena Blu Sky e “il Blanco”. I gestori dei locali sono stati invitati ad esibire tutte le licenze per la somministrazione di bevande, lʼagibilità della struttura, le autorizzazioni sanitarie. “Il Blanco” di recente ha cambiato titolarità: dalla società sono in via di uscita Nazzareno Foti e Gianluca Tornabene. Le quote saranno presto cedute a Marco Lampuri, nipote di Francantonio Genovese. Controlli sono previsti a tappeto anche da parte dellʼIspettorato del Lavoro e da parte degli enti previdenziali in tutti i lidi della Riviera, dove non si placa ancora la polemica con lʼassessore regionale Lo Bello per lʼannunciato aumento dei canoni demaniali del 300%, rispetto a prima. Le concessioni, secondo una nuova direttiva regionale, in attesa di armonizzarsi con le disposizioni europee, sono state prorogate al 2015.

ROMETTA. Si intitola “Storia della Statale 113 di Rometta Marea - Mostra auto, moto e foto d'epoca”, la giornata organizzata a Villa Martina (Rometta Marea) da Rometta quad Spettacolo/ERIMATA, sabato 22. Così il programma: ore 15:00 Accoglienza ed iscrizione in Piazza Padre Pio (corso della libertà Rometta Marea Me); ore 17:00 Partenza del Corteo per le Vie di Rometta; ore 17:45 Accoglienza e sistemazione Auto/Moto all'interno della villa Martina; ore 18:00 Apertura Mostra Fotografica "Storia della SS113" nella saletta della Villa Martina dove si potrà degustare prodotti tipici panarie e Vino; ore 20:15 Apertura stand Enogastronomici; ore 21:30 Convegno Sulla Storia della ss113 con ospiti storici d'eccezione.

Sequestro Denise, assolta la sorellastra PALERMO. E' stata assolta Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise Pipitone per parte di padre, accusata di concorso nel sequestro della bimba, sparita nel nulla l'1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo, nel trapanese. All'ex fidanzato di Jessica, Gaspare Ghaleb, imputato solo di false dichiarazioni a pm, i giudici hanno inflitto due anni di reclusione. La procura aveva chiesto per lui 5 anni e 4 mesi. Per Jessica Pulizzi, invece, la richiesta dei pm era stata 15 anni di carcere.

L’arte del ri-uso al castello di Spadafora SPADAFORA. Dal 27 al 30 gli splendidi scenari del castello di Spadafora e dellʼUrban Center di Venetico fanno da sfondo all'evento: "Io non uso, ri-uso", ideato dagli architetti Amelia Lamberto e Filippo Bonina, designer Federico Russo. Lʼiniziativa è promossa dal Comune di Spadafora, con le associazioni “Iconos” e “Amici di Venetico” per consentire un confronto sul tema dellʼecosostenibilitaʼ ambientale, sul riciclo creativo in chiave “green”, riutilizzando oggetti difficilmente smaltibili e diffondendo sensibilità ecologiste attraverso l'arte. Si tratta dello “sposalizio” tra arte e ambiente, dove la prima soccorre il secondo col riutilizzo.

INDISCRETO

Generale Mori, visita lampo a Messina

Mario Mori

MESSINA. Visita lampo del generale dei carabinieri Mario Mori a Messina. Lʼex comandante del Ros, indagato nella trattative Stato-Mafia, ieri mattina si è intrattenuto a bere un tè, con il magistrato Salvatore Mastroeni, già presidente del maxiprocesso “Mare Nostrum” al bar vicino la Chiesa del Carmine. Mori, che per anni ha operato in Sicilia, prima di assumere un incarico presso i servizi segreti, ha di recente accusato nel corso del dibattimento sulla trattativa Stato-Mafia il ruolo anomalo di alcuni magistrati, parlamentari e giornalisti che in combutta tra loro hanno accreditato presso lʼopinione pubblica verità costruite a tavolino, dalla mancata cattura di Bernardo Provenzano, alla mancata perquisizione nel covo di Totò Riina, al mancato blitz per la cattura del latitante Matteo Messina Denaro. Mori, tra gli aderenti a questo gruppetto di persone sodali, ha inserito nella provincia di Messina lʼavvocato Fabio Repici e la euro-parlamentare, Sonia Alfano.

LIPARI. I QUATTRO FRATELLI MALATI DI DISTROFIA MUSCOLARE CHIEDONO CURE CON LE STAMINALI

I Biviano protestano a Roma

Sandro Biviano

LIPARI. Non si ferma la protesta dei fratelli Biaviano di Lipari. Mercoledì 10 luglio voleranno a Roma per protestare davanti al Ministero della Salute assieme alle associazioni “Pietro Crisafulli” e “Vita sospesa”. I quattro fratelli, tutti malati di distrofia muscolare hanno chiesto di esseree curati con le cellule staminali, ma in Italia non è possibile. “Fateci curare con le staminali o sceglieremo lʼeutanasia”, era stato il grido di allarme dei quattro fratelli che vivono a Lipari. Per Palmina, Elena, Sandro e Marco Biviano, di 41, 36, 35 e 31 anni, le giornate trascorrono lentamente, tutte uguali e tutte con il medesimo

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obiettivo: sopravvivere. Quattro fratelli uniti dallo stesso tragico destino, la distrofia muscolare facioscapolo-omerale. Una patologia terribile che disintegra i muscoli e con la quale devono fare i conti sin dalla nascita. Tutti e quattro vivono su una sedia a rotelle - Elena è anche attaccata a un respiratore con la consapevolezza di avere una malattia progressiva e gravissima. La stessa che ha portato loro via il papà quando ancora erano piccoli, e lo zio. Era il 1980 quando i tre fratelli più grandi, prima a Genova e poi a Milano, conoscono la diagnosi esatta del male che li affligge. Poco dopo nasce Marco, ha la stessa patologia anche lui. Eppure i fratelli Biviano sono cresciuti cercando, sino a quando è stato possibile, di condurre una vita normale. Ora, purtroppo, non è più possibie. Credendo e sperando,

7giorni

centonove

LETOJANNI

MESSINA

«Che fortuna per Ruby»

Truffa aggravata Carabinieri indagati

I commenti dei compaesani LETOJANNI. Dalle difficoltà economiche in cui viveva da adolescente, alla popolarità internazionale. Da una presunta parentela con il presidente egiziano Mubarack alle feste di Arcore, fino alle aule dei tribunali. La storia di Karima El- Marough, in arte “Ruby”, potrebbe essere riassunta semplicemente così. La ragazza che partecipava alle serate promosse da Silvio Berlusconi, ancora una volta fa parlare di se. Una vicenda dai risvolti particolarmente curiosi, considerati i rapporti tra la marocchina e il paese di Letojanni. La stessa comunità locale, allʼindomani della sentenza a carico del Cavaliere (7 anni di condanna), si risveglia con qualche perplessità di troppo, ma con una certezza: “Ruby” è stata fortunatissima a finire in quelle mani. A lei il destino

poteva riservare di peggio. Sono molti in paese che la pensano così, a cominciare dalle sue insegnanti. Una in particolare sostiene di averla accudita come una parente stretta, senza però averne avuto un riscontro. «Ricordo – dice la docente – che, quando entrò per la prima volta in classe, sembrava una bambina spiccatamente perspicace. Poi tutto mutò subito. Certo le basi erano completamente assenti, però cercai in tutti i modi sin dallʼinizio di coinvolgerla allʼinterno della classe. Lei era ostica ai rapporti con i compagni. Si comportava malissimo. Era una scansafatiche. Cercavo

costantemente di farla stare attenta alla lezione, senza alcun riscontro. Gli ho regalato una miriade di libri». Molti a Letojanni cercavano di aiutarla, anche perché la situazione a casa non era delle migliori. Il padre era ed è tuttora un venditore ambulante. Un tipo scontroso a cui non si può nemmeno rivolgere un saluto. «I genitori di Karima? Mai visti a scuola – sostiene la stessa professoressa – Non venivano neanche a fine anno per le pagelle. Erano davvero strani. Li abbiamo richiamati più di una volta, ma loro se ne infischiavano e intanto la bambina diventava sempre più ingestibile». (E.SC.)

MESSINA. Carabinieri sotto indagine. Si allarga lʼinchiesta della procura militare di Napoli che vede come indagati il maresciallosindacalista Fabio Pietroburgo, del Cobar Sicilia, e lʼappuntato Felice Giaconia, al nucleo investigativo del Comando provinciale di Messina. Truffa aggravata è lʼipotesi di indagine che ha portato la Procura a mettere sotto controllo, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, i due esponenti dellʼArma, molto conosciuti nellʼambiente. Nel corso delle indagini sono emersi però elementi di gravità, allʼinizio insospettati, come quello di un probabile mercato sotterraneo di “trasferimenti”, che passavano dai buoni uffici del sindacato carabinieri. Un fatto di gravità assoluta, sul quale sono in corso accertamenti in varie parti della Sicilia, la regione maggiormente interessata alle pratiche. Accertamenti, nellʼambito dellʼinchiesta, anche una serie di pratiche irregolari, che portavano i militari a incassare somme gonfiate per i rimborsi dovuti a seguito dellʼattività sindacale. Sotto inchiesta, trapela da Napoli, anche la moglie di Pietroburgo, anchʼessa carabiniere, che presta servizio a Messina Sud, Bordonaro.

ROSA E NERO Taormina, si sposa Mario D’Agostino TAORMINA. Si sposa lʼex assessore provinciale Mario DʼAgostino. Venerdì 28 giugno alle18 nella chiesa di San Pancrazio si uniranno in matrimonio DʼAgostino, chirurgo oncologo taorminese e Lucia Gaberscec, giornalista della redazione di Tele90. Tra i testimoni il Ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero DʼAlia ed il presidente del consiglio di Taormina Antonio DʼAveni. Agli sposi gli auguri della redazione.

Il “Diamante” intitolato a Tricoli

GRANDI E PICCINI SULLA PISTA PER IL MEMORIAL SCIMONE

Messina, tutti pazzi per le bocce MESSINA. Piccoli e grandi bocciofili crescono, a Torre Faro. Domenica 23 giugno, presso il bocciodromo di contrada Margi, si è concluso il 6° memorial dedicato a Francesco Scimone. Una tre giorni di passione sportiva che ha coinvolto atleti di tutta la Sicilia e della Calabria. La kermesse, iniziata venerdì 21 giugno con la competizione riservata alle “nuove leve bocciofile”, ha visto trionfare i giovani Salvatore Aliberti, Gianluca Zora e Francesco Rotondo. Per la categoria “Lui&Lei” si è imposta a pieno merito la coppia formata da Maria Crupi e Nico Rotondo battendo in finale Grazia Costantino e Giuseppe Aliberti, al terzo posto si sono piazzati Sanny Piccione e Giuseppe Ciliberto. A trionfare nella terza giornata è stata l'Asd Edera Bambina di Marsala con gli atleti Ferdinando Rizzo e Vito D'Antoni che hanno battuto in finale i messinesi della “Fratellanze” di Faro Superiore Giuseppe Denaro e Francesco Crisafulli, al terzo si sono classificati Nicola Rotondo e Giuseppe Aliberti dell'associazione “Le Vittorie”. (T.C.)

PALERMO. Il campo da baseball di Fondo Patti, chiamato «Diamante», è stato intitolato a Marzio Tricoli, il giovane deputato regionale - sportivo appassionato di rugby - morto tragicamente nel 2003 per una fuga di gas della stufa nella sua casa sulle Madonie.

Da Londra a Letojanni per il “sì” MESSINA. Hanno scelto Letojanni per pronunciare il fatidico sì. Ad essersi uniti in matrimonio dal vicesindaco Eugenio Bonsignore due londinesi: Sarah Mary Goodwin, 22 anni, e il tecnico informatico John George Turnbull.

Palermo, Matteo Stornanti è papà PALERMO. Eʼ nato mercoledì 26 giugno Giorgio Stornanti, primogenito del collega pubblicista Matteo (messinese trapiantato nel capoluogo) e di Ornella Mistretta, entrambi dipendenti di banca. Il batuffolo ha pesato alla nascita ben 3 chili e 100 grammi. Al piccolo Giorgio, a Matteo e Ornella e a tutta la famiglia i migliori auguri della redazione di Centonove.

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28 GIUGNO 2013

CHI SCENDE

M Pippo Trischitta

MESSINA. Il focoso consigliere comunale riconfermato non perde la sua vis polemica. Trischitta, infatti, ha ingaggiato una vera e propria battaglia nellʼatrio del Comune per la presunta decisione di rimuovere i tornelli. Ipotesi che si è dimostrata infondata. Il sindaco aveva solo disposto lʼabbattimento delle barriere in vetro per il pubblico.

M Calogero Ferlisi

MESSINA. Voleva fare come Evita Peron, ma invece delle ovazioni è stato accolto dai mugugni. Nel giorno della vittoria del nuovo sindaco, Ferlisi aveva deciso di uscire in balcone con Renato Accorinti. Alla sua apparizione, però, dalla piazza si è levato un urlo: «Ferlisi, vattene!».

M Ivan Cutè

MESSINA. Il giovane esponente del Pdl è un po' confuso. Dopo aver sostenuto per una settimana sul proprio profilo Facebook la necessità di votare il “politico” che possa gestire meglio il Comune, indicando Calabrò, ha esultato un giorno dopo l'elezione di Accorinti a Sindaco, che lo ha mandato in visibilio con il suo entusiasmo di piazza.

MMichele Bisignano

MESSINA. A differenza del sovrintendente del Teatro Magaudda, che era andato ad accertarsi della vittoria, lʼex assessore provincale alle Partecipate targato Pdl, si è giustificato così quando è stato “pizzicato” nei pressi della sede del candidato sindaco Renato Accorinti: «Sono un cittadino che vuole informarsi, non cominciamo!».

M Stefano Polizzoto

PALERMO. «Torno a fare l'avvocato». Così ha commentato le sue dimissioni il capo della segreteria tecnica del presidente della Regione Rosario Crocetta. Nei giorni scorsi, agenti della polizia giudiziaria hanno passato al setaccio gli incarichi “extra” dellʼavvocato Polizzotto, rinviato a giudizio per abuso dʼufficio e truffa.

28 GIUGNO 2013

primopiano LʼATTESA La via ventiquattro maggio è bloccata dai supporters di Accorinti ch, dalle tre in poi, assistono increduli alla costruzione del successo

DESERTO AL PD Alle cinque, ad urne ancora aperte, la segreteria del Pd di via Primo settembre si svuota lentamente. Eʼ debacle, e nessuno vuole assistervi

centonove

INIZIA IL TRIONFO Il nuovo sindaco di Messina arriva a palazzo Zanca, e il municipio è preso dʼassalto. Fanno tutti festa, probabilmente anche chi non lo ha votato.

RIVOLUZIONI. Accorinti sbaraglia la corazzata Pd e sale a palazzo Zanca

Renato, il vincitore Piedi scalzi, maglietta arancione, fascia tricolore, una mamma che lo mantiene umile, una spinta che invade il Comune ed inizia dal basso. La storia di un trionfo. Che può cambiare Messina A destra, Jeffrey David Padul, tra i fondatori dellʼAssociazione Comunitaria Filippina, sostenitore di Accorinti. A sinistra, la pacifica invasione di palazzo Zanca. Tra qualche minuto, il nuovo sindaco si affaccerà dal balcone del salone della bandiere per il suo primo discorso da “padrone di casa”

DI ALESSIO CASPANELLO

MESSINA. “Ti ricordi quando la Digos mi ʻssicutava fino a casa? Ecco, ieri erano dietro di me fino a casa, ma invece di inseguirmi mi hanno scortato. Ti rendi conto di cosa sta succedendo?”. No, non si riesce. Cʼè una città che ancora non riesce a rendersene conto, cinque giorni dopo. Ci sono i cinquantamila che sul nome di Renato Accorinti hanno messo una croce e lo hanno depositato dentro le urne che ancora non si rendono conto che quel nome, proprio quel nome e un solo simbolo, una sola lista a sostenerlo, sia diventato sindaco di Messina. Non se ne rendono conto nemmeno i quarantatremila che hanno votato Felice Calabrò, favoritissimo dai pronostici e invece travolto, senza averne nessuna colpa, dalla valanga popolare che più che bocciare lui ha voluto dare una lezione a Pd e alleati. Ci sono i Democratici che ancora non se ne rendono conto, i democratici di ogni ordine e grado, dai simpatizzanti ai militanti, dai consiglieri ai maggiorenti, che non si rendono conto di come una macchina da guerra, di fronte alla trincea, si sia trovata sguarnita proprio dove avrebbe dovuto essere massicciamente protetta, e si guardano in cagnesco. Non ci si rende conto. Eppure è vero.

IL PREDESTINATO. Renato Accorinti ama raccontare la storia del suo incontro col Dalai Lama, a Palermo. “Ero lì, in mezzo a migliaia di persone, schiacciato alle transenne come tutti gli altri, solo con una voglia sovrumana di conoscerlo, quel personaggio miracoloso. E di miracoloso cʼè che si è fermato proprio davanti a me, ha percepito la mia voglia e mi ha abbracciato. Il servizio di sicurezza avrà pensato che io fossi chissà chi, mi ha aperto la strada e sono arrivato a lui. Io, vi rendete conto?” Torna, il “rendersi conto”. Rendersi conto dellʼimpresa epocale, rendersi conto del fatto che cʼè una buona stella sulla testa di Renato Accorinti. Chi sei mesi fa avesse affermato anche solo di

CONTROCORRENTE di Adele Fortino

Modello San Francesco o semplice narcisismo? QUALCUNO LO HA ASSIMILATO a San Francesco: questo il modello ideale al quale è sembrato ispirarsi il nuovo sindaco di Messina, Renato Accorinti. Ma la coreografia messa in atto dal nuovo vertice amministrativo nel suo primo giorno da primo cittadino, ci porta dritti nellʼalveo di un ridondante narcisismo. La sempiterna maglietta, i piedi nudi sul selciato e il fanciullino incollato alla mano, la dicono lunga sulla condizione psicologica del pacifista, noto per la sue battaglie condite da comizi, pistolotti moralisti e roboanti dichiarazioni dinnanzi alle adorate telecamere. E già. La vista di una telecamera ha sempre fatto esplodere nel nostro eroe quintali di

adrenalina, che lo hanno portato a dare di sé unʼimmagine coerente con “colui che vorrebbe essere” anzicchè con “ciò che è”. Unʼimmagine ideale che, per forza di cose, dovrà essere apprezzata, sostenuta e accettata dagli altri in modo da poterne ricavare quel sostegno e quel plauso di cui il narcisista in genere, e Accorinti in particolare, ha bisogno per vivere. Confondendo Essenza e Immagine, e ottenendo di essere accettati in modo da accettarsi, rispecchiandosi negli occhi degli altri per potere ricavare unʼimmagine positiva di sé. Se un Francesco si può evocare alla vista del sindaco Accorinti, questi potrebbe essere non il poverello di Assisi bensì papa Bergoglio, che ha infiammato, con i suoi modi semplici e sostituendo le rosse pantofoline Prada con sgangherati mocassini neri, piazze gremite di cattolici straripanti di ammirazione. Anche se finora non ha fatto lʼunico gesto di vera rivoluzione: imporre alla curia romana di pagare lʼImu sui beni della Chiesa.

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immaginare di poterlo vedere sindaco di Messina, avrebbe rischiato un tso immediato. E invece. Ha vinto di nuovo, Renato Accorinti. Ha vinto, come in tutte le battaglie che ha portato avanti, con tenacità, con forza, con i compagni di viaggio che via via, giorno dopo giorno, sono diventati sempre più numerosi, sempre più consapevoli, sempre più forti. Ha vinto e lo ha comunicato alla madre, che come fosse la cosa più naturale del mondo gli ha spiegato che si, sarà anche il nuovo sindaco di Messina ma non dimentichi di portare via la spazzatura, come ha spiegato ridendo lo stesso neo sindaco di Messina. Che poi ha aggiunto, pensieroso. “Chissà, forse è una metafora, forse avrà voluto dirmi qualcosa”. Perchè, alla fine, anche questa è predestinazione. Chi era a piazza Municipio la sera di lunedi 24, chi ha pacificamente invaso palazzo Zanca qualche ora prima, chi ha occupato la via ventiquattro maggio, davanti alla sua segreteria elettorale, alle tre di pomeriggio, quando i primi risultati avrebbero strabiliato chiunque, non ha potuto fare a meno di pensarlo. Renato Accorinti è un predestinato. UN LUNEDI DA LEONI. Quando alle tre le urne iniziavano a snocciolare i dati, nemmeno il più accorto degli analisti politici avrebbe scommesso più di qualche euro sulla vittoria di Accorinti. Domenica sera, i seggi elettorali si erano chiusi con un promettente, per le sorti del professore pacifista, 30 e qualcosa percento di affluenza. In mezza giornata di lunedi, invece, erano andati a votare in parecchi, portando lʼaffluenza alle soglie del 50% e oltre in alcune sezioni. Il conto della

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IL COMMENTO di Rocco Chirieleison GLI SLOGAN A parte lʼonnipresente No al ponte, troneggia uno slogan da brividi: “Non sapevano che era impossibile, quindi lo hanno fatto”. Calza a pennello

FESTEGGIA IL PDL A fare festa a piazza Municipio anche gli insospettabili: i giovani del Pdl. In realtà, parecchi di loro hanno sempre appoggiato le battaglie nopontiste

massaia spiegava che pochi votanti avrebbero favorito Accorinti, i cui elettori sarebbero comunque andati a votare, e viceversa molti sarebbero stati meglio per lo sfidante Calabrò, perchè segno che i consiglieri comunali collegati alle otto liste che lo sostenevano avevano richiamato allʼordine i propri elettori. E invece tutto il contrario. Accorinti ha sommato una volta e mezzo i suoi ventimila voti del primo turno, Calabrò ha praticamente mantenuto i suoi, scontando colpe non sue, una coalizione che cova serpi in seno e alleati che di fare gioco di squadra non ci hanno pensato nemmeno per un secondo, lasciando solo uno dei migliori consiglieri comunali della scorsa sindacatura a metterci la faccia. Da

una parte e dallʼaltra, non cʼè stato bisogno di attendere i dati ufficiali. Bagno di folla chiassoso e festante che da via ventiquattro maggio si è spostato a piazza Municipio, facce torve e sconforto in via Primo settembre, con tanto di rissa sfiorata quando due dei meno dotati cerebralmente dei supporters di Accorinti hanno deciso che era il caso di passare davanti alla segreteria del Pd a “calcare le cicche”, costringendo ad andare in soccorso di uno di essi Angela Bottari e gli ex consiglieri comunali Tani Isaia e Giorgio Caprì al grido “siamo democratici, non accettiamo provocazioni”. Eʼ un attimo, poi inizia la festa. E va avanti fino a notte fonda. “SINDACO? IO MI CHIAMO RENATO”. “Io che appena appoggio la testa sul cuscino dormo per sette ore, da due settimane non riesco a fare più di tre ore di sonno. La meditazione mattutina? Quella sempre...”, spiega il nuovo sindaco, quasi incredulo di fronte a quella “stanza del potere” dentro la quale si è spesso ritrovato da antagonista, benchè sempre vincente, dei sindaci di turno. “Ieri, subito dopo lʼinsediamento, volevo telefonare a mia madre - racconta divertito - e ho chiesto al personale dellʼufficio di gabinetto “scusate, dovrei fare una telefonata”. Mi hanno guardato, poi si sono guardati tra di loro, quasi imbarazzati, e mi hanno risposto “sindaco, quella stanza è sua, il telefono è a sua disposizione”...”. Poi ride. Per la prima volta da mesi, Accorinti tradisce la stanchezza. La tensione, unʼombra sul sorriso incredulo del sindaco che riceve la fascia tricolore in maglietta arancione e piedi scalzi, il suo volto lʼaveva attraversato solo nel momento della proclamazione. In quel momento, nel momento in cui il professore dʼeducazione fisica, attivista, pacifista, vegetariano, nopontista e non violento diventava il primo cittadino di Messina, forse per un momento il peso di una città allo sbando che in lui ripone lʼultima speranza gli ha mozzato il respiro. Solo per un attimo, ma lungo lungo.

Ma ora i messinesi dimostrino di meritarlo MESSINA. Trovare le parole per descrivere quello che è successo lo scorso 24 giugno a Messina con l’elezione di Renato Accorinti a sindaco della città è forse impresa ancora più ardua di quella che aspetta lui e i suoi assessori nel governare la nostra comunità. Quello che mi sono trovato davanti agli occhi nel recarmi al Comune quel pomeriggio è stato incredibile. Non tanto per la quantità di cittadini acclamanti e festanti, che comunque era tanta, ma per la sorprendente eterogeneità: festeggiava l’operaio e il professionista, il giovane e l’anziano, il dark e il ragazzo “normale”, la persona comune e quella in vista, l’imprenditore e l’impiegato, il movimentista e l’iscritto al Pd…….e tantissime, tantissime donne. Insomma un popolo, una comunità che però, oltre a festeggiare e gioire, pareva volesse gridare il suo irrefrenabile “basta” alle umiliazioni e alle più inconcepibili nefandezze perpetrate da una classe politica che ha sempre considerato la gestione della cosa pubblica come uno strumento per favorire questo o quello, per fare affari molto lucrosi, per esibire un potere inutile, se non per sé stessi, avendo in gran dispregio i cittadini messinesi e la loro gloriosa città. Questo eccezionale evento dell’elezione di un uomo come Renato Accorinti a sindaco di Messina pare voglia dire che i messinesi non sono più disposti a

continuare questo gioco al massacro, anche perché pare abbiano capito che in questo gioco il ruolo di massacrati lo hanno sempre interpretato loro. Ho usato qualche “pare” perché la cautela è d’obbligo. Infatti, solo dopo che si sarà acclarato che non si è trattato di un semplice episodio e che i messinesi non faranno mancare il loro apporto, il loro aiuto ai nuovi amministratori, solo allora si potranno fare delle affermazioni sulla certezza della svolta e sulle reali intenzioni dei messinesi. Insomma oggi sono i cittadini a dovere dimostrare di meritare un sindaco come Renato Accorinti. E lo possono fare a partire da comportamenti – anche nelle “piccole” cose – che dimostrino quanto tengano alla dignità propria e della città. Il nuovo sindaco – che non vuole l’epiteto di sindaco, che non vuole stipendio da sindaco, che non vuole barriere fra i cittadini e il palazzo comunale, che non vuole deleghe ma partecipazione ha davanti a sé un compito veramente colossale: riportare l’onore e la dignità in una città presa a calci e vilipesa da dinastie di pseudoamministratori. Fossi in lui accetterei di buon grado, e con calorosissimi ringraziamenti, il consiglio datogli da Felice Calabrò, il quale, rispondendo a un giornalista che gli chiedeva quale consiglio si sentiva di dare al vincitore, ha detto che la prima cosa da fare è mettere mano alla macchina

amministrativa del Comune. Beh, non so quanti hanno notato questo importante passaggio nell’euforia della festa, ma sicuramente a Calabrò mi sento di riconoscergli, per questo, un buon acume politico e una sincera lealtà. E anche l’onore delle armi: sicuramente sarebbe stato, anch’egli, un buon sindaco. Ed è tanto vero e utile il consiglio di Felice Calabrò quanto è impellente e indispensabile, perché l’agire politico abbia reale efficacia nei confronti dei cittadini e del territorio, recuperare senso del dovere e spirito di servizio fin nell’ultimo impiegato comunale. Perché la struttura amministrativa, dirigenti in testa, deve rappresentare il punto di riferimento tecnicoprofessionale, nelle rispettive branche di competenza, per gli amministratori eletti che non devono certo avere la necessità di dovere attingere a costose consulenze esterne. Insomma, deve essere chiara a tutti una cosa: una macchina burocratica inefficiente e inefficace è causa di enormi e intollerabili sprechi economico-finanziari, oltre ad essere una delle cause principali del diniego dei diritti dei cittadini e degli imprenditori messinesi. E questo poteva essere utile ad una certa categoria di “amministratori” avvezzi a elargire “favori”. Oggi c’è invece una nuova parola d’ordine: “Diritti, non favori!”. Oggi c’è Accorinti.

AL SUO FIANCO

Scene da una campagna elettorale Dalle periferie ai palchi, chi ha contribuito e come MESSINA. Il pacifista Renato Accorinti, in realtà, ha passato una vita a lottare. Anni di proteste e battaglie, dalle “piccole cose” alle “grandi opere”. La sua corsa alla prima poltrona di Palazzo Zanca è iniziata il 18 agosto del 2012, giorno in cui è nata la pagina Facebook “Quelli che vogliono Renato Accorinti sindaco di Messina”. Ma forse, allora, erano solo in pochi a crederci. E invece, pian piano, il numero di simpatizzanti cresceva. E così, ad un certo punto, l'unica cosa da fare era “iniziare a correre”. Ma in fondo “Renato” è sempre stato in “maratona elettorale” con la sua voglia insaziabile di “svegliare coscienze” attraverso le mete che intendeva raggiungere. Dal giorno in cui ha presentato la sua candidatura nel Salone delle Bandiere, spontaneamente, a Messina e oltre Stretto, “si è smosso l'universo”. Partito con una serie di piccoli incontri nei villaggi. Arrivato

a piazza Unione Europea festeggiato da migliaia e migliaia di persone. Nel mezzo, un modo “nuovo” di cercare il consenso della gente. In bicicletta, rompendo l'asfalto sul corso Cavour per piantare alberi, in visita all'isolato 13 di Giostra, coi tour notturni anche in solitaria nei luoghi di ritrovo frequentati da giovani, attraverso le discussioni in stretto dialetto messinese con gli anziani. E ancora con i ragazzi del Pinelli, in un comitato elettorale affrescato da coloratissimi murales, con i suoi sostenitori che dopo il primo turno, scopa e paletta in mano, hanno ripulito gli ingressi delle scuole dai santini. Le bolle di sapone, la pittura e l'animazione per bambini, il concerto di Roy Paci introdotto dalla crew messinese dei “Boo Daci's”, i fumetti di Lelio Bonaccorso, l'invito al voto di Marcello Crispino e dello staff di Uollascomix, ideatori dei fortunati episodi di “Cafon Street”, il programma raccontato dagli occhi dei messinesi nel video realizzato da Antonello Piccione, registra della serie web “Giostra”. E poi Paolo Ferrero, Sonia Alfano, Ugo Mattei, Maurizio Foschini, Maurizio Marchetti, Antonio Mazzeo, Enrico Di Giacomo, il piccolo Michele Famoso e la forza di quasi 48mila messinesi. (T.C.)

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Renato Accorinti e Michelino Famoso

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CAMBIAMO DAL BASSO. Il ministro del Governo Gianpiero DʼAlia, col quale Accorinti ha in comune le opinioni negative verso il ponte sullo Stretto, lo ha chiamato subito per congratularsi. Il presidente della Regione Rosario Crocetta, che in campagna elettorale si era speso come pochi a sostegno di Calabrò, lo ha informato della sua felicità per la vittoria del “modello Sicilia” e dellʼassoluta disponibilità del governo regionale. Con Vincenzo Garofalo cʼè profondo rispetto e unʼamicizia cementata dalla visita di Accorinti alla sede del candidato sindaco del Pdl quando, due settimane fa, tutto lasciava presagire che il deputato al ballottaggio non ci sarebbe nemmeno andato vicino proprio a favore di Accorinti. E Calabrò? E Francantonio Genovese? Accorinti tira fuori dalle tasche una decina di foglietti con sopra appuntati numeri e parole (“Eʼ il mio iphone, ma manca la retroilluminazione”, spiegherà ridendo), e lo mostra. “Calabrò lo chiamerò, giuro che non ho avuto un minuto di tempo. Genovese? No, non mi ha ancora chiamato”, dice. Senza dolersene più di tanto. In compenso, nei due giorni successivi allʼelezione, il nuovo sindaco avrà baciato trentamila persone, ne avrà abbracciate il doppio e ogni sera, uscito da palazzo Zanca, non è mai andato a dormire prima dellʼuna, fermandosi a parlare sugli scalini di piazza Municipio con chiunque volesse congratularsi, abbracciarlo o anche solo scambiare due chiacchiere. Il tutto mentre gli agenti che dovrebbero scortarlo sono stati “liquidati”. I CENTO GIORNI. “Io avrei bisogno di guardie dellʼanima, non guardie del corpo”, spiega il sindaco di Messina. Già, Messina. passata la sbornia, archiviata la novità, messa da parte lʼesaltazione per una vera e propria rivoluzione dal basso, i problemi iniziano a farsi minacciosi allʼorizzonte. Rifiuti zero, città sostenibile, autogestione degli spazi comuni, una flotta comunale per attraversare lo Stretto di Messina. Sono solo alcuni dei “sogni” che Renato Accorinti mette sul piatto. Di tramutarli in realtà, possibilmente dopo aver evitato il dissesto, se ne faranno carico i suoi assessori. Che già sudano freddo. Se sia consapevole o meno che i destini di Messina si decideranno al 90% fuori da Messina, tra Palermo e Roma, non lo dà a vedere. Ma se il suo programma dei cento giorni è fedele allo slogan della campagna elettorale, “cambiamo Messina dal basso”, Accorinti ha già vinto. Unʼaltra volta.

SERGIO TODESCO Laureato in filosofia, è stato vincitore del primo concorso per antropologi bandito dalla Regione Sicilia. Nel 1983 è dirigente tecnico etno-antropologo al Museo Regionale, è stato per ventʼanni Direttore della Sezione per i Beni Etno-antropologici presso la Soprintendenza

GAETANO CACCIOLA Ingegnere elettrotecnico, ha collaborato dal 1979 al 1982 con lo scienziato Nicola Giordano. Eʼ direttore del Centro Nazionale Ricerche di Contesse dal 1996, e si è occupato di energie rinnovbili, settore nel quale è rappresentantealla Commissione europea

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SERGIO DE COLA Laureato in ingegneria civile edile, ha collaborato con la facoltà di Architettura dellʼuniversità di Reggio Calabria in qualità di docente. Nel 2001 è stato consulente per il ministero degli Esteri. Lo studio De Cola ha elaborato il progetto di riqualificazione di Capo Peloro

L’INTERVISTA. Parla Guido Signorino, neo assessore al Bilancio

Come ti evito il default Servizi pubblici, macchina amministrativa efficiente, moderata apertura ai privati e speranze riposte nel “decreto 35”. Ecco la ricetta per continuare a sperare DI ALESSIO CASPANELLO

MESSINA. “Un ente pubblico deve favorire lʼarmonia tra cointeressi a volte anche contrapposti tra loro, e realizzare benessere. Come? Produrre redistribuendo e redistribuire producendo”. La voce di Guido Signorino è un sussurro lieve, gentile, anche quando snocciola dati, cifre e circostanze da pelle dʼoca. Quanti debiti ha il comune di Messina, come li ha maturati, cosa fare per venirne faticosamente fuori. Cinquantaquattro anni, Signorino è ordinario di Economia applicata e Economia dello sviluppo e relazioni internazionali presso il dipartimento di Economia dellʼuniversità di Messina ed è stato consulente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, autore di numerose pubblicazioni in campo scientifico, e da martedi mattina è assessore al Bilancio ed allo Sviluppo della nuova amministrazione guidata da Renato Accorinti. Lʼuomo sulle cui spalle pesa la salvezza del comune di Messina. IL FARDELLO. La prima delle grane che lʼamministrazione Accorinti si troverà

ad affrontare è la praticamente certa bocciatura del piano di riequilibrio proposto dalla gestione commissariale di Luigi Croce. Il che significherebbe dissesto. “Siamo ancora in attesa che il ministero dia risposta alla lettera scritta da Croce e sollecitata tre settimane fa dai sei candidati a sindaco. Nel frattempo ci muoviamo”. Come? Partendo dal capire da quanti debiti è gravato il comune di Messina. E lì viene fuori lʼaccademico. “In economia esistono vari modi di catalogare i passivi, e la differenza dipende dal “limite” rispetto al quale si calcolano. Dobbiamo capire quanti di quelli conteggiati oggi siano certificati, quanti fuori bilancio e quanti potenziali. Anzi - illustra, penna alla mano - dobbiamo chiarirci prima sul significato della parola “debito”, su cosa ha richiesto la Corte dei Conti. Poi potremo intervenire”. E qualche idea, Signorino già lʼha buttata giù. “Dalle informazioni che ho assunto - spiega il neo assessore - sembra che il governo nazionale abbia intenzione di riaprire i termini del decreto 35, quello relativo ai pagamenti dei debiti scaduti della pubblica amministrazione e degli “spazi finanziari” del quale il comune di Messina non ha ufufruito. La copertura di quaranta miliardi prevista in origine - continua Signorino - ha

inciso sul 62% dei debiti contratti dalle pubbliche amministrazioni. In realtà, ho avuto modo di vedere che i paletti rigidi che erano stati fissati in realtà non sono stati poi ritenuti così vincolanti, nel senso che si è privilegiato lo spirito della legge piuttosto che la forma, e parecchi enti locali ne hanno massicciamente approfittato”. Come potrebbe influire la riapertura dei termini sulle casse di palazzo Zanca? COME TI BLOCCO IL DEFAULT. “Sostanzialmente - spiega Signorino - si tratta di unʼanticipazione concessa dalla cassa Depositi e prestiti scomputabile in trentʼanni al tasso del 3%, quindi molto più conveniente dei termini previsti dal piano di riequilibrio, che presentava tassi più alti e dieci anni per il rientro. Questo vuol dire due cose: che nel caso in cui potessimo accedervi, il piano di riequilibrio andrebbe necessariamente modificato, e che la ristrutturazione del debito sarebbe molto meno onerosa, visto che se teniamo valida la percentuale del 62% dei debiti “soddisfatti” attraverso questo strumento, il rimanente scomputo da effettuare in dieci anni si ridurrebbe a poco più di un terzo. E per palazzo Zanca sarebbe una boccata dʼossigeno”. Accanto alla speranza, cʼè da fare i conti con la realtà attuale. “Dobbiamo

POLEMICHE A DISTANZA

Coglitore contro Croce, in cauda venenum Il ragioniere generale si scaglia contro il commissario. Ed i suoi esperti

Nando Coglitore e Giovanni Di Leo

MESSINA. Non si sono mai amati, al limite sopportati a vicenda. Otto mesi di incomprensioni, di numeri contrastanti, di scambi cortesi di lettere velenose, e oggi che le stradesi sono separate, di sallosini dalla scarpa da togliersi. Da una parte il ragioniere generale Nando Coglitore, al suo fianco il dirigente economico Giovanni Di Leo, dallʼaltra il commissario straordinario Luigi Croce ed i suoi quattro esperti (Nino Dalmazio, Luigi Saccà, Paolo Tommasello e Luigi Montalbano), in mezzo il jʼaccuse

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lanciato dai primi due allʼex procuratore capo. “L'ultima gestione commissariale certamente non ha brillato e non si è rivelata la migliore nei rapporti con la dirigenza; è stata connotata da diffidenza, presunzione e atti di prevaricazione nei confronti di questʼarea economico finanziaria, basti pensare allʼassenza dei dirigenti del settore in tutte le conferenze in cui si è discusso dei problemi finanziari dellʼente”, attaccano frontalmente Coglitore e Di Leo., prima di sparare a palle incatenate contro gli atti del commissario e del suo pool. “La doppia relazione, presentata il 9 novembre dello scorso anno alla Corte dei Conti, documento richiesto solo a questʼarea ed al Collegio dei Revisori, trasmesso in anticipo al commissario Croce, il quale si è presentato con i suoi esperti e con un'altra relazione, non richiesta, a noi sconosciuta e riportante una serie di incongruenze (debiti dellʼAto3, Atm, ecc.), che molto probabilmente hanno orientato la Corte dei Conti in senso negativo”. Solo questo? Niente affatto, la “doppia relazione” a partire dalla quale i rapporti tra le due parti si sono irrimediabilmente incrinati non è che lʼinizio: “La conferenza

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DANIELE IALACQUA Ex presidente di legambiente Messina, insegna diritto ed economia nelle scuole secondarie superiori di Messina e provincia. Ha chiuso da poco la militanza nei partiti Rifondazione comunista prima e Sinistra Ecologia e Libertà). poi. Si occuperà di ambiente e verde

FILIPPO CUCINOTTA Ha 29 anni, si è laureato a 22 anni in ingegneria navale a Genova, vanta collaborazioni con università statunitensi, oggi è titolare di un Assegno di Ricerca ed è stato team manager nel progetto "Mille e una Vela per l'Università”. Sua la delega a Mare e Protezione civile

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PATRIZIA PANARELLO Classe 1975, Ricercatrice universitaria del Dipartimento di Scienze Pedagogiche e Psicologiche G. Catalfamo alla Facoltà di Scienze della Formazione dellʼUniversità di Messina, è autrice di diverse pubblicazioni e si occupa di reti solidali e associative

NINO MANTINEO Professore associato di Diritto Ecclesiastico, Diritto canonico e Diritto e Religioni presso la Facoltà di Giurisprudenza di Catanzaro, è stato presidente del Cesv (Centro Servizi per il Volontariato) per tredici anni e del Tribunale dei diritti del malato di Messina

SCADENZE

Servizi sociali, è proroga MESSINA. La primissima “grana” della nuova amminstrazione Accorinti toccherà a Nino Mantineo, assessore alle politiche sociali alle prese con la scadenza dei bandi per i servizi. la soluzione? Una proroga. Breve. “Il fatto di esserci insediati praticamente ieri - spiega il neo assessore - ci costringerà ad attuare come unico mezzo per assicurare la continuità una proroga dei servizi attuati in questi mesi. Immaginiamo un periodo molto breve, tre mesi, perchè riteniamo che una proroga possa andare bene solo per le emergenze sociali. Il 29 giugno è giunto e ci siamo appena insediati, quindi intanto è necessario garantire servizi e personale, e subito dopo responsabilizzare i soggetti che effettuano il servizio e valutare il gradimento da parte di chi ne usufruisce. Il passo contemporaneo è quello di unire attorno ad un tavolo permanente tutti i soggetti istituzionali e sociali che possono concorre a definire le politiche di welfare comunitario che vogliamo attuare. Nella prima riunione di lunedi 1 luglio inizieramo a porre le basi per una programmazione almeno triennale da legare ai piani di zona. Imperativo è sbloccare il piano 2001-2003 che porterebbe almeno 11 milioni di euro, quindi proseguire con politiche sociosanitarie che puntino alla prevenzione”. (A.C.)

COME TI EVITO IL DEFAULT. L’assessore al Bilancio Guido Signorino senzʼaltro procedere con economie di gestione, ma lì siamo intorno a qualche milione di euro di risparmio, se abbiamo intenzione di mantenere gli stessi servizi. Poi cʼè da intervenire sulla riscossione dei crediti, rispetto ai quali abbiamo ampi margini di attivazione”. Da questʼanno gli enti locali hanno autonomia in materia. Chi potrebbe occuparsene? Nella risposta di Signorino cʼè il leit motiv delle politiche della nuova amministrazione. PUBBLICO E IN HOUSE. “Siamo favorevoli a mantenere in house ogni forma di gestione, perchè siamo convinti che non

sia vero lʼassunto “pubblico=ineffiecienza”. Anzi - affonda il colpo - a guardare i numeri che fino ad oggi hanno contraddistinto la riscossione a Messina sembrerebbe vero il contrario”. A settembre del 2012, lʼex dirigente ai tributi Romolo Dellʼacqua (mercoledi a fitto colloquio con Signorino in veste di dirigente al Contenzioso, ndr) scriveva alla Serit, agente per la riscossione di palazzo Zanca, lamentando un catastrofico 0,24% di riscosso sullʼaccertato Tarsu. “Vuol dire che pagava un messinese su quattrocento...”, lascia cadere lì Signorino, sottolineando il

stampa del 12 novembre dello scorso anno, in cui sono stati dichiarati debiti per 240 milioni, di cui nessuno ha mai saputo fornire lʼelenco, il bilancio di previsione 2012 approvato il 31 dicembre scorso, contenente lʼentrata che il Commissario aveva concordato con il presidente della Regione, Rosario Crocetta, di 40 milioni che prima doveva essere di 200 milioni, poi di 90 milioni ed infine si è rivelato una beffa, in quanto la corresponsione è stata subordinata ad una serie di condizioni non realizzabili”. E tutto questo dopo appena due mesi dallʼinsediamento di Croce. E poi? Sempre peggio, spiegano Coglitore e Di Leo. “L'Area Coordinamento Economico Finanziario aveva più volte suggerito al commissario di approntare un bilancio non tenendo conto delle promesse della Regione siciliana. Infatti il 21 dicembre scorso è stato trasmesso lo schema di bilancio che, a nostro avviso, poteva essere approvato; è stato invece restituito con una nota, certamente predisposta dagli esperti, in cui venivano formulati rilievi incomprensibili ed inopportuni”. E se nella circostanza i due lamentano “ingerenze” da parte degli esperti, dallʼaltra si dolgono

concetto con un sorriso. Poi continua: “La gestione interna dei servizi consentirebbe di mantenere allʼente il profitto che altrimenti avrebbe un privato, e di alleggerire quindi il carico dalle spalle dei cittadini”. Questo vale anche per lʼAtm, il cui percorso tracciato dalle amministrazioni di Giuseppe Buzzanca e del commissario Luigi Croce prevede la trasformazione in Spa? “Riteniamo di si. Trasformare lʼAtm in spa vorrebbe dire sostanzialmente privatizzarla, mentre siamo dellʼavviso che il servizio debba restare interamente pubblico. Lʼapertura ai privati immaginiamo

di essere altre volte stati lasciati soli: “La predisposizione del piano di riequilibrio pluriennale 2013-2022, approvato dal Consiglio Comunale lʼ11 febbraio scorso, è stato redatto in perfetta solitudine senza alcuna direttiva dalla gestione commissariale”. Dulcis inn fundo, il contestatissimo contratto di servizio con lʼAmam che “avrebbe dovuto versare al Comune per lʼuso degli impianti, per un importo di 150 milioni, rateizzando la cifra in 10 milioni annui, e che lʼAmam, a sua volta, avrebbe dovuto recuperare aumentando le tariffe di erogazione dellʼacqua potabile senza preoccuparsi minimamente dellʼimpossibilità per il Consiglio Comunale di elevare le predette tariffe”. La bocciatura dellʼaula del contratto di servizio, di fatto, ha condannato al fallimento il piano di riequilibrio. Infine, la stoccata. “In definitiva la gestione commissariale si è concretizzata nella prima fase in unʼattività ispettiva, mediante lʼacquisizione di migliaia di documenti cartacei richiesti a tutti i dipartimenti e/o uffici, con conseguente dispendio di energie e di risorse: attività che non ha dato i frutti sperati”. Parola di Nando Coglitore e Giovanni Di Leo. (A.C.)

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possa avvenire solo per alcuni rami dʼazienda suscettibili di realizzare utili per conseguire i quali siano necessari investimenti che palazzo Zanca non è in grado di effettuare. Quindi officine, parcheggi, gestione pubblicità e trasporto turisti, per esempio. Stesso discorso per Messinambiente”. IL GIORNO DELLʼINCONTRO. Giovedi pomeriggio, Signorino e Accorinti hanno incontrato il ragioniere generale Nando Coglitore. Prima una ricognizione dei debiti, poi, seppure flebile, la speranza che si possa accedere al “decreto 35”.

Luigi Croce

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ALL’ATTACCO

«Subito l’Assemblea!» L’appello di Quero e Russo

IN CONTROLUCE. Il candidato del centrosinistra cresce di soli 2000 voti al ballottaggio

Chi ha tradito Calabrò? Nonostante l’affluenza ai minimi storici, il sorpasso di Accorinti ha tante ragioni. C’è chi accusa il Pdl, chi i renziani, chi gli errori del Pd. Ma basta guardare i consiglieri eletti per capire che... Accanto, il candidato del centrosinistra Felice Calabrò accanto a Matteo Renzi durante la manifestazione di chiusura della campagna elettorale. Sopra, sa dinistra, Armando Hyerace (Pd), Nino Germanà (Pdl) e Francesco Palano Quero (Pd)

DI TIZIANA CARUSO

MESSINA. A voler usare un eufemismo: “Qualcuno non ha creduto abbastanza”. Già i dati del primo turno avevano fatto registrare un netto distacco tra le preferenze ottenute dal candidato a sindaco del centrosinistra Felice Calabrò e quelle assegnate alle liste collegate (41.453 contro 82.375). Mancanza dell'effetto “trascinamento”, timore di esercitare un pressing controproducente nel chiedere il voto per se' e per il proprio candidato a sindaco o disinteresse vero e proprio hanno fatto un brutto scherzo al consigliere uscente del Pd che al primo turno non ha superato il 50% dei consensi per una manciata di voti, staccando di oltre 21mila preferenze il suo principale avversario Renato Accorinti che invece, personalmente, ha ottenuto il doppio dei voti rispetto all'unica lista che lo sosteneva. I “SEGNALI”. Ma queste premesse, nonostante “la forza dei numeri” su cui contava Calabrò, avrebbero dovuto metterlo in guardia sui potenziali risvolti del secondo turno e sul come prendere le misure a un potenziale, ancora più grande, exploit di Accorinti. “Al ballottaggio si riparte da zero”. Mica

tanto. Soprattutto con un gap così netto e la possibilità di far leva sul sostegno di una coalizione composta da ben otto liste che ha eletto 29 consiglieri comunali. E soprattutto se ci si scontra con un “movimento” neo-costituito che, dalla sua, sembrava avere come unico baluardo quello che da alcuni viene chiamato voto di protesta, da altri voto d'opinione. PER COLPA DI CHI. Calabrò, al secondo turno, ha aumentato i consensi (quasi 2mila preferenze in più) ma senza riuscire a serrare le fila di tutti quelli che pensava di “avere dalla sua parte” e che avrebbero dovuto sostenerlo in maniera più “lineare” sin dal primo turno.

L'esegesi della sconfitta, tuttavia, è stata esposta anche in altri termini. “Tutto il Pdl ha votato Accorinti!”, ha detto qualcuno. Ma, nonostante gli abbracci tra Enzo Garofalo e il pacifista, ad esempio Nino Germanà aveva espresso la sua predilezione per Calabrò e se anche, in blocco, tutti i votanti delle liste destrorse avessero appoggiato Accorinti, il candidato a sindaco avrebbe raggiunto circa 44mila preferenze (comunque 3mila in meno rispetto a quelle ottenute al II turno). La “colpa” della sconfitta di Calabrò è stata ancora attribuita al successo ottenuto da Accorinti nella IV circoscrizione e V circoscrizione a causa

MESSINA. Nel frattempo i “renziani” del circolo Pd “Libertà” definiscono “impellente ed ormai improcrastinabile” la convocazione di un'assemblea congiunta cittadina e provinciale del Partito Democratico di Messina per discutere in maniera approfondita le ragioni politiche che hanno condotto alla sconfitta del candidato del centrosinistra. “L'occasione della discussione - scrivono in una nota - dovrà essere franca e aperta, e dovrà anche individuare i percorsi di ricostruzione del Partito di Messina, che appare da mesi afasico, incapace di approntare strategie politiche, privo di organi direttivi e distaccato dalla società reale della città, come l'azzeramento del voto di opinione chiaramente dimostra”. E non finisce qui perchè i “renziani” chiedono che “la convocazione sia effettuata in tempi brevissimi, non potendosi ormai più rinviare una analisi politica che dinanzi ai risultati elettorali è obbligata”. Già ieri il circolo ha chiesto ufficialmente a Donatella Sindoni e ad Angela Bottari, presidenti delle assemblee di Partito, le convocazioni congiunte dell'assemblea, con all'ordine del giorno i seguenti punti: l'analisi politica dei risultati elettorali amministrativi e la discussione su organismi dirigenti del Partito Democratico di Messina. (T.C.)

dei malumori “renziani”. Calabrò, nelle due circoscrizioni, ha però aumentato il consenso rispetto al primo turno (da 6289 a 6929 e da 7861 a 7919). E, in più, se Accorinti, nella IV circoscrizione, ha più che doppiato le preferenze ottenute al I turno con una differenza di 6521 voti, il candidato presidente Quero, in totale, ha ottenuto “solo” 4432 preferenze. Idem nella V, dove la differenza tra I e II turno per Accorinti è stata di 6620 voti, mentre i voti personali assegnati al candidato presidente Alessandro Russo sono stati poco più di 3mila. Il vice-segretario cittadino del Pd, Armando Hyerace, spiega così l'esito del ballottaggio:

L’ANALISI di Giovanni Frazzica

Il ragazzo della porta accanto... UNA EVENTUALE VITTORIA di Felice Calabrò sarebbe stata omologata come una delle tante del centrosinistra, inserita in quella onda lunga di recupero che sta avvantaggiando un po’ ovunque il Pd e sarebbe passata inosservata. Ciò avrebbe reso doppiamente felice il regista dell’operazione, l’on. Francantonio Genovese, che avrebbe vinto senza avere tra i piedi un ingombrante attore protagonista. Ora, per la perdita a causa di quei 59 maledettissimi voti al primo turno, si ritrova con un fastidioso protagonista a Palazzo Zanca e con la sua regia fortemente contestata, mentre sul suo capo si addensano le nere nubi di una giustizia lenta, ma inesorabile. In effetti il lungo copione immaginato dal nipote di Gullotti, inizia con il prologo delle primarie per la scelta del Sindaco che, col suo sostegno, vengono vinte da Felice Calabrò, con cui si schierano le otto liste del centrosinistra contro le cinque della coalizione del Pdl,

guidata dall’on. Enzo Garofalo. Sembra che tutto il resto, Reset!, 5 Stelle, Accorinti e Coccinella restano in campo solo per assistere da vicino allo scontro tra i due protagonisti principali. Come è tuttavia noto, questa volta tutte le ciambelle non sono venute col buco: la prima difettosa è quella di Calabrò, che non riesce a vincere a primo turno, malgrado il grande successo delle sue liste che superano il 66%; la seconda ciambella senza buco è costituita dal sorpasso di Accorinti su Garofalo. Questo risultato viene percepito dai messinesi come un evento straordinario che rappresenta l’inizio della fine del clan Genovese che vorrebbe prendere anche la poltrona di Sindaco per chiudere la partita elettorale. La gente vede sullo sfondo una sfida difficilissima, ma non impossibile, riparte l’orgoglio popolare. Il collante è il rifiuto della casta politica cittadina che matura in una popolazione stremata dalla crescente soglia di povertà, dalla mancanza di lavoro e dal senso di ingiustizia frutto della iniqua ripartizione delle poche risorse disponibili. In particolare c’è un

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coro di no a Genovese perché, malgrado i tentativi di farlo apparire come un soggetto autonomo, nell’immaginario collettivo, Felice Calabrò, forse anche per una insufficiente campagna di comunicazione, sembra l’uomo del patron del Pd locale. Non è bastata la corsetta con la maglietta “Si Messina”, slogan insignificante che non ha attecchito o il ripetere fino alla nausea “Felice è un bravo ragazzo” a catturare un sol voto d’opinione. Le famiglie messinesi sono piene di bravi ragazzi, preparati e disoccupati, che spesso devono partire per cercare un lavoro, non hanno sopportato che attraverso una banale operazione di marketing pubblicitario venisse loro propinato un personaggio senza una storia personale e professionale importante, tale da costituire referenza e garanzia vera. Finito il sostegno delle liste e dei candidati, quando al ballottaggio il confronto diventa uomo a uomo, Accorinti ha letteralmente mangiato Calabrò e non è finita, qualcuno ha scritto: “Renato è diventato un leader malgré lui meme”. C’è ancora qualcosa che può accadere?

centonove

IN DIFESA

«Colpa delle primarie!» Picciolo e il “peccato originale” MESSINA. Secondo Giuseppe Picciolo la sconfitta del centrosinistra ha una causa ben precisa: «Nonostante Calabrò per noi fosse realmente un uomo nuovo - ha detto il parlamentare regionale dei Dr - è passato invece un messaggio vecchio: Accorinti spinto dal basso, Calabrò calato dall'alto. E ciò veniva da lontano. L'errore più grande - ha continuato Picciolo - è stato comunque commesso dalla coalizione con lo svolgimento di quel tipo di primarie che noi sin da subito abbiamo avversato ed alle quali, non a caso, non abbiamo partecipato. È stato un errore strategico dividere il gruppo dirigente del Pd che, purtroppo, non si e' rivelato sufficientemente maturo ed alla fine si è pagato il disimpegno di chi si è sentito, a torto, escluso dal progetto politico». Picciolo attribuisce insomma a “malumori” interni al Pd la sconfitta di Calabrò e, ad Accorinti, porge un invito: «Saremo al suo fianco per le battaglie di legalità, giustizia trasparenza ed innovazione con un'opposizione vigile ma costruttiva. Chiederemo al nuovo sindaco di mettere mano alla completa ristrutturazione della obsoleta macchina comunale e ci batteremo per realizzare in Consiglio i punti di programma che i Dr avrebbero comunque voluto attuare». (T.C.)

«Calabrò ha pagato colpe di altri. Sono stati accantonati vecchi e nuovi problemi, è mancato un confronto serio sulla questione formazione, sulle parlamentarie, sulla sconfitta nelle elezioni nazionali in Sicilia. Si è andati avanti ostinatamente con le primarie, cercando di inchiodare a questa scelta anche l'Udc e il Megafono, con il ridicolo tira e molla che tutti ricordano; non si è discusso, nel rispetto delle regole statutarie, sulla composizione delle liste; per spirito di coalizione, si è, erroneamente, deciso di non candidare i presidenti di quartiere uscenti del partito democratico. Le trasmigrazioni di alcuni

primopiano dal centro destra al centro sinistra, avvenute senza una preventiva presa dʼatto da parte dei competenti organi con lʼunico scopo di “prendere più voti”, ed il loro successivo inserimento soprattutto nelle nostre liste, hanno svilito lo spirito di cambiamento che chiedevano i cittadini». GEOGRAFIE ELETTORALI. Analizzando, inoltre, la mappa del voto, circoscrizione per circoscrizione, per consentire a Calabrò di vincere facile bastava la “fedeltà” dei candidati ai consigli di quartiere. Anche se per le circoscrizioni, così come per il Consiglio comunale, i risultati delle singole liste lievitano grazie anche alla preferenza di genere che rende meno quantificabili, ma comunque tangibili le “distanze” tra gli elettori “attratti” dai candidati consiglieri e quelli “portati” al sindaco, sono sotto gli occhi di tutti i divari tra il numero di preferenze ottenute nelle singole circoscrizioni dalla coalizione di centrosinistra e i voti assegnati a Felice Calabrò. Il I quartiere, ad esempio, ha fatto registrare un “distacco” di circa 4500 preferenze, mentre nel II si arriva a 6mila. Nella III circoscrizione, la cifra aumenta, con 8466 voti “mancanti”. Nella IV, il divario si assottiglia di nuovo con circa 3mila voti di differenza, mentre nella V è abisso: quasi 8mila voti “persi”. Nella VI sono, invece, meno di 3mila i voti che mancano all'appello. Qualche dato interessante sulla “spinta” impressa al risultato di Felice Calabrò lo si evince anche dai risultati degli eletti al Consiglio comunale, analizzando gli exploit di consiglieri e liste in alcuni seggi. Fanno rumore, ad esempio, i dati della sezione 14 di Santo Stefano medio dove Calabrò ha ottenuto 457 voti, mentre la somma delle preferenze assegnate ai soli consiglieri di Pd, Udc e Dr fa 521 e dove colpiscono i 112 voti di Salvatore Magazzù. O ancora quelli della sezione n.19 della scuola elementare di Mili marina, dove Calabrò ha ottenuto al secondo turno circa 224 preferenze, ma spiccano i 290 totali dell'Udc, con 107 voti andati all'uscente Mario Rizzo. O ancora la sezione 47 di Santa Lucia sopra Contesse dove, messi assieme, solo i voti di Pd e Megafono risultano 227, mentre quelli di Felice Calabrò 184. O ancora più eclatante il caso della sezione n.6 di Altolia, dove solo i Dr ottengono 165 preferenze, mentre Calabrò 92.

28 GIUGNO 2013

A TU PER TU

«Un’elezione e un desiderio»

L’opinione del costituzionalista Michele Ainis MESSINA. «La vittoria di Renato Accorinti rappresenta un segnale fortissimo e una richiesta di discontinuità rispetto alla storica egemonia che partiti e politici di lungo corso hanno esercitato a Messina». Pur precisando di non avere una percezione chiarissima di quello che si muove nel sottobosco politico della città e chiarendo di sentirsi ormai come un “marziano” dello Stretto, il costituzionalista Michele Ainis, che qualche mese fa, aveva declinato l'invito di candidarsi a sindaco per il centrosinistra, spiega così il “ciclone” Accorinti: «La sua elezione è frutto del desiderio di adottare strumenti nuovi, annida in se' il sentimento di chi non ne può più degli oligarchi che hanno ridotto una città in mutande, offendendo persino il comune senso del pudore. Messina è sempre stata una città governata da poteri trasversali, massonici e occulti. Con partiti e istituzioni che si combattono in pubblica piazza e poi si accordano in privato. E viceversa». Dichiarando di non propendere per la teoria del «suicidio deliberato causa crack delle casse comunali», Ainis commenta così la sconfitta del

centrosinistra: «Lo stesso Calabrò era sostenuto da una coalizione caratterizzata da trasversalità. A vincere così è stato il rifiuto delle solite nomenclature. Non ha di certo perso lui, ma quello che, nel senso comune, egli rappresentava. Era un tappo che doveva saltare». Ainis, ritornato a Messina pochi giorni prima del voto, ha deciso di partecipare da

“osservatore incuriosito” a una delle manifestazioni a sostegno di Accorinti. «Non me la sono sentita di salire sul palco, la mia presenza tra il pubblico è stata più che altro un atto di simpatia. Sinceramente non mi aspettavo che Renato vincesse, anche se in realtà avevo l'impressione che sarebbe stato votato da

un elettorato piuttosto vario. Mia madre, che ha 85 anni, mi aveva espresso la volontà di votarlo e, persino sua sorella, 88 anni e un credo politico completamente diverso, ha fatto lo stesso». Ma chiarisce: «Così come a Roma, in realtà, con la metà degli aventi diritto che si recano alle urne, più che festeggiare, si dovrebbe recitare un requiem della politica. Anche per chi ha vinto adesso arriveranno momenti duri: il giorno dopo l'elezione è sempre quello più difficile. È certamente gratificante non vincere per alchimie di palazzo, ma grazie al trascinante entusiasmo popolare che si è stati capaci di creare. L'entusiasmo, però, è come una bella donna: può tradirti da un momento all'altro». Ainis cita il caso del “Megafono” e dei 5 Stelle: «Il boom di queste realtà è stato generato dal forte desiderio di rivoluzione, ma oggi il loro consenso oggi è in declino. Spero non accada la stessa cosa a Messina. Ho letto i nomi degli assessori che compongono la giunta. Non li conosco tutti, ma credo che alcuni abbiano buone capacità. La speranza è che riescano a far bene».

QUI CENTRO

E D’alia apre a Renato Il ministro pronto ad aiutare l’amministrazione MESSINA. «Siamo ovviamente molto dispiaciuti per il risultato di Messina - ha commentato il ministro Gianpiero D'Alia dopo l'esito del ballottaggio - ma rispettiamo le scelte dei cittadini e ci assumiamo le responsabilità di quanto accaduto. A Felice Calabrò, una persona seria che avrebbe fatto molto bene il sindaco, va il nostro ringraziamento e la nostra solidarietà per questo epilogo così sfortunato. Ora, terminata la campagna elettorale – ha continuato - è il momento di accantonare le divisioni e collaborare, ognuno nel proprio ruolo, per il rilancio della città. Sono certo che Renato Accorinti, persona che conosco e stimo, saprà anteporre a tutto il bene di Messina e dei messinesi. Al nuovo sindaco e alla sua squadra che reputo di assoluta qualità auguro buon lavoro». È stato il primo politico messinese di rango ad aver chiamato Renato Accorinti all'indomani della vittoria, D'A-

lia, che ha inoltre spiegato: «Renato è una persona responsabile, auspico che si sviluppi una collaborazione col Consiglio comunale per risolvere i problemi esistenti. Non mi pento che l'Udc non abbia partecipato alle primarie con un proprio candidato, perchè così come sono state concepite dal Pd servono poco e niente, anzi in alcuni casi complicano la situazione. E non so sinceramente se questa sia stata la causa della sconfitta di Calabrò, certo che è al primo turno i cittadini scelgono la coalizione più che il candidato sindaco, mentre al ballottaggio scelgono la persona, penso che abbia inciso anche il voto di protesta concentrato su Accorinti». E sul futuro dell'amministrazione messinese D'Alia dice: «Noi possiamo sviluppare una collaborazione con Renato Accorinti su diversi fronti, il primo riguarda circa 200 milioni di euro per opere pubbliche importanti come il secondo approdo e la strada del mare, o ancora opere di riqualificazione ambientale che ha gestito e gestisce l'Ufficio del Genio Civile, o ancora sul fronte del risanamento economico e finanziario del Comune e su battaglie che già ci hanno unito come la progettazione di un modello Messina alternativo a quello del ponte sullo Stretto». (T.C.)

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Gianpiero D’Alia

T.C.

28 GIUGNO 2013

primopiano

TURN OVER. In una settimana, nuovi inquilini al Comune, all’Ateneo e alla Provincia

Messina cambia volto Insieme a Renato Accorinti, vanno ad occupare poltrone di vertice il Magnifico Pietro Navarra e il commissario Romano. Designazioni in arrivo al Tribunale, Camera di Commercio e Teatro DI DANIELE DE JOANNON

MESSINA. Una città che “cambia dal basso” ma che sta vedendo e vedrà rinnovarsi le poltrone più alte nel breve volgere di un paio di mesi. Già, perché lʼonda dellʼelezione “inaspettata” di Renato Accorinti bagnerà non solo i sottogoverni legati al primo cittadino. In ballo, ci sono infatti anche altri palazzi dove le poltrone di vertice sono destinate a trovare un nuovo titolare. IN CONTEMPORANEA. Nel giro di una settimana, non solo lʼingresso a piedi nudi di Accorinti ha dato uno scossone al palazzo più sfortunato e commissariato, il Comune, ma anche allʼUniversità di Messina cʼè stata la svolta. A indossare lʼermellino prima del suo ingresso naturale in carica è stato il vincitore delle elezioni, Pietro Navarra, che ha ricevuto lo scettro dal dimissionario Franco Tomasello, al governo dellʼAteneo per quasi un decennio. Classe 1968, un cognome che ha fatto la storia del Policlinico, il giovane Magnifico è ordinario alla Facoltà di Economia ed è un cervello rientrato in città, visto che dopo la laurea, nel 1990, si era perfezionato presso le Università di Pavia e Buckingham. Sempre quasi in contemporanea ad Accorinti, ha preso “possesso” della Provincia regionale Filippo Romano. Quarantasei anni, messinese, sposato con la segretaria comunale Evelina Riva, è viceprefetto dal 2009. Dopo una rapida presenza a Udine, e poi allʼufficio legislativo del Ministero dellʼInterno, ha prestato servizio a Reggio Calabria, Vibo Valentia e Lecce. Ma la sua esperienza più appassionante, più che a Platì e a Taurianova, dove è stato chiamato a gestire i Comuni sciolti per mafia, lʼha fatta insieme ad altri due commissari a Canicattì, nellʼex patria di Mangialasagne, alias lʼonorevole Lo Giudice, Udc, una sorta di Ciccio Mazzetta della tangente in Sicilia. Romano vive in una casa settecentesca nel quartiere storico del Tirone, a Messina, preda di incuria per decenni e, fino a pochi anni fa, di un enorme carico edilizio con la società Stu. EFFETTO ACCORINTI. Oltre agli incarichi nel consigli di amministrazione delle società partecipate e speciali del Comune, Accorinti dovrà accelerare sul Teatro di Messina. Allʼindomani della sua elezione, infatti, ha rassegnato le dimissioni il presidente Luciano Ordile, targato Unione di Centro e fondatore, da assessore regionale, dello stesso ente. ALTRI PALAZZI. In attesa di nuovi vertici sono anche la Camera di Commercio, che deve ricostituire gli

organi di gestione e da aprile è affidata a Franco de Francesco, e il Tribunale. Per la guida di palazzo Piacentini, ad aprile, la commissione incarichi direttivi del Csm aveva indicato Antonino Totaro. Si attende però il sigillo del Plenum. Sempre a Palazzo di Giustizia, va definito il nuovo Procuratore

Generale (a farne le veci è Melchiorre Briguglio) dopo il pensionamento di Franco Cassata, che ha così preceduto la sua incompatibilità in seguito a una condanna da parte del Giudice di Pace di Reggio Calabria per diffamazione ai danni della memoria di Adolfo Parmaliana. (D.D.J.)

CHI ENTRA E CHI ESCE Al centro, Filippo Romano, il commissario alla Provincia regionale che guiderà lʼente fino al definitivo scioglimento. Accanto, Luciano Ordile, che ha rassegnato le dimissioni da presidente del Teatro di Messina. A destra, Franco Cassata ex procuratore generale di Palazzo Piacentini

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centonove

CATANIA

Rivoluzione Liotta Svolta a Palazzo Minoriti CATANIA. Non solo ordinaria amministrazione, per i commissari inviati a gestire le Province regionali. A Catania, ad esempio, Antonella Liotta sta rivoluzionando lʼente, ma con sobrietà e senza proclami, dopo che sono venuti al pettine alcuni nodi della gestione dellʼex presidente Giuseppe Castiglione. Prima ha revocato lʼincarico di presidente dellʼOrganismo indipendente di valutazione allʼavvocato-professoressa Loredana Zappalà che, violando lʼesclusività prevista dalla legge, aveva ricevuto altri due incarichi uguali dalla famiglia FirrarelloCastiglione (al Comune di Bronte e allʼAto Acqua). Poi ha inoltrato una relazione alla Corte dei conti in seguito ad unʼinterrogazione consiliare che evidenzia come lʼex direttore generale Carmen Madonia avrebbe percepito compensi non dovuti per decine di migliaia di euro. Ultima mossa la sostituzione del ragioniere generale Francesco Schilirò, il cui operato nel febbraio scorso è stato censurato proprio dalla Corte dei conti, che gli ha attribuito lo sforamento del patto di stabilità con il bilancio 2010, mentre sono in corso ulteriori accertamenti interni sulla cattiva gestione del “caso Ifi”, una vicenda da 23 milioni di euro. A spingere Schilirò a chiedere il trasferimento, questa la motivazione ufficiale, sarebbero le precarie condizioni di salute, che, però, non gli hanno impedito di recente di correre per la carica di sindaco di Castel di Judica, con risultati per lui deludenti. Dei nove commissari da designare, mancano ancora quelli di Agrigento ed Enna. Per il resto, il Governo Crocetta ha effettuato tutte le altre designazione. I “nuovi” sono Domenico Tucci a Palermo, Alessandro Giacchetti a Siracusa e il già citato nel pezzo accanto Filippo Romano a Messina. Restano in carica i quattro uscenti: oltre a Liotta , Darco Pellos a Trapani, Giovanni Scarso a Ragusa e Raffaele Sirico a Caltanissetta.

Politica

28 GIUGNO 2013

centonove

BALLOTTAGGI. Il Movimento conquista il suo primo capoluogo siciliano

Grillo, successo Piccitto Con il 69% l’esponente di 5 Stelle espugna Ragusa e batte Giovanni Cosentini, sul cui nome si era registrata anche una spaccatura. Esulta il presidente Crocetta, con una “giravolta” PALERMO. Cʼè chi, come Davide Faraone, parla di un successo dei renziani (corrente alla quale approda anche il sindaco di Agrigento Marco Zambuto, lasciando lʼUdc). Cʼè poi il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, che si dice più che soddisfatto dallʼesito dei ballottaggi che premiano il partito. E cʼè, infine, il presidente della Regione Rosario Crocetta, il quale, con una giravolta spaziale, trasforma i due risultati più importanti del secondo turno, Messina e Ragusa, come un successo del modello Sicilia contro la vecchia politica. Quella stessa cui era accanto nei comizi di chiusura. RINASCE IL 5 STELLE. In un secondo turno dallʼaffluenza bassissima, oltre alla vittoria dellʼoutsider Renato a Accontinti a Messina, lʼaltro dato rilevante è il trionfo del Movimento 5stelle a Ragusa, che diventa il primo comune targato Grillo in Sicilia. Federico Piccitto, infatti, è sindaco col 69%, più del doppio dei voti di Giovanni Cosentini, già vice sindaco ed ex cuffariano, sostenuto da Pd, Udc e dall'ex sindaco Nello Dipasquale, che dopo aver voltato le spalle al Pdl, è transitato, col suo movimento “Territorio”, nel Megafono, la creatura politica del governatore siciliano. Piccitto vince e stravince. Il neo sindaco conquista anche il premio di maggioranza, ottenendo 20 dei 30 seggi in consiglio comunale. Per i 5 Stelle è un nuovo punto di partenza dopo le debacle del primo turno. Così il capo dei portavoce allʼArs, Giancarlo Cancelleri: «Il lavoro per noi comincia adesso. Sarà un banco di prova duro, ma entusiasmante, visto che potremo operare non più da opposizione e con la grande opportunità di dimostrare a tutti cosa è unʼamministrazione a 5 Stelle». CROCETTA COME GOKU. Come un campione di “Dragonball”, il presidente della Regione ha ribaltato un risultato

IL SINDACO. Federico Piccitto RESPIRO A SIRACUSA. Il centrosinistra respira nel terzo capoluogo, Siracusa, dove il candidato di sostenuto dal Pd e dalle liste civiche Rinnoviamo Siracusa Adesso!, il Megafono e Garozzo Sindaco, è il nuovo sindaco dopo la vittoria su Ezechia Paolo Reale, rimasto fermo al 47,60%. Ma le polemiche interne al Pd in Sicilia sono aperte, come dimostra il caso di Valentina Spata, la giovane dirigente del partito che è stata espulsa per aver dichiarato il suo appoggio al candidato grillino, schierandosi contro il candidato di bandiera, Giovanni Cosentini.

LA SCHEDA

Chi trionfa e chi fa un tonfo nei 13 Comuni G ROSOLINI. Vince Corrado Calvo, appoggiato da 4 liste civiche ed eletto col 52,23%. Alle sue spalle Pippo Incatasciato (civiche). G ADRANO. Vince Giuseppe Ferrante (Pdl) con il 57,62% contro lʼex deputato Pdl Fabio Mancuso, sostenuto da tre civiche. G GIARRE. Vince Roberto Bonaccorsi (centrodestra), che raccoglie il 51,98%. Battuto Salvatore Andò (Pd+civiche). G BELPASSO. Vince Carlo Caputo (Articolo 4+civiche) con il 56,4% sullo sfidante, Santo Pulvirenti (Udc, Pdl e civiche). G BIANCAVILLA. Vince Giuseppe Glorioso (Pd, Articolo 4 e civiche) col 59,34% contro Antonio Bonanno (centrodestra). G MASCALUCIA. Vince Giovanni Leonardi (Pdl, Articolo 4 e civiche) col 51,7%. Batte Vincenzo Antonio Magra (civiche), che si ferma al 48,3%

Pd, un nuovo corso Piro e Crisafulli anti-Megafono PALERMO. Lʼappuntamento è venerdì mattina al jolly Hotel di Palermo e il nome dato alla convocazione dai maggiorenti del partito non ha equivoci: “Il nuovo corso del Pd”. Allʼincontro ha confermato la sua presenza anche il Presidente della Regione Rosario Crocetta. Che si troverà davanti le varie anime del Pd, dallʼarea ex Mattarella alla quale appartiene Wladimiro Crisafulli, allʼarea Letta rappresentata da Pino Apprendi, a quella liberal del sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Beretta, a quella renziana di Fabrizio Ferrandelli. Lʼinvito è stato esteso anche alla corrente “Innovazioni” di Francantonio Genovese e Nino Papania, dalla quale si sta staccando sempre più lʼex ministro Salvatore Cardinale che forma un gruppo a sé, con i Democratici Riformisti. Tante anime che concordano tutte su un unico punto: il Megafono di Rosario Crocetta deve indicare se è un partito indipendente o no. Se è così stia fuori dal Pd…. «Quel-

Piro

che inchioderebbe anche il Megafono e ha sparato una “onda energetica” contro gli alleati: «Considero enormemente positivo non solo il risultato dei comuni dove hanno vinto candidati del centrosinistra, ma anche il dato che viene fori a Ragusa e Messina, laddove a vincere sono sindaci espressione dei movimenti. Tutto ciò deve fare riflettere la vecchia politica, laddove il centrosinistra ha perso è soltanto perché i nostri candidati non sono apparsi come interpreti della domanda di cambiamento».

Così il secondo turno

REAZIONI

G SCORDIA. Vince Franco Tambone (Pd e Megafono) col 63,71%. Batte Rocco Sciacca (civiche). G PIAZZA ARMERINA. Vince Filippo Miroddi (Udc+civiche) col 61,95%. Batte Maurizio Prestifilippo (centrodestra), che si ferma al 38,05%. G PARTINICO. Vince Salvo Lo Biundo che batte al ballottaggio Gianfranco Bonnì. Lo Biundo, sostenuto da sette liste (tra le quali il Megafono), ha ottenuto 7.766 voti, pari al 55,89% per cento contro i 6.129 dello sfidante che si è fermato al 44,11% G COMISO. Vince Filippo Spataro appoggiato da Udc, Pd, Territorio e due civiche contro Giuseppe Alfano (centrodestra). G MODICA. Vince Ignazio Abbate (Udc+civiche) col 63,12% G PALMA DI MONTECHIARO. Vince Pasquale Amato, sostenuto dal Pdl e da due liste civiche, contro Rosario Bellanti, sostenuto dal Cantiere popolare e da tre liste civiche. G ACI SANTʼANTONIO. Vince il renziano Santo Caruso (53,96%). Ha sconfitto Enzo DʼAgata (46,04%), ex consigliere provinciale sostenuto dal centrodestra.

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PiroCapodicasa

la che si è venuta a creare - spiega a Centonove il portavoce del gruppo Franco Piro - è davvero una situazione imbarazzante: ci troviamo in presenza di un partito bi-facciale. Il Megafono è nato come lista di appoggio al Presidente, poi ha cominciato a fare gruppo a sé, ha cominciato a presentare liste a parte, è arrivato a nominare anche i coordinatori provinciali con una storia politica discussa, spesso in contrasto con le indicazioni del partito, per arrivare poi alle ultime elezioni amministrative, dove in molte città, come Piazza Armeriana, si è trovato in posizioni discordanti rispetto al partito. Una situazione francamente insostenibile». Ad essere critici per i comportamenti di Crocetta, che si muove «senza dare ascolto a nessuno sul territorio», ci sono vari presidenti di commissione, come Antonello Cracolici, che si occupa di Riforme Istituzionali e di Bruno Marziano, che presiede le Attività Produttive. Forte del rapporto con il senatore Beppe Lumia, Crocetta si sta muovendo, secondo il partito, in maniera ondivaga: da una parte sostiene di non volere fare nessun rimpasto, dallʼaltra si attornia di tecnici scelti a suo piacimento e poi in vari enti, strizza lʼocchio al centrodestra e nomina personaggi come Lo Maglio o anche come Bufardeci, lʼex sindaco di Forza Italia di Siracusa indicato al consiglio di Giustizia amministrativa.

Politica

28 GIUGNO 2013

centonove

SANTA TERESA DI RIVA. Il comune alle urne per votare i rappresentanti dei distretti

Al quartiere voto Focaccina Il sindaco Cateno De Luca ha istituito nel regolamento comunale le nuove figure. Settantadue i candidati per 54 poltrone. Ecco i papabili. Con tanto di soprannomi DI

MASSIMO FERRARO

SANTA TERESA DI RIVA. Si scalda il clima alla vigilia della prima storica disputa elettorale per lʼelezione dei comitati di quartiere. Un vero e proprio banco di prova per lʼamministrazione De Luca che aprendosi al confronto – anche serrato in taluni casi – con la base elettorale mette in gioco la propria credibilità ad un anno dallʼinsediamento col rischio di non raggiungere il quorum del 15 per cento degli aventi diritto al voto e non dei votanti che sono un bel gruzzolo di cittadini. Dopo una partenza in sordina nel centro jonico messinese si è creato un bel fermento con i nuovi “politici in provetta” che hanno risvegliato negli elettori una nuova voglia Alcuni candidati ai distretti di Santa Teresa di Riva di partecipazione che fa da contraltare alla tipica apatia che ha contraddistinto i santateresini negli ultimi lustri i quali hanno assistito inerti al lento declino del proprio paese. Sono 72 i candidati che si giocano i 54 posti a disposizione nei sei quartieri. Sono previsti nove componenti per ogni distretto, il primo degli eletti svolgerà le funzioni di presidente. Ogni quartiere vive realtà ed equilibri diversi con approcci differenti alla campagna elettorale, in alcune zone si arriverà alle urne con un accordo comune tra i concittadini in altri invece impera la caccia alla preferenza che prevede la doppia indicazione con lʼopzione di genere per facilitare la presenza femminile. Impazza in paese Cateno De Luca il “ toto presidente “ zona per zona. In

Il manifesto di Sebastiano Leo

quel di “Baracca-Catalmo” il primo a promuovere la lista è stato Sebastiano Leo in arte “focaccina” con tanto di manifesto, cammina in coppia con Antonella Aliberti, presidente dellʼAssociazione “Dispari” e da sempre impegnata con piglio e determinazione nellʼaffrontare tematiche sociale. Leo è dato tra i favoriti, girano anche i nomi di Marco Serri, Danilo Impellizzeri e Agatina Salimbene. “Ciumaredda Portosalvo-Cantidati” vede in lizza il più giovane dei candidati Cristian Triolo con appena 18 anni. Si sentono i nomi di Annalisa Miano, Sebastiano Aliberti, Santino Scarcella e Filippo Oneri. Nel quartiere “Centro-Torrevarata” spicca il nome di Paolo Cicciò candidato nella

lista di Carlo Lo Schiavo alle ultime comunali dovrebbe girare al fianco di Mariella Di Bella, sorella di un noto imprenditore della distribuzione alimentare locale. Presenze femminili “importanti” con Marcella Triolo, Patrizia Lezzi e Graziella Ascensione. “Bucalo-Sparagonà “ vanta il maggior numero di numero di candidati (quindici) con una lotta serrata nella corsa alla presidenza. Tra i favoriti Giovanni Remato, Rosario Pasquale, Giuseppe Migliastro e Rossella Sturiale. A “ Misserio-Fautarì “ lʼunico consigliere comunale ed aspirante “reggente” Santino Veri sembrerebbe orientato a portare sullo scettro lo “straniero” Antonino Briguglio che dovrebbe misurarsi con lʼunica candidata donna Patrizia Triolo. Outsider Giuseppe Tamà e lo chef Giuseppe Micalizzi che si è prodigato più di una volta al servizio della comunità locale pur non ricoprendo nessun ruolo istituzionale. In ogni caso tutti eletti essendo nove candidati per nove posti. Il quartiere modello dove si è respirato aria di collaborazione e spirito solidale è quello di “ GiardinoQuartarello- S. Gaetano “ dove tutti i residenti riunitisi in una cena conviviale preparata dalle famiglie hanno deciso di puntare unilateralmente sullʼAvvocato Buono che sarà il presidente designato sin dalla vigilia.

SANT’AGATA MILITELLO

Il consiglio che traballa L’aula sceglie il presidente Antonio Scurria. Ma la poltrona di qualche eletto “vacilla” SANTʼAGATA MILITELLO. Maggioranza ed opposizione giovedì sera si sono confrontate in consiglio dimostrando di essere blindate, ma non si esclude che lo scontro possa diventare più aspro dei toni palesati durante lʼultima campagna elettorale. Lʼelezione a presidente del consiglio di Antonio Scurria ha sancito che lʼoperato del sindaco e della sua giunta, sarà posta al vaglio di una maggioranza consiliare rigorosa e puntuale. Il presidente Antonio Scurria nel porre lʼattenzione sul dato elettorale, in cui i cittadini hanno scelto una mag-

gioranza consiliare politicamente opposta rispetto al nellʼesclusivo interesse della comunità. Ma la combatsindaco risultato eletto, ha auspicato un clima di dialotiva Elisa Gumina ha rispedito al sindaco Sottile lʼego tra tutti i consiglieri, garantendo il suo ufficio di asspressione poco felice che il risultato elettorale aveva soluta imparzialità. Ma lʼauspicio del presidente Scurdecretato il verdetto di “SantʼAgata città liberata”. “Liria è stato rivolto a tutte le forze politiche affinché “ prenberata da chi?” ha chiesto la portavoce della maggiodano atto di un risultato elettorale chiaranza Elisa Gumina, ribadendo i trarissimo, in cui eventuali, seppur legittiguardi di progresso civile raggiunti dalla mi, strascichi giudiziari, non potranno in comunità pacificata negli ultimi dieci analcun modo contribuire alla distensione ni di gestione amministrativa lungimidel clima politico. La posizione di elegrante. Alla prestigiosa carica istituzionagibilità dei venti consiglieri eletti potreble Scurria è approdato con i voti dei conbe essere sottoposta a severi esami. Ansiglieri eletti nella coalizione delle cinche il sindaco Carmelo Sottile, nel dique liste di riferimento al candidato a sinscorso del suo giuramento fatto durandaco, Benedetto Caiola, risultato sconte la seduta consiliare ha chiesto di trofitto dal responso delle urne, e che hanvare momenti di incontro tra maggiono conquistato la maggioranza nel conranza ed opposizione, per ricercare sosiglio comunale. luzioni condivise tra consiglio e giunta, Il presidente Antonio Scurria Nino Dragotto

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Politica

28 GIUGNO 2013

FURCI SICULO. A Matteo Francilia sta stretta la sconfitta per soli 29 voti

Ricorso sotto l’ombrellone Il politico dell’Udc si appresta a contestare la vittoria del neo sindaco Sebastiano Foti e si rivolge al Tar. Verifica per l’elegibilità della consigliera Maria Vera Scarcella DI GIUSEPPE PISTONE

FURCI SICULO. Mentre lʼamministrazione Foti si prepara a ripartire con lʼelezione del presidente del consiglio, Gianluca Di Bella, e del suo vice, Rosaria Ucchino, la lista avversaria “Lavoriamo per Furci” con Matteo Francilia sindaco, annuncia ricorso al giudice onorario o in ultima ipotesi anche al Tar. La notizia non è ancora ufficiale, ma negli ambienti politici circola con insistenza ed ha già messo in fibrillazione i neo eletti. Dunque Matteo non ha digerito per nulla la sconfitta elettorale per soli 29 voti e sarebbe pronto a giocarsi ancora lʼultima carta tentando di ribaltare lʼesito elettorale. A dimostrarlo una nota protocollata dallʼex vice sindaco Francesco Rigano, finito tra i banchi della minoranza, il quale avrebbe chiesto tutta la documentazione inerente le operazioni di voto. «Stiamo Matteo Francilia raccogliendo dati e informazioni per valutare il del Udc». Poi si sfoga. «In realtà i cittadini “caso della presunta ineleggibilità di Maria di Furci hanno perso unʼoccasione di Vera Scarcella” e soprattutto sul conteggio azzerare il vecchio modo di fare politica – dei voti – spiega il capogruppo di dice Francilia - ma continueremo a lavorare Minoranza Rigano. Insomma stiamo in direzione del cambiamento e del facendo unʼanalisi del voto per capire se ci sono i presupposti per il ricorso. Ma ancora rinnovamento al di la del ruolo istituzionale». Infine lancia un monito, è prematuro. Ne riparleremo tra qualche invitando il sindaco Foti a fare bene il suo settimana». Mentre Matteo Francilia non dovere per il paese”. A gettare un sasso conferma né smentisce. “Non me ne sto nello stagno è stata una lettera – denuncia occupando personalmente - dice al indirizzata alla segretaria comunale telefono - ho delegato Rigano. In questo Giuseppina Minissale in cui viene momento sono impegnato tra Palermo e contestata “lʼincandidabilità e Roma a lavoro con il Ministro Gianpiero lʼineleggibilità” del consigliere eletto Maria DʼAlia in attesa di definire i ruoli allʼinterno

Il sindaco Sebastiano Foti

Vera Scarcella (la più votata 409 preferenze) in quanto componente del consiglio di amministrazione del consorzio universitario jonico, di cui Furci Siculo è comune capofila. Una lettera che porta la firma di Melo Freni, ex assessore della giunta di Bruno Parisi, (candidato non rieletto). Contestazione che però non troverebbe riscontro in quanto Maria Vera Scarcella si sarebbe già dimessa prima dal consorzio il 13 giugno scorso e qualche giorno dopo anche dal consiglio comunale. Notizia che avrebbe suscitato qualche perplessità. «Questo esposto – denuncia

non ha sortito alcun effetto – spiega Maria Vera, 38 anni, avvocato di professione - è stata solo una lettera pretestuosa, non capisco lʼintento, ma alla fine non ho nulla da temere». Intanto il sindaco ha già assegnato le deleghe, nominando assessori Sandro Niosi, Saverio Palato, Maria Vera Scarcella e Raffaella Anastasi. Per la vice sindacatura non ha sciolto ancora le riserve. Ancora non ha assegnato la delega. Ma una cosa è certa - assicura il primo cittadino - il nome verrà fuori da un componente della sua giunta. Indiscrezioni rivelano che potrebbe essere Maria Vera Scarcella, la più discussa del momento. Capogruppo di maggioranza è stato nominato Santino Settimo. Con le dimissioni dei 4 consiglieri passati in giunta, entrano in consiglio Concetto Ralli, Agatino Pistone e Angelo Garufi. «Ancora manca il bilancio preventivo – spiega il neo assessore allo Sport, Turismo e Politiche giovanili, Saverio Palato – e siamo costretti a navigare a vista, ma anticipa che entro fine luglio ci saranno delle straordinarie novità lavorative per i giovani». Poi per le manifestazioni estive ha già in programma un cartellone di grandi eventi a costo zero, con film dʼautore nella cavea di Furci verde e notti bianche da sogno ogni sabato dʼagosto, chiudendo al traffico il lungomare. Il neo assessore alla pubblica istruzione e protezione civile, Sandro Niosi, punta invece allʼoriginalità, alla concretezza e allʼinnovazione per dare una svolta al paese.

ALI’ TERME

Aula ad “alta tensione” L’elezione di Lorenzo Grasso tra le ire dell’opposizione. Marino sceglie l’esecutivo ALIʼ TERME. Nessuno sembra voler archiviare la campagna elettorale. In paese si respira ancora un clima ad alta tensione. Politica sʼintende. Tantʼè che il giorno della proclamazione degli eletti si è dovuto ricorrere a sospendere la seduta per 5 minuti in quanto lʼex sindaco Lorenzo Grasso non avrebbe permesso alcun intervento prima delle dichiarazioni di voto per la presidenza del consiglio. Eʼ bastato a scatenare in aula un putiferio con il consigliere di minoranza, Teresa Vittiglio che alla fine ha preso la parola. Dunque le elezioni non so-

no state ancora cancellate. E cʼè chi tenta una rivalsa elettorale. Come lʼex sindaco, Antongiacomo Rizzo surclassato anche questa volta, che in consiglio potrà contare solo su unʼesigua minoranza. Intanto il neo sindaco, Giuseppe Marino, ha varato la nuova giunta, stu-

Al centro il sindaco Giuseppe Marino con la sua giunta pagina 15

diata di concerto con il suo ex sindaco, Lorenzo Grasso, eletto con soli 8 voti dalla maggioranza alla guida dellʼaula. Mentre la minoranza avrebbe voluto eleggere Giovanna Manganaro, la più votata (223 preferenze). Vice presidente del consiglio è stato eletto Roberto Romeo. La coalizione di Marino alla fine è rimasta coesa e senza spaccature, rispettando gli accordi politici per designare lʼesecutivo amministrativo. Targato poi di fatto sempre “Grasso” nonostante lʼinsuccesso elettorale che lo ha relegato agli ultimi posti in classifica con appena 85 voti. Ritornano sul podio così Maria Rita Muzzio e Carmelo Sparacino, già assessori uscenti e Marco Di Nuzzo, ex capogruppo di maggioranza. Mentre Pietro Caminiti è stato “promosso” a vice sindaco. Tommaso Micalizzi, assessore uscente, invece si è accontentato di ricevere la “targhetta” di capogruppo di maggioranza. Insomma un vero rimpasto per non scontentare nessuno.(GIU. PIST)

Politica

28 GIUGNO 2013

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TERME VIGLIATORE. Il sindaco trova la formula giusta e fa quadrare i posti in Giunta e Consiglio

Le alchimie di Bartolino Il farmacista accontenta i gruppi di Giambò, Sottile e Duci. In aula “piazza” alla presidenza l’ex sindaco Nicolò Gennaro. Prime scintille all’interno dell’opposizione DI

PASQUALINO MATERIA

TERME VIGLIATORE. Allʼultimo, con uno dei suoi ritrovati magici, Bartolino Cipriano ritrova lʼequilibrio politico in seno alla sua coalizione e con un escamotage che esce fuori dal cilindro magico, accontenta tutti. Ecco allora che a qualche ora dallʼinizio dellʼinsediamento del nuovo consiglio comunale di Terme Vigliatore, viene protocollata la lettera con la nomina dei nuovi assessori della sua giunta nella quale ci sono anche le deleghe. Non è stato facile, a quanto è dato sapere, perché cʼerano dei gruppi consolidatisi qualche mese prima delle elezioni (come quello di Tonino Giambò con lʼex La nuova giunta di Terme Vigliatore. Al centro il sindaco Bartolino Cipriano candidato a sindaco Angelo Sottile) che ha quindi era a rischio. Il gruppo dei primi 4 giorni migliori, ottiene la riconferma che prodotto lʼelezione di tre consiglieri chiedeva la vice sindacatura, chi la è già tanto per il momento, avendo altre comunali (Matilde Trifiletti, deleghe di “peso”. Fatta la giunta tutto è collaboratrice da oltre quindici anni dello chiedeva per lo stesso Tonino Giambò ormai indicato assessore e chi per la stato più semplice a far eleggere il neo stesso Giambò; Nino Valenti che fa figlia del dottor Duci, Florinda, altra neo presidente del consiglio e il suo vice, capo al gruppo di vivaisti vicini a assessore. Allʼultimo, sembra che anche avendo adesso, dopo questa ritrovata Giambò; e Tommasa Sottile, nipote di Crisafulli la chiedesse per se e quindi le quadra, la possibilità di contare su 10 Angelo Sottile, che fino ad alcuni mesi cose si erano a quanto pare, complicate. voti. Prima dellʼinizio dei lavori, lʼex vice fa era allʼopposizione di Cipriano). Nella mattinata di martedì 25 giugno, sindaco e ora consigliere di minoranza, Coalizione attorno al quale si è mosso Cipriano trova la quadra e assegna la Carmelino Costantino, considerato che lʼaltro gruppo che ha eletto il consigliere delega di vice alla giovane Duci, nomina il nuovo consiglio comunale potrà Carmelo Salamone, sostenuto che mette dʼaccordo tutti. Lʼaltro contare sulla presenza di ben sette dallʼavvocato Carmelo Cicero e dallʼex assessore Nino Giambò, già designato donne, con un grande gesto di sindaco Giovanni Duci. A questi neo in campagna elettorale, viene galanteria, ha consegnato loro un quattro consiglieri, si stava o si è riconfermato in quota Domenico mazzo di fiori. Dopodichè i lavori si sono avvicinato, non è dato capire, anche Genovese che è stato il primo eletto fra un poʼ riscaldati perché Nino Cipriano, lʼassessore uscente, Gino Crisafulli, il gli uomini con ben 320 voti. Gino altro consigliere di minoranza e che quale ha visto rieletta la cugina Carmen Crisafulli, alla fine, in attesa forse di sembra destinato a diventarne il Crisafulli. La maggioranza consiliare

Aurora Caggigi capogruppo, ha appiccato la miccia nel suo discorso accusando i colleghi di maggioranza di arroganza nellʼapplicare la legge dei numeri e chiedendo un atto di democrazia che doveva portare questi ultimi a nominare come vice presidente un loro rappresentante. Fra Cipriano e Tommasa Sottile e Domenico Munafò, si sono riscaldati gli animi che, sommata alla temperatura sempre più alta della sala che vedeva una presenza massiccia di cittadini (ma accade solo alle prime volte…), faceva presagire ad un finale imprevisto, ma al momento, così non è stato. Eʼ stato eletto così presidente Gennaro Nicolò che adesso completa gli incarichi in 25 anni di attività politica che lo hanno visto nellʼassise pubblica: consigliere, capogruppo di maggioranza, assessore, vice sindaco e sindaco fra lʼaltro che ha dovuto subire anche lʼonta dello scioglimento del consiglio comunale.Sua vice è stata eletta la neo consigliere Aurora Stella Cagigi che non solo ha ottenuto 468 voti risultando la prima eletta, ma è la prima diciottenne consigliere comunale nella storia del paese ma che adesso è anche la prima vice presidente donna e anche la più giovane nella storia del comune che proprio oggi, 28 giugno, festeggerà i suoi 47 anni di autonomia. La Cagigi, che per anzianità di voti ha dovuto presidere la seduta, lʼha fatto con una maturità del ruolo neanche se fosse una navigata consigliere comunale, senza mai farsi prendere dal panico. Forse, quando si parla di nuova maturità politica dei giovani non è un azzardo. Tutto a questo punto potrebbe sembrare risolto, ma forse non è proprio tutto oro quello che luccica e fra qualche mese potremo dire se ci eravamo sbagliati o meno.

MAZZARRA’ SANT’ANDREA

Bucolo: «Non mi dimetto» Smentite le voci sul ritorno alle urne MAZZARRAʼ SANTʼANDREA. «Mi dispiace per coloro che vogliono far credere il contrario, ma Mazzarrà SantʼAndrea non si tornerà a votare a breve». Risponde così il sindaco Salvatore Bucolo a coloro che provocatoriamente affermano che il primo cittadino è pronto a dimettersi. Allʼindomani della pubblicazione del resoconto annuale che il sindaco intende, comunque, presentare alla cittadinanza, lo stesso Bucolo rassicura tutti che non vi saranno prossimi appuntamenti elettorali. «Capisco che molti vorrebbero interpretare a proprio uso e consumo il senso del della relazione che farò alla comunità mazzarrese sul mio primo anno di attività amministrativa – dichiara Bucolo –. Capisco, inoltre, che i

miei avversari vorrebbero approfittare di questi momenti di difficoltà che il comune sta attraversando, a causa della disastrosa situazione economica ereditata dalla precedente amministrazione, per far credere che vi sono scontri con la società Tirreno Ambiente, ma hanno fatto male i conti». A

Salvatore Bucolo pagina 16

tal proposito, il sindaco Bucolo ci tiene ad evidenziare che il resoconto che nei prossimi giorni presenterà alla cittadinanza è anche finalizzato a fare chiarezza: «Nonostante i debiti ereditati, che ci vedono costretti a pagare ogni anno rate pari a 600 mila euro - continua - sono stati molti gli obiettivi raggiunti come “lʼassistenza economica finalizzata” con un progetto rivolto ai più bisognosi; lo sconto del 50% sullʼImu sulla prima casa per il 2012; sono state organizzate diverse attività sociali e tante sono state anche le opere realizzate come i lavori di restauro del tetto delle scuole e quelli al campo sportivo, la realizzazione dei bagni pubblici al centro civico (lavori in itinere); lʼabbattimento delle barriere architettoniche al Municipio. «Ritengo di poter migliorare la situazione con il recupero dei crediti per i quali ho avviato azioni legali – conclude Bucolo- sia per il recupero quote della società mista Tirreno Ambiente, che per il recupero dellʼequo indennizzo vantato dal comune nei confronti della stessa società».

Sicilia

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28 GIUGNO 2013

INCHIESTA. L’esponente politico del Pd indagato con l’accusa di aver usato soldi pubblici a fini personali

Formazione Genovese Nell’inchiesta finisce anche il cognato Franco Rinaldi, deputato dell’Ars ed Elio Sauta, ex consigliere comunale. Nel mirino della Procura la rendicontazione delle spese generali di alcuni enti di proprietà DI MICHELE SCHINELLA

MESSINA. Franco Rinaldi, mister preferenze, il più votato alle ultime elezioni per il rinnovo dellʼArs, cognato di Francantonio Genovese, il leader del Pd siciliano e deputato nazionale, aveva ammesso con sfontatezza davanti alle telecamere di Report che “gli enti di formazione” che i due esponenti politici controllano direttamente e indirettamente mediante prestanomi e familiari “sono dei bacini clientelari”. La Procura della Repubblica di Messina si è fatta lʼidea che oltre a servire per dare lavoro e raccogliere, quindi i voti, gli enti sono serviti tra il 2007 e il marzo del 2013 per drenare, attraverso raggiri ed artifici, risorse pubbliche destinate alla formazione e usate poi a fini personali. Unʼidea che è un ipotesi di reato, tutta da verificare e riscontrare con elementi di prova, a cui lavora un pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita. Sul registro degli indagati con lʼipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al peculato continuati sono finiti i due esponenti politici, le rispettive mogli, il nipote di Genovese, e alcuni stretti collaboratori tra cui spiccano i nomi di Concetta Cannavò e Graziella Feliciotto. Nomi pesanti che consentono di comprendere meglio come e dove sono indirizzate le indagini. NELLA RETE. La prima, oltre ad essere la segretaria di Francantonio Genovese, figura come con incarichi di amministratrice in una serie di società della galassia Genovese, che ha interesse nel campo immobiliare, dell ʻedilizia e della navigazione. Ma è anche Tesoriere del Pd provinciale: fu nominata, da ultimo, nel 2010 dal segretario provinciale Nino Bartolotta, ora

Francantonio Genovese assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti del governo Crocetta. La seconda è la moglie di Elio Sauta, consigliere comunale uscente del Pd, presidente dellʼAram di Messina, un altro ente di formazione ritenuto della galassia del deputato nazionale. Sauta, che Genovese quando fu sindaco, tra il 2006 e il 2007, mise alla guida dellʼIstituzione per i servizi sociali, non figura nellʼavviso di garanzia notificato ai due esponenti politici, tuttavia è indagato nel medesimo procedimento penale. Il procedimento penale (aperto nel 2011), anzi, ha preso le mosse dallʼiscrizione del suo nome sul registro degli indagati. Tutti gli altri sono stati iscritti il 13 novembre del 2012 quando sono emersi elementi nuovi. Nello stesso periodo in Procura si è presentato il legale Nicola Bozzo che ha fatto il nome di Francantonio Genovese

come lʼesponente politico che attraverso dei sofisticati strumenti giuridici elaborati nellʼassessorato alla Formazione allora guidato da Mario Centorrino, voluto da Genovese, ha posto le basi per lo shopping di enti di formazione. «Una circolare firmata dal dirigente generale Ludovico Albert gli ha consentito di comprarne alcuni», ha accusato Bozzo, chiamato a patrocinare alcuni enti. INSAZIABILE. Lʼesponente del Pd, nipote del potentissimo democristiano Nino Gullotti, otto volte ministro, tra il 2011 e il 2012, non pago di tutti gli enti di formazione che controllava, ha proceduto allʼacquisizione di due tra quelli con il maggior budget: lʼEnfap, lʼente della Uil e lo Ial, lʼente di formazione della Cisl. Il costo dellʼoperazione? Top secret. Nonostante la regione avesse tagliato i budget e fossero stati licenziati mille e

Elio Sauta ducento operatori (degli oltre 8mila impiegati nel settore), Genovese ha proceduto in questi nuovi enti ad alcune assunzioni: tra questi quella di Giandomenico La Fauci, il suo autista personale. SPESE GONFIATE. Dagli ambienti investigativi non filtrano notizie ma lʼimpressione è che gli investigatori hanno toccato con mano quello che tutti gli addetti ai lavori sussurrano ma su cui nessuno riesce a fare luce: la rendicontazione e il rimborso a piè di lista delle spese di gestione. La regione Sicilia, infatti, non solo paga solo tutta la spesa per il personale necessario per effettuare i corsi ma anche, nel limite di 24 euro per ogni ora corso, tutte le spese (per lʼaffitto della sede, il materiale didattico, le spese generali, la diaria agli studenti) che sono rendicontate con allegata fattura o ricevuta. Basta farsi fare, magari da società satellite, fatture di comodo gonfiate, e la truffa è servita: senza neanche faticare molto. DIFESA. «Le indagini mostreranno che gli enti di formazione sono stati gestiti in maniera corretta», sottolinea, attraverso i legali, Genovese. Che già ha toccato con mano gli effetti pratici dellʼinchiesta giudiziaria: era stato proposto dal Pd per fare il Segretario della Camera dei deputati ma la candidatura è stata messa in frigorifero. PARENTOPOLI. Una commissione di inchiesta dellʼArs presieduta dallʼesponente messinese del Pd, Filippo Panarello, ha stabilito che la formazione in Sicilia è “funzionale solo alle esigente occupazionali dei dipendenti degli enti”. «Non è vero che tutta la formazione è inutile. Ci sono dei corsi fatti bene che formano seriamente e altri che sono inutili. Parentopoli? Negli enti di formazione sono stati assunti i parenti di tutti: giornalisti , magistrati, politici e sindacalisti».

LA SCHEDA

L’impero imprenditoriale Moglie, cognate e nipoti alla guida delle strutture della galassia di famiglia

Franco Rinaldi

MESSINA. Oltre ai due esponenti politici, a Sauta e la moglie e alla segretaria Cannavò risultano indagati Chiara Schirò, moglie di. Francantonio Genovese; la sorella Giovanna Schirò; Rosalia Genovese, sorella del parlamentare; il dipendente di fiducia Roberto Giunta; Nicola Bartolone, consigliere comunale di maggioranza; il commercialista Salvatore Natoli, originario di Milazzo, consigliere comunale ad Acquedolci; la formatrice Graziella Feliciotto e Marco Lampuri, indicato come un nipote dei Genovese. Nella galassia degli enti di formazione di famiglia, Genovese indirettamente, controlla un ente: è proprietario e amministratore

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delegato della Gefin, che a sua volta detiene il 47 per cento della Training service di Barcellona. Il 46 per cento è invece, tramite lʼimmobiliare di famiglia Geimm, in mano a Franco Rinaldi. Il socio di minoranza della Geimm è Marco Lampuri, nipote di Genovese La moglie, Chiara Schirò, siede nel consiglio direttivo dellʼEsofop. Come la cognata, Giovanna Schirò. Unʼaltra cognata di Genovese, Elena Schirò, moglie di Rinaldi, guida invece la Libera università mediterranea di naturopatia (Lumen): questʼanno ha avuto più di 1 milione di euro. Infine cʼè la Nt Soft. E un altro nipote: Salvatore Davì. Nel 2012 ha avuto quasi 300 mila euro. Vista la selva di enti e parenti, come ha scritto occorre sintetizzare: sette esponenti dei Genovese, a partire dallʼonorevole capofamiglia, gestiscono quattro enti che hanno preso quasi 2 milioni di soldi pubblici nellʼanno 2012. La cifra non tiene conto dei budget che sono stati assegnati allʼEnfap e allo Ial Cisl: per questʼultimo ente la regione ha iniziato la procedura di revoca dellʼaccreditamento. (M.S.)

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28 GIUGNO 2013

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RIVOLUZIONI. Il magnifico dell’ateneo dopo nove anni lascia senza approvare il bilancio 2012

Tomasello cede lo scettro Al rettore in pectore Navarra aveva garantito che avrebbe prima esitato il consuntivo. L’economista la prossima settimana vara la squadra di Governo: ecco i papabili DI MICHELE SCHINELLA

MESSINA. Lʼuno, il re incontrastato per 9 anni, aveva la faccia distesa e sorridente di chi sembrava essersi liberato di un peso. Lʼaltro, il successore, ce lʼaveva tesa e preoccupata come chi ha la consapevolezza delle responsabilità e delle aspettative cui deve fare fronte. Il cambio della guardia al vertice dellʼʼateneo di Messina, più che dalla parole è condensato nei volti del navigato neurochirurgo e del giovane economista. Il regno di Franco Tomasello sullʼateneo di Messina che dura dal 2004 ed è stato intervallato solo da due sospensioni di due mesi per ordine della magistratura, si è chiuso con un sobrio atto di commiato che ha avuto come palcoscenico lʼaula magna dellʼUniversità. Pietro Navarra, un minuto dopo essere stato eletto, il 30 maggio del 2013, ha auspicato che Franco Tomasello, sponsor di Giacomo Dugo, candidato battuto nelle consultazioni, “lasciasse subito la guida dellʼateneo prendendo atto che ha puntato sul cavallo sbagliato”. Il rettore che alla vigilia delle elezioni aveva assicurato che avrebbe concluso la sua esperienza il 30 settembre del 2013, come prevede la legge”, dopo la sconfitta del suo candidato avvenuta 30 maggio del 2013, si è preso un mese di tempo dando a tutti lʼimpressione che di dimettersi anzitempo non aveva alcuna voglia. Poi però si è ravveduto e ha financo accellerato i tempi. ACCELLERAZIONI. «Completo lʼOfferta formativa, approvo il bilancio consuntivo e mi dimetto», aveva detto il rettore a Navarra nel corso di un colloquio riservato avvenuto a metà di giugno. Poichè i revisori dei conti sono stati convocati per il 4 luglio 2013 per dare il via libera al consuntivo 2012 preparato dagli uffici tutto lasciava pensare che il rettore avrebbe inviato le dimissioni a Roma, al nuovo ministro Maria Chiara Carrozza, a metà luglio. Dʼimprovviso, invece, ha dato

PRORETTORE IN PECTORE. Giovanni Cupaiuolo

PRORETTORE IN PECTORE. Emanuele Scribano

PASSAGGIO DI CONSEGNE. Franco Tomasello e

unʼaccellerata allʼuscita di scena, spiazzando il rettore in “pectore” . Tomasello non ha approvato il bilancio, non ha completato lʼofferta formativa e, come è emerso, ha lasciato in bilico il finanziamento dei dottorati di ricerca non completando gli adempimenti per ottenere i finanziamenti nazionali. SPIAZZATO. La decisione ha spiazzato lʼeconomista che in privato non ha nascosto la sua irritazione. «Visto che Il si tratta del bilancio consuntivo relativo alla sua gestione e che ha elaborato lui avrei preferito che fosse il rettore ad approvarlo», si lascia sfuggire Navarra. «Pazienza, vuol dire che affronteremo anche queste incombenze», sottolinea. «Il bilancio non lʼho visto ma il rettore mi ha assicurato chiuda in pareggio. Gli darò unʼocchiata nei prossimi giorni. Per lʼOfferta formativa e i dottorandi di ricerca non credo ci saranno problemi», rassicura. I DATI DI BILANCIO. Sono proprio i dati di bilancio a preoccupare il nuovo rettore. Il bilancio del 2012, quello da approvare, è

stato chiuso in pareggio grazie alla rinuncia da parte dei responsabili scientifici del 25% delle risorse europee che avevano avuto per svolgere i progetti di ricerca. Lʼateneo di Messina per il 2012 ha avuto dal Ministero dell’Università di Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) 154 milioni di euro: nel 2011 erano stati 157 milioni di euro. Solo 4 anni prima, per il 2008, aveva avuto 183 milioni di euro, quasi 30 milioni di euro in più. I 154 milioni di euro del 2012 sono bastati a stento per pagare tutti gli stipendi dei 1350 docenti (tra ordinari, associati e ricercatori a tempo indeterminato e determinato) e delle mille e 650 unità di personale tecnico amministrativo.Il decreto ancora non cʼè ma è sicuro che per il 2013 lʼFfo diminuirà ulteriormente e lʼateneo non potrà contare sul gettito delle tasse: lʼ evasione contributiva record degli studenti: uno su tre dichiara un reddito pari a zero. LA SQUADRA. Le dimissioni di Franco Tomasello dovranno essere accolte dal ministro Carrozza che dovrà nominare il successore. A quel punto Navarra sà nella

pienezza dei suoi poteri. Il primo nodo politico da sciogliere è quello della squadra di prorettori che lo affiancheranno nella guida dellʼateneo. Navarra, che ha predicato “una gestione condivisa, aperta e partecipata dellʼateneo”, aveva annunciato che sarebbe stato affiancato da 6 o 7 prorettori. Per Sabato 29 giugno è prevista una riunione decisiva per le scelte. I PAPABILI. Emanuele Scribano, lʼex preside della facoltà di Medicina, sarà sicuramente uno dei prorettori di29 giugno è prevista una riunione Navarra. Unʼaltro che farà parte “di diritto” della squadra di Governo è Giovanni Cupaiuolo: candidato a rettore, il docente di Letteratura latina, dopo aver conseguito al primo turno 222 voti, si è ritirato facendo confluire i suoi (decisivi) voti su Navarra. Uscendo dal campo delle sicurezze per entrare in quello delle probabilità, hanno buone chance di diventare prorettore Salvatore Cuzzocrea, figlio dellʼex rettore Diego; Fabrizio Guerrera (o in alternativa il collega di studio Dario Latella) entrambi docenti di

EREDITA’ FAMILIARI

Macrì, l’ultima arrivata La moglie di Dario vince un concorso ad Enna, e raggiunge i congiunti nel mondo accademico MESSINA. Il figlio, la figlia, il marito della figlia, e da ultima, dopo che lʼateneo di Messina era diventato lʼemblema di parentopoli in italia, la moglie del figlio. Franco Tomasello chiude il suo regno e se ne torna a fare il primario di neurochirurgia al Policlinico di Messina, impegno che cumulerà, sicuramente, con quello di responsabile scientifico del progetto di Neuroncologia finanziato con 13 milioni di euro e con quello di presidente designato (tale è sino a questo momento) della Fondazione universitaria. Nel corso dei nove ann di governo, la famiglia Tomasello nellʼorganico dellʼateneo ad alta densità familistica e, comunque, nel mondo accademico, si è andata espandendo.

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Lʼultima in ordine di tempo, ad arrivare, tra gli stretti congiunti di Tomasello nel mondo accademico è Sonia Macrì. La moglie di Dario Tomasello, il figlio primogenito del rettore (divenuto associato di Lettere nellʼateneo di Messina mentre il padre era rettore), ha vinto un concorso di ricercatore di Letteratura greca alla Facoltà di Comunicazione ed arte allʼateneo privato Kore di Enna bandito nel 2011. Finì (e poi uscì) negli atti di indagine sui concorsi truccati il concorso a due posti di ricercatore di diritto amministrativo bandito dallʼateneo di Messina nel 2007 per motivi strategici (in deroga alla regola del turn over e su impulso del rettore). Due posti, due candidati: Antonietta Lupo, figlia del capo del Personale, Aldo Lupo, e Francesco Martines. Chi era costui? Il figlio di Maria Chiara Aversa, prorettore di Tomasello e marito della figlia di Tomasello, Chiara. Questʼultima, specializzata in Oncologia alla Facoltà di Medicina, nel 2009 ha vinto un dottorato di ricerca: il decreto lò firmò suo padre in persona. Il dottorato è terminato e Chiara è in attesa di partecipare ai nuovi concorsi. (M.S.)

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28 GIUGNO 2013

RIVOLUZIONI. L’assessorato al Turismo cancella l’ente sportivo per i troppi debiti

Cus, soluzione finale «Incapace di perseguire l’oggetto sociale»: hanno sancito i funzionari regionali. Nonostante il buco evidente è stato investito di organizzare i Campionati universitari

Pietro Navarra diritto commerciale; potrebbe essere ripescato, a sorpresa Carlo Mazzù, ordinario di diritto civile, pro rettore, per un anno mezzo di Franco Tomasello che nel 2007 lo defestrò in malo modo. Benchè alleati di ferro di Navarra, nella squadra di Governo non ci saranno Giacomo Maisano, ex prorettore di Tomasello, e Ninni Pennisi, preside della Facoltà di Scienze della Formazione: entrambi, dopo lʼeliminazione delle facoltà, sono direttori di Dipartimento. PROROGHE SINE DIE. Tomasello lascia il rettorato ma è formalmente il presidente designato della Fondazione universitaria, ente voluto dal Magnifico alla vigilia della scadenza del mandato (non più rinnovabile) a cui sono state trasferite le competenze più importanti dellʼateneo e di cui si è fatto designare presidente. Tomasello continuerà a governare dallʼalto della Fondazione: «Ho detto pubblicamente e al rettore che verrà rivisto lʼassetto della Fondazione e anche le designazioni», assicura Navarra.

MESSINA. I tecnici dellʼassessorato regionale allo Sport e al Turismo non si sono accorti che la situazione finanziaria aveva superato i livelli di guardia nemmeno quando nel 2010 arrivarono due commissari straordinari che censirono in tutto 3 milioni e 600mila euro di debiti e pur avendo la vigilanza, hanno continuato ad erogare contributi e a promettere finanziamenti per lʼorganizzazione dei Campionati nazionali universitari, previsti e tenuti per il mese di giugno del 2012. Che, non sono mai arrivati, e hanno finito per aggravarne la situazione economica. La decisione di cancellare il Cus di Messina dallʼelenco delle associazioni riconosciute “ai sensi dellʼarticolo 27 del codice civile, perchè impossibilitato a perseguire lʼoggetto sociale” è stata presa dallʼassessorato guidato da Michela Stancheris agli inizi di giugno del 2013. Il mese prima, a maggio il Cusi nazionale, lʼorgano cui afferiscono i Cus locali, aveva revocato lʼaffiliazione. A marzo, invece, lʼassemblea dei soci aveva deliberato la liquidazione dellʼente affidandolo al commissario liquidatore Enzo Savasta. «Sto completando la contabilità che presenterò al più presto al presidente del Tribunale», spiega il consigliere nazionale della Federazione baseball. Ancora non ci sono i dati ufficiali ma i debiti si attestato sullʼordine di 4 milioni e 300 mila euro. Debiti a cui fanno da contraltare i creditori. La schiera di chi reclama soldi dallʼente sportivo si è infoltita a causa dei Campionati nazionali che hanno portato a Messina migliaia di atleti di tutti gli atenei italiani. Creditori che a decine si sono affidati ad avvocati e alla carte bollate per tentare di recuperare in tutto o in parte quanto è loro dovuto. I campionati infatti sono costati quasi 800mila euro ma nelle casse del Cus sono entrati solo 250mila euro: quelli promessi per lʼevento dallʼUniversità di Franco Tomasello,

PRESIDENTISSIMO. Piero Jaci

COMMISSARIO. Sergio Cama

che ha voluto a tutti i costi la manifestazione. Non è arrivato neanche un euro dei 500mila euro “promessi” dallʼex assessore al Turismo Daniele Tranchida, docente dellʼateneo di Messina. I Campionati risultano inseriti tra gli Eventi di grande richiamo turistico della regione Sicilia da finanziare con i fondi europei (cosiddetti Grandi eventi, ndr). Secondo quanto dichiarato dal rettore Tomasello la titolarità della manifestazione era della regione Sicilia, così come era stato pubblicato sullʼhome page dellʼateneo. L’assessore, il 12 aprile del 2013, un anno dopo, ha smentito: «La regione non ha mai avuto la titolarità dei Cnu. La regione ha cofinanziato a regia la manifestazione come c’è scritto nel calendario ufficiale pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 29 giugno del 2012. L’inerzia del Cus ha però messo a rischio 200mila euro». Il cofinanziamento a regia accordato da un decreto di un mese successivo alla fine della manifestazione avrebbe significato l’erogazione del 60% delle spese

sostenute: 300mila euro, invece dei 500mila. Non è arrivato neanche un euro perchè sui Grandi eventi è scattata un’inchiesta della Procura di Palermo che ha paralizzato l’assessorato portando la scorsa settimana agli arresti il vice capo di gabinetto dellʼassessorato Bruno De Vita e il dirigente Antonio Belcuore, accusati di corruzione e turbativa dʼasta, in relazione ad alcuni Eventi tenuti a Taormina. Persi i 200mila euro, Tranchida finanziò in extremis con 150mila euro di fondi a sua disposizione “per sostenere le iniziative turistiche” la cerimonia inaugurale trasformata la notte prima della stessa in Festa dellʼaccoglienza siciliana. Per ottenerli il Cus dovrebbe esibire le fatture quietanzate ma non avendo neanche un euro in cassa non lo può fare. Il Cus era stato affidato nel 2010 a Sergio Cama, politicamente molto vicino a Navarra: chiamato per risanare, nei due anni il buco è aumentato. I 3 milioni e 600mila sono stati totalizzati durante la gestione durata 30 anni di PIero Jaci.(M.S.)

AMMISSIONE A MEDICINA

Test, l’incognita “percentile” Da quest’anno il voto di maturità peserà sulle prove. Ma non per tutti allo stesso modo... MESSINA. Discriminazione su base provinciale invece che per Scuola superiore frequentata? I test di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso della facoltà di Medicina e chirurgia, fissati inizialmente per il mese di luglio, sono stati spostati dal ministro dellʼUniversità a settembre. Tuttavia le migliaia di studenti che si cimenteranno nelle contestatissime prove di ammissione per agguantare un posto che significa nel futuro un lavoro sicuro, da questʼanno alle solite angosce, uniranno delle preoccupazioni in più. Non solo 10 punti dei 100 (nonpiù 80) verrano attribuiti sulla base del voto del diploma

(cosiddetto bonus maturità) ma il loro voto verrà valutato in maniera diversa da Scuola a scuola, o meglio, secondo la decisione adottata da ultimo dal nuovo ministro dellʼUniversità Maria Chiara Carrozza, sulla base della provincia in cui si trova la Scuola in cui hanno conseguito la maturità. Per paradosso, infatti, ci potrebbero essere candidati che conseguono al test di ammissione lo stesso punteggio di altri concorrenti e, nonostante abbiano lo stesso voto di maturità, si classificano in graduatoria in posizione meno vantaggiosa e dunque finiscano per essere esclusi perchè la loro Scuola si trova in una provincia piuttosto che in unʼaltra. La decisione di far contare il voto di maturità e di farlo pesare in maniera diversa da Scuola a scuola il voto fu assunta dal ministro Francesco Profumo, che aveva anche anticipato i test a luglio, per cercare di temperare la lotteria dei test e di tenere comunque conto che il voto conseguito in un Liceo vale di più di uno conseguito in una scuola professionale o tecnica. A tal fine si era

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rispolverato il concetto di “percentile”, ovvero di un parametro statistico che consente di pesare il voto. Quanto peserà il voto di maturità sarà reso noto sul portale Universitaly del Ministero (www.universitaly.it) entro il 30 agosto 2013. Ma il rimedio si potrebbe rivelare peggiore del male. Santi Delia, il legale messinese che per conto dellʼUdu, ha curato una serie di ricorsi tesi a mettere nel nulla il numero chiuso, spiega: «Non mi pare in linea con la Costituzione, che impone allo Stato di assicurare lʼistruzione oltre che lʼaccesso al lavoro in condizioni di parità, discriminare un candidato perchè è nato nella provincia sbagliata o ha frequentato la scuola sbagliata». Criticità di cui è consapevole lo stesso ministro Carrozza che ha istituito una Commissione cui è stato affidato il compito di rivedere il sistema. Il calo delle iscrizioni ha indotto il ministro a spostare a dopo lʼestate i test. Il Tar, cui si era rivolto il legale Delia, ha stabilito che chi ha presentato la domanda entro il primo termine, può ancora modificarla. (M.S.)

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28 GIUGNO 2013

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SPORT. I successi di Nibali trascinano l’entusiasmo dei giovani talenti

Piccoli “squali” crescono Nella prima gara stagionale giovanissimi della Federazione ciclistica italiana a Villafranca trionfa il gruppo Pagano di Barcellona. Sospinto dalla passione degli ex “corridori” DI FRANCESCO PINIZZOTTO

VILLAFRANCA TIRRENA. Piccoli talenti crescono, mentre con maggiore dedizione le rispettive famiglie sostengono i sacrifici per avviarli allʼagonismo concreto, che i ragazzi ripagano con grande grinta e determinazione. I successi di Vincenzo Nibali, oltre modo, stanno anche rinvigorendo lʼamore per il ciclismo e anche gli appuntamenti sportivi del pedale riescono a coinvolgere sempre più appassionati e soprattutto famiglie intere. Come del resto è avvenuto domenica scorsa nellʼarea ex Pirelli a Villafranca Tirrena, dove si è corsa la prima gara stagionale della provincia di Messina in programma della Federazione ciclistica italiana. La prova per giovanissimi, ovvero bambini da 7 a 12 anni, ha visto impegnati una trentina di partecipanti che si sono dati battaglia su un percorso pianeggiante di 1 chilometro e 100 mentri, da ripetere più volte secondo la categoria e lʼetà di appartenenza dei bambini. Il primo start è scattato per la categoria G2 dei bambini fino ad 8 anni e qui il duello si è fatto subito interessante. In gran spolvero la coppia dei piccolissimi “figli dʼarte”

I piccoli ciclisti pronti allo start della gara di Villafranca Gangemi. Alessandro Gangemi è figlio dellʼex corridore Giuseppe mentre Antonio è figlio dellʼaltro ex ciclista Nello. I due si distinguono subito per il bel duello che rende gradevole la competizione ed alla fine a primeggiare è Alessandro, che precede di qualche secondo Antonio, mentre sul podio finisce anche Alan

Nania, pure lui (come i due Gangemi) tesserati per il Gruppo sportivo Pagano di Barcellona. Nella categoria G3 riservata ai bambini fino a 9 anni si sono distinti in un bel duello Stefano Castellano e Antonio Giardina, con la vittoria in volata di Castellano, e con Salvatore Calabrò sul terzo gradino

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Antonio e Alessandro Gangemi del podio. Nella categoria G4 dei bambini fino a 10 anni la gara si caratterizza da un gruppetto in fuga, con la vittoria finale della coppia del team Pagano: Fabio Cuzzucrea seguito da Gabriele Munafò. Apprezzato anche il quarto posto di Manfredi Leggio del team Mancuso, costituito dallʼex ciclista professionista di San Filippo del Mela. Nellʼultima gara, riservata ai bambini di 11 e 12 anni una coppia prende il largo da metà competizione in poi: Munafò del team Pagano e Zuccaro del team Toscano di Catania, ed è proprio lʼetneo a vincere dopo una lunga ed incerta volata che ha entusiasmato tutti i presenti. Alla fine il premio alla società è andato al Gruppo sportivo Pagano di Barcellona guidato da Nello Gangemi, direttore sportivo del team della città del Longano, ma non solo semplice direttore sportivo di ruolo, ma anche allenatore, amico dei bambini per cui è sempre pronto ad aiutarli ed a consigliarli nelle loro scelte sportive. Il team barcellonese è costituito da 15 allievi corridori. Il secondo posto della graduatoria finale della manifestazione è andato alla Max bici, mentre il terzo gradino del podio se lʼè aggiudicato la Società ciclistica Cambria Mancuso.

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28 GIUGNO 2013

NELL’OCCHIO DEL CICLONE. Il presidente uscente dell’ordine degli Ingegneri Santi Trovato

MESSINA. Si va al voto per il rinnovo delle cariche. Ecco gli schieramenti

Ingegneri contro Il presidente uscente Santi Trovato nell’occhio del ciclone, e un bilancio che sarà approvato dal prossimo consiglio. Chi scende in campo. E le strategie in gioco DI ALESSIO

CASPANELLO

MESSINA. Quarantuno candidati, due giorni di voti, un consiglio da rieleggere e un ordine spaccato in due e travolto da un bilancio contestato. Gli ingegneri di Messina vanno al voto per il rinnovo delle cariche, e lo fanno nel momento più teso. A rischiare è lʼattuale presidente Santi Trovato, fino a qualche giorno fa in possesso di una maggioranza “bulgara” in consiglio, ed oggi in ambasce per un fuoco incrociato di polemiche.

I CONTENDENTI. Da un lato Trovato, dallʼaltro Roberto DʼAndrea e Giuseppe Ricciardi, ma la battaglia sostanziale è tra due “fazioni”: quella che sostiene il presidente uscente e quella opposta, guidata dal presidente del sindacato Inarsind di Messina Pierluigi Pettinato (che a fine maggio ha indirizzato contro la gestione di trovato un “missile”) e dallo storico avversario di Trovato, lʼex assessore Arturo Alonci, benchè nessuno dei due sia candidato. Dalla sua, però, Trovato è riuscito a portare due “pezzi da novanta”: Luciano Taranto, uomo

Nino Barone

centonove

Udc ed ex amministratore dellʼAto3, e Nunzio Santoro, dirigente di sezione del dipartimento comunale allʼEdilizia. E gli altri? CHI CʼEʼ E CHI NO. Sui quindici del consiglio attuale, in parecchi hanno gettato la spugna. Manlio Marino, Giuseppe Falsone, Mario Pizzino, Carmelo Famà e Dario De Domenico, hanno ritenuto di aver concluso la loro esperienza da consiglieri, non ripresentandosi alla competizione. Di diverso avviso sono stati lo stesso Trovato, Antonio Barone, Giuseppe Rando, Francesco Triolo (oggi tesoriere), Gianluca Mirenda, Paolo Cigala, Domenico Crinò, Giovanni Ferlazzo, Carmelo Sottile e Marilena Maccora, tutti consiglieri che hanno scelto di ricandidarsi, e tutti consiglieri che, col tempo, si sono avvicinati alle posizioni di Trovato. Al voto del 2009, infatti, Crinò, la Maccora (che ha sostituito Turi Rizzo, morto due anni fa), Rando e Sottile (sostituto del rivale storico di Trovato, Arturo Alonci), avevano appoggiato lo stesso Alonci, insieme ad un altro dimissionario, Domenico Milio. QUEL BILANCIO CONTESTATO. Da una parte cʼè un bilancio sul quale una commissione ha avuto il compito di far luce, dallʼaltra un presidente uscente, Santi trovato, che controbatte punto su punto alle accuse di “spese pazze” e rilancia snocciolando numeri sui suoi quattro anni di attività. Dieci note alla protezione civile, 21 allʼautorità di vigilanza lavori pubblici, 29 al Comune di Messina, 30 nei comuni della provincia, 12alla consulta regionale, 20 alla soprintendenza, al genio Civile e allʼufficio urbanistica, 30 note alla deputazione regionale, sei conferenze stampa. 31 diffide, 8 corsi professionali nel 2012, 7 nel 2011, 156 mail inviate nel 2011e 138 nel 2012, un centinaio di seminari e convegni organizzati. Un bilancio contestatissimo e, dopo due sedute a metà maggio, oggetto di approfondimento da parte della commissione di indagine sulla contabilità ordinaria dellʼOrdine della quale sono stati chiamati a far parte gli Vincenzo Benecchi, Salvatore Sciacca, Franco Cavallaro, Filippo Floramo, Alonci e DʼAndrea. Il risultato? Altre polemiche con scambi di accuse reciproche e schieramenti che si fronteggiano alle urne, ed un bilancio in bilico. Che dovrà essere approvato dal nuovo consiglio che uscirà dalle urne venerdi 28 giugno.

ARCHITETTI

Consuntivo con sorpresa: morosi metà degli iscritti Il “piano di rientro” non prevede sanzioni fino al 30 giugno. Poi? Pugno di ferro

Pino Falzea

MESSINA. Il settore è in crisi, si lavora sempre meno e, di contro, gli oneri crescono. E gli architetti non riescono a starci dietro. Se gli ingegneri piangono, i “cugini” di certo non ridono, anzi. Di fatto, allʼapprovazione dei bilanci consuntivo del 2012 e previsionale 2013, si è scoperto che nel 2012, oltre la metà degli iscritti allʼordine di Messina non ha versato la quota annuale, “comportando una situazione di grave ammanco allʼentrate di cassa dellʼordine mai verificatosi prima in dimensioni e forme così macroscopiche”, come ha sottolineato il tesoriere Antonino Milone. Un problema che il

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presidente Pino Falzea ha “preso di petto”, anche perchè, a causa degli architetti morosi, tutto lʼordine provinciale risulta a sua volta moroso nei confronti dellʼordine nazionale al quale va effettuato un versamento in quota parte di competenza. Un pasticcio che ha costretto il consiglio messinese a prendere decisioni drastiche. Gli iscritti che si trovano in posizione debitoria per il 2012 hanno la possibilità, entro il termine del 30 giugno 2013, di “aderire ad una forma di ravvedimento bonario per il versamento rateizzato dellʼintero ammontare del debito consolidato”, si legge sul sito dellʼordine messinese, senza more nè sanzioni e col solo pagamento della quota. La quota potrà essere versata in unica rata o in tre trimestrali secondo il “piano di rientro” stabilito dal consiglio dellʼordine. Con unʼavvertenza: “Il mancato rispetto delle scadenze e dei rispettivi versamenti comporterà automaticamente la decadenza dai benefici per lʼiscritto e darà luogo al recupero immediato e coattivo della residua somma dovuta al momento della mancata rata, maggiorata della mora per sanzione pari al 25% della parte residua”. (A.C.)

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28 GIUGNO 2013

MILAZZO. La Regione riduce il finanziamento da 10 milioni dei Giardini Federiciani

IL PROGETTO

Le centraline di Federico II

Una sede per l’Arpa

Il progetto prevede nell’area Tribò un parco urbano e una rete antinquinamento che rischia di saltare. Lasciando dopo 50 anni la città ancora senza controlli puntuali DI GIANFRANCO CUSUMANO

MILAZZO. Quella di Milazzo sembra una maledizione. Da cinquantʼanni ospita un polo industriale, la questione ambientale rimane ai primi posti dellʼagenda politica, ma la città non riesce ad avere una rete di centraline che possano monitorare in modo chiaro e trasparente i livelli di inquinanti che vengono immessi nellʼaria. Quelle esistenti sono in parte sotto il controllo diretto dellʼArpa di Messina (Agenzia regionale protezione ambiente) le altre di fatto sono “controllate” direttamente dalle stesse aziende. E tra gli inquinanti rilevati non vi sono nemmeno quelli strategici legati alla produzione di idrocarburi. La realizzazione di una rete di centraline era compresa nel finanziamento concesso per la creazione del “Parco Urbano di Federico II” nellʼarea Tribò, un cuscinetto verde tra lʼimpianto industriale più importante di Milazzo e il centro abitato (a ridosso dellʼex Silvanetta palace Hotel). Dalla Regione, però, è arrivata la doccia fredda. Il finanziamento concesso da 12 milioni di euro, ridotto successivamente a 10, rischia di essere decurtato di ulteriori 2 milioni di euro. E che cosa viene tagliato dal progetto che prevede anche una sede dellʼArpa? Proprio la rete di centraline. In realtà il comune si sta opponendo e sta presentando ricorso, ma questa vicenda sa tanto di deja vù. Anche in passato lʼamministrazione comunale aveva ottenuto un finanziamento milionario per realizzare una rete di monitoraggio in collaborazione con il comune di San Filippo del Mela (che ospita la centrale Termoelettrica Edipower), ma poi i fondi furono utilizzati per lʼacquisto di centinaia di alberi “anti inquinamento”. Con risultati discutibili. Non solo per un contenzioso non vennero piantati tutti quelli previsti, ma addirittura buona parte sono morti (non si capisce se per lʼinquinamento o per unʼadeguata manutenzione). Il progetto dei Giardini nellʼarea Tribò è imponente, ed è stato finanziato tramite il Pist “Milazzo - Genomè - Eolie”. A distanza di oltre un anno dallʼammissione al finanziamento di 10 milioni di euro e dalla contestuale presentazione del progetto esecutivo da parte degli uffici di palazzo dellʼAquila, il dirigente generale dellʼassessorato al Territorio ed Ambiente ha comunicato allʼamministrazione Pino la necessità di operare una rivisitazione del progetto, in relazione alla avvenuta decurtazione dei fondi legati alla riprogrammazione del Pp-Fesr 2007-13. Una decisione che ha portato lʼente ad aprire immediatamente il contenzioso. Il sindaco Carmelo Pino ha dato incarico

L’AREA TRIBÒ DOVE DOVREBBE SORGERE IL PARCO URBANO allʼavvocato Claudio Rugolo di agire nei confronti dellʼassessorato regionale “per far valere i diritti acquisiti in riferimento al finanziamento già assentito...in maniera da evitare rilevantissimi danni patrimoniali e non patrimoniali per lʼEnte”. Dopo il via libera del finanziamento il Comune di Milazzo ha infatti acquisito dalla Raffineria a titolo gratuito, lʼarea e i fabbricati oggetto di intervento di circa 56 mila metri quadrati con destinazione funzionale vincolata alla realizzazione dellʼoperazione: “Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante finalizzati al miglioramento della qualità dellʼaria in zona dichiarata ad elevato rischio ambientale”. «Ci troviamo ad affrontare una vicenda a dir poco incredibile – afferma il

sindaco Pino –. Eravamo in attesa del decreto di finanziamento legittimamente ottenuto e invece ci ritroviamo con questa comunicazione da Palermo contraria ad ogni logica. Non comprendo scelte così gravi e contrarie ad ogni regola democratica e istituzionale. Non è infatti possibile mettere a bando delle risorse, far partecipare i Comuni, ammettere a finanziamento i progetti e poi cercare di bloccare i fondi». Il progetto, redatto dagli uffici comunali ha superato le varie fasi dellʼistruttoria e ottenuto nel marzo dello scorso anno lʼammissione al finanziamento. A quel punto è stata chiesto il progetto definitivo che il Comune ha presentato a settembre, dopo lʼapprovazione in conferenza speciale dei servizi presieduta

MILAZZO. Il progetto del Parco di Federico II da 10 milioni di euro prevede la sistemazione di una vasta area interposta tra lo stabilimento industriale della Raffineria di Milazzo e il centro abitato (mq. 56.000 circa) con creazione di un parco urbano tematico, il mantenimento in sito dei reperti archeologici presenti nel sottosuolo e piantumazione in collaborazione con la facoltà di Agraria dellʼUniversità di Catania, di essenze ad elevata capacità di assorbimento di CO2. Prevede la ristrutturazione di due edifici di cui uno destinato agli uffici dellʼArpa, e una rete di centraline di monitoraggio ambientale.

dallʼIngegnere Capo del Genio civile di Messina. Ad ottobre la prima sorpresa: il dirigente generale del Dipartimento Ambiente comunica lʼavvio del procedimento per la revoca dellʼammissione a finanziamento sul presupposto (rivelatosi poi erroneo) che lʼamministrazione non avesse provveduto a trasmettere il progetto esecutivo nei tempi. Il procedimento di revoca, infatti, viene archiviato, ma a marzo sempre da Palermo arriva la seconda sorpresa. Il dirigente generale del dipartimento Ambiente, ribaltando lʼistruttoria e la graduatoria approvata, comunica che il progetto non è più finanziabile «per sopraggiunte nuove disposizioni normative che delegano la competenza sulla rete di monitoraggio della qualità dellʼaria ambiente allʼArpa con inclusione del territorio di Milazzo e dei Comuni limitrofi». Nuove controdeduzioni del Comune evidenziano che le disposizioni normative, erano invece già esistenti e in sede di valutazione del progetto e soprattutto nella successiva fase di approvazione della graduatoria non sono state ritenute “ostative”. Anche in questo caso le ragioni esposte da Palazzo dellʼAquila sono condivise dallʼassessorato. Adesso il nuovo colpo di scena con la comunicazione che nonostante tutto, quei 10 milioni dovranno essere ridotti.

SPADAFORA

C’è un grande prato verde ...al posto dello stadio Confermate le somme Ue per realizzare una villetta. Tra lo sconforto delle società sportive SPADAFORA. Giunge al termine il contestato capitolo del Parco Urbano di Spadafora con lo stanziamento di circa un 1 milione e mezzo di euro che porterà alla sua realizzazione. Ma le polemiche non si placano perché per la realizzazione dell'opera sarà necessario abbattere il campo di calcio “Salvatore Farsaci”. Se da una parte l'amministrazione comunale, con il testa il sindaco Giuseppe Pappalardo, si ritiene soddisfatta per aver “intercettato” per la prima volta un finanziamento europeo, dall'altra tifosi e società calcistica della Spadaforese hanno contestato l'opera. Dal

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“glorioso” club che milita nel campionato di Promozione, passato di mano un anno fa dalla “storica” gestione Nino Miceli a Letterio Pistone, si è dimesso in blocco il direttivo della società ed il patron. A sancire la rottura tra società ed amministratori locali una lettera notificata al primo cittadino nella quale si lamenta la “prospettiva di dover nuovamente emigrare su campi vicini, con difficoltà logistiche ed economiche”, vista lʼimminente demolizione del Farsaci. Ed un paio di giorni fa, di notte, il cancello del municipio è stato “sbarrato” con una catena in segno di protesta. Poi è apparso un volantino giallonero che recitava: “Addio Farsaci con te hanno tolto la Storia”. L'amministrazione ha ribadito l'intenzione di realizzare un nuovo stadio ed ha annunciato una seduta consiliare straordinaria, che avrà luogo il 28 giugno. «Il 6 giugno - spiegano - la giunta ha approvato un progetto di massima per la realizzazione, accanto alla costruenda elisuperficie, di un nuovo campo in erba naturale, di una tribuna coperta con 300 posti”. Il costo del progetto si aggira intorno ad 1 milione di euro, 600 mila euro di contributo a fondo perduto e 400 mila finanziati con l' accensione di un mutuo. (ANT. BON)

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28 GIUGNO 2013

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BARCELLONA. Un blitz coordinato dalla Prefettura mette fine agli allevamenti abusivi

Se la legalità va a Cavallo Da anni un branco di animali veniva lasciato libero nei quartieri periferici devastando arredi urbani, cassonetti e mettendo a rischio i residenti. Ma con l’arrivo del sindaco... DI

GIANFRANCO CUSUMANO

BARCELLONA. Cʼè uno strano legame che lega lʼamministrazione comunale di Barcellona e i cavalli. Animali che a nella città del Longano sono stati sempre associati ad ambienti malavitosi che ne hanno sempre disposto come meglio credevano e nel dispregio di norme igieniche e sicurezza. Intere strade nelle frazioni sono state sempre utilizzate come praterie con i cavalli lasciati liberi tra auto, bambini ed anziani nelle strade. Una situazione a cui lʼamministrazione Collica ha dichiarato guerra sin dallʼinsediamento. IL primo segnale qualche settimana dopo la vittoria elettorale. La “sindaca” Maria Teresa Collica, lo scorso giugno, è stata fotografata in costume da bagno mentre sulla spiaggia redarguiva dei fantini che giravano a cavallo indisturbati tra gli ombrelloni sulla spiaggia di Spinesante. La foto del sindaco che “riprende” i cavalieri ha fatto il giro del web. Nei giorni scorsi, invece, i cavalli che scorrazzavano per le vie dei quartieri Acquaficara,

In alto i dieci cavalli sequestrati nellʼambito di un blitz di interforze coordinate dalla prefettura di Messina. Otto di loro non avevano i microchip. A sinistra il sindaco Maria Teresa Collica redarguisce un cavaliere sulla spiaggia di Spinesante. A destra un primo piano del capo della giunta.

Fondaconuovo, Nasari e Cairoli, sono stati sequestrati definitivamente. Gli animali, infatti, spesso vagavano liberi di notte, minando lʼincolumità degli automobilisti, e spargendo la spazzatura dei cassonetti in mezzo alla strada. Gli animali, una decina di cui otto senza microchip, sono stati controllati dai veterinari dellʼAsp di Barcellona. Lʼoperazione, coordinate dalla Prefettura di Messina, hanno visto il lavoro congiunto delle Forze di Polizia di

Stato, di Carabinieri, di Guardia di Finanza, di Guardia Forestale e di Polizia Municipale, con questʼultima che ha avuto il compito di redigere tutti i verbali dellʼoperazione. Per la loro collocazione, la Prefettura, dʼintesa con lʼamministrazione comunale, attraverso il vicesindaco Giuseppe Saija, ha individuato come soluzione quella di affidarli alla struttura del maneggio dellʼOpg di Barcellona, dove è stato avviato da tempo un progetto in cui gli internati sono impegnati nella cura dei cavalli. In passato anche il capogruppo consiliare dellʼUdc Paolo Calabrò aveva segnalato la presenza di un branco di cavalli che scorrazzavano per le strade di Barcellona di cui la maggiorparte sprovvisti di microchip. In realtà la situazione che si ripeteva era sempre la stessa. Dopo lʼintervento dei vigili urbani si presentava un “parente del proprietario” ed i cavalli venivano

Un sit in per trasferire il canile I cittadini di Mulinello contestano la struttura: «Non è a norma» PATTI. Il canile abusivo di contrada Mulinello ancora al centro delle polemiche. Alcuni cittadini hanno protestato di fronte al municipio con un pacifico sit in. Sono più che esasperati i cittadini che abitano nei pressi del canile abusivo dove si trovano ricoverati 104 cani definiti “malnutriti e in precarie condizioni igieniche sanitarie”. Già nel 2009, infatti, gli abitanti che risiedono nella zona avevano denunciato alla Procura della Repubblica la situazione ma, nonostante alcuni avvisi di garanzia e un provvedimento di sequestro, il canile non ha mai smesso di funzionare. Dopo tre anni di silenzio, gli abitanti sono fortemente preoccupati per la loro salute. «Non siamo contro gli animali e non capiamo la reazione del sindaco Mauro Aquino o di qualche animalista che sembrano voler minimizzare una situazione igienico sanitaria da terzo mondo sostengono con un comunicato i componenti del Comitato cittadini di Mulinello -. Abbiamo messo in atto una protesta civile per segnalare ancora una volta le problematiche connesse al canile abusivo e, se noi siamo solo dei malcapitati, le vere vittime sono le povere bestie». Il comitato ha affidato allʼavvocato Claudio Calabrò la e non risparmia frecciatine anche al sindaco Aquino il quale «vorrebbe far credere allʼopinione pubblica - continua la nota - di essere al lavoro e che si impegnerà al massimo per risolvere tale situazione che conosce bene essendo stato, fino al marzo di questʼanno, difensore della signora Anna Chiodaroli proprietaria del canile». (Pamela Arena)

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riconsegnati a chi ne reclamava la "proprietà". A Barcellona, in alcune zone, è una tradizione allevare per strada i cavalli, specie se ancora selvatici. Nel caso in cui avviene la cattura il proprietario non rivendica la proprietà, ma manda sempre qualcuno ad offrirsi per la custodia. Il consigliere Calabrò, nella nota dellʼ aprile scorso, oltre a segnalare il degrado igienico sanitario dei quartieri periferici, aveva denunciato lo scorrazzare di cavalli e pecore nei pressi della torre di Nasari. «Gli animali non disdegnano di invadere le vie della frazione, creando qualche volta panico fra gli abitanti. Al riguardo eʼ necessario un intervento deciso da parte delle autorità competenti, al fine di mettere fine a sgradevoli e pericolose abitudini», aveva scritto. I cavalli si incrociano con lʼattuale amministrazione comunale anche nella pulizia del Cimitero. Il mese scorso

lʼassessorato allʼambite ha assegnato la pulizia del cimitero ad una cooperativa sociale nata allʼinterno dellʼOpg, lʼospedale psichiatrico giudiziario della città. Gli operai, alcuni dei quali ex degenti riabilitati, viste le difficoltà a pulire le zone più impervie del camposanto, hanno deciso di “sfruttare” i cavalli che solitamente, vengono utilizzati per le sedute di “ippoterapia”. Operazione che ha suscitato simpatie e plausi. A dire il vero, nei prossimi giorni, i cavalli potrebbero lasciare spazio a degli asinelli, acquistati proprio per eseguire i lavori di fatica. Essendo più piccoli hanno la possibilità di muoversi liberamente tra le tombe, risultano più docili (i cavalli si innervosivano a fare sempre gli stessi movimenti) e hanno più resistenza nel sostenere i cesti porta rifiuti sulla soma con i fiori secchi recuperati.

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Qui Scuola

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EDUCAZIONE AMBIENTALE. PROGETTO DI SENSIBILIZZAZIONE RIVOLTO AGLI STUDENTI

Le mascotte per i nostri monti L’Ispettorato Forestale di Messina coinvolge gli Istituti Comprensivi e premia i migliori lavori che promuovono le peculiarità dei Peloritani e dei Nebrodi. Ecco i riconoscimenti alle scuole DI

FRANCESCO PINIZZOTTO

LʼEDUCAZIONE AMBIENTALE prende le mosse da un assunto concreto: far conoscere per far rispettare. E lʼIspettorato Forestale di Messina ha dato il là a quello che è diventato un primo coinvolgimento dei ragazzi verso la sensibilizzazione alle dinamiche ambientali. “La promozione a livello mondiale di una economia di tipo ecosostenibile assunta con la Conferenza di Rio de Janiero nel 1992 detta le basi perché lʼuomo inizi a considerare lʼambiente come un fattore vitale per lʼeconomia, per le attuali e future generazioni - sostiene il dirigente tecnico Ettore Lombardo - La devastazione degli habitat naturali, lo sviluppo industriale con la ricerca del profitto con lʼemissione incontrollata di inquinanti ha creato i presupposti per spezzare equilibri fragili e degradare lʼambiente con seri problemi determinato inquinamento diffuso, con utilizzo incontrollato delle risorse naturali”. E nel nostro territorio abbiamo degli esempi di uso del territorio da parte dellʼuomo ai fini della ricerca del profitto e di decisioni calate dallʼalto per affermare una politica industriale in aree territoriali vocate per lʼagricoltura e per il turismo. “Se vogliamo iniziare a considerare lʼambiente naturale come un bene da preservare - continua - e da utilizzare in termini ecosostenibile dobbiamo iniziare un percorso educativo-formativo che vede le nuove generazioni protagoniste di un approccio consapevole con lʼambiente”. Così, lʼispettorato Forestale di Messina nellʼambito dei suoi compiti istituzionali ha promosso un progetto di educazione ambientale indirizzato a tutte le scuole primarie e secondarie di Messina e provincia.

Il fumetto del Comprensivo di Valdina

Altra tavola dello stesso lavoro

Ad ogni Istituto Comprensivo sono state inviate nel mese di novembre 2012 due schede progettuali: 1. “Mascotte dei monti Peloritani e Nebrodi”; 2. “Fumetto sui monti Peloritani e Nebrodi”. Il progetto Mascotte, prevedeva di cercare un personaggio, una figura o quant'altro sia rappresentativo per contribuire a diffondere i valori e l'identità dei Monti Peloritani e Nebrodi. Il progetto fumetto, prevedeva la realizzazione di un fumetto di almeno 6 pagine con 6 personaggi atti a raffiguriareun aspetto o una storia peculiare dei Peloritani e Nebrodi. La scadenza per la presentazione dei progetti all'Ispettorato Forestale di Messina è stata fissata per il 31 gennaio 2013. Hanno aderito complessivamente 23 Istituti Comprensivi per un totale di 74

classi di scuole elementare con 1.387 alunni e 146 classi di scuola media per un totale di 2.345 alunni. E il 14 maggio scorso si è riunita la commissione di valutazione del “Progetto di Educazione Ambientale” – formata dal Direttore Tecnico Ettore Lombardo e dal Commissario Forestale Fabio Pallucca dell'Ispettorato Forestale di Messina e dai docenti Letizia Noto e Antonio Di Pietro dell'Istituto Comprensivo “Pascoli-Crispi” e Maria Rosa Castano del Comprensivo “Boer” di Messina – promosso dalʼIspettorato Forestale presso numerosi Istituti Comprensivi di scuola primaria e secondaria di Messina e provincia, con lo scopo di elaborare un fumetto o un logo raffigurante momenti di vita nel bosco dei monti Peloritani e dei Nebrodi, ha esaminato i progetti esprimendo il seguente verdetto finale: nella sezione “Mascotte o logo dei monti Peloritani e dei Nebrodi” al primo posto

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si è classificato lʼIstituto Comprensivo"Tommaso Aversa" di Mistretta, la classe 1^ media, con il logo dal titolo "Rifo il Grifo"; Secondo classificato l'Istituto Comprensivo “Nino Pino Ballotta” di Barcellona, classi 2^ e 3^ media, con il logo dal titolo "Peloritania" Nella sezione “Fumetto sui monti Peloritani e Nebrodi” primo classificato l'Istituto Comprensivo di Venetico con la scuola di Fondachello Valdina, classe 5^ elementare, con il fumetto dal titolo la "Magia dei Nebrodi"; secondo classificato l'Istituto Comprensivo di Venetico con la scuola di Fondachello Valdina, classe 4^ C, con il fumetto dal titolo "La Natura si ribella"; terzo posto, a pari merito i due istituti: Istituto Comprensivo "Falcone Borsellino" di Rometta con la III classe elementare, con lʼelaborazione di un fumetto dal titolo "Le voci della Natura", e l'Istituto Comprensivo Distretto di Patti n. 33 con la Scuola di San Piero Patti con la classe III A, con lʼelaborazione di un fumetto dal titolo "Una gita in montagna". Lʼobiettivo del progetto è stato quello di informare e coinvolgere le nuove generazioni allʼalfabeto della conoscenza dellʼambiente, dei suoi valori e dellʼimportanza della sua conservazione in un quadro ecosostenibile. La Commissione, valutati i lavori degli studenti, ha avuto modo di constatare l'impegno dei ragazzi e del corpo insegnanti, riuscendo nellʼintento di esprimere nel migliore dei modi che l'amore per la natura passa attraverso la conoscenza e il suo rispetto. Gli alunni hanno dimostrato di conoscere il territorio di appartenenza, denotando una buona sensibilità verso le questioni ambientali. “Da qui nasce lʼimportanza di coinvolgere le giovani generazioni conclude Ettore Lombardo - in quanto è necessario aumentare nel territorio il senso di appartenenza e soprattutto formare cittadini che vedono nellʼambiente naturale e nel paesaggio unʼopportunità per il lavoro e più in generale come un bene ricco di valori. Devo dire che dallʼesame dei lavori presentati è emerso la grande professionalità del corpo insegnanti e lo spirito attraverso il quale tanti, tantissimi ragazzi e ragazze si sono cimentate in un percorso dove ognuno di loro ha espresso con le parole e i disegni il profondo sentimento di rispetto per la natura”.

ISTRUZIONE PER L’USO di Andrea Smith

Cambia bonus maturità Rinvio test accesso Università TEST DʼACCESSO ai corsi di laurea a numero chiuso rinviati e criteri di valutazione del percorso scolastico rivisti. Il ministro Carrozza aveva promesso e così è stato. Con il decreto ministeriale dello scorso 12 giugno sono stati posticipati a settembre i test di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale per lʼanno 2013–14 e sono state riviste le modalità del bonus maturità stabilite col decreto ministeriale del 24 aprile 2013. Il bonus, da uno a dieci punti, verrà attribuito esclusivamente ai candidati che avranno ottenuto un voto allʼesame di Stato almeno pari a 80/100 punti e non inferiore allʼ80esimo percentile della distribuzione dei voti della propria commissione

dʼesame nellʼanno scolastico 2012/2013 – e non più della propria scuola nellʼanno scolastico precedente – secondo il punteggio riportato allʼesame: punti 10 per il 100 e lode; 9 punti per i voti 99 e 100; punti 8 per i voti 97 e 98; punti 7 per i voti 95 e 96; punti 6 per i voti 93 e 94; punti 5 per i voti 91 e 92; punti 4 per i voti 89 e 90; punti 3 per i voti 86 87 e 88; punti 2 per i voti 83, 84 e 85; 1 punto per i voti 80, 81 e 82. I voti dellʼesame di stato riferiti allʼ80esimo percentile di riferimento saranno pubblicati sul portale Universitaly del MIUR (www.universitaly.it) entro il 30 agosto 2013. I candidati che hanno già effettuato lʼiscrizione ai test di ammissione dovranno integrarla con le informazioni necessarie per lʼattribuzione del bonus legato al punteggio di diploma, calcolato secondo le nuove modalità. Le iscrizioni on line si apriranno il 25 giugno, per chiudersi il 18 luglio. Il

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perfezionamento dellʼiscrizione presso le singole sedi sarà completato con il versamento del relativo contributo di iscrizione che dovrà essere effettuato entro il 25 luglio e dal quale sono dispensati gli studenti che hanno già versato il contributo di iscrizione e che confermano la prima preferenza. Il nuovo D. M. interviene su lacune criticità, ma non può agire sui punti fondamentali, quali ad esempio il cosiddetto bonus maturità, perché vincolati dallʼattuazione del D. L.vo 14 gennaio 2008, n.21, non modificabile da un decreto ministeriale. Per questo motivo il Ministro Carrozza ha deciso di insediare una commissione che, alla luce della prima esperienza applicativa, formuli delle proposte operative per garantire un sistema di accesso ai corsi a numero programmato equilibrato e che sia in grado di valorizzare le potenzialità dei candidati. La fine dei lavori è prevista entro il 30 settembre.

28 GIUGNO 2013

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CASE E DINTORNI

Occhio ai mutui ALMENO IL 60% delle famiglie italiane hanno stipulato un mutuo per lʼacquisto della casa. Basile, presidente onorario dellʼassociazione sos utenti ha riscontrato delle anomalie nel tasso di mora, ovvero quellʼinteresse che la banca si fa dare in più quando il mutuatario non riesce a pagare qualche rata. Infatti secondo Basile, anche il tasso di mora in molti casi supera il tasso soglia consentito. Il contratto in questo caso è da considerarsi nullo. Nel caso i cui un cliente avesse firmato un contratto di mutuo trentennale dieci anni fa e ora accertasse che la banca abbia applicato interessi usurai, la banca sarà costretta a restituire gli interessi pagati negli ultimi 10 anni. Sempre secondo Basile, dalle statistiche esposte sul sito internet della Banca DʼItalia, i mutui scritti nei bilanci delle banche ammontano a circa 800 miliardi di euro, gli interessi che le banche prendono da questi mutui, sono 40 miliardi allʼanno. Se il 60% di questi contratti sono contratti capestri, significa che il 60% di questi 40 miliardi deve essere restituito a chi ha fatto il mutuo.

L’INCHIESTA. La Regione si scopre Eldorado delle cause da promuove contro le banche per usura

Anatocismo, Sicilia sotto pressione Sono già 347 le aziende che stanno facendo ricorsi contro gli istituti di credito per farsi restituire il maltolto. Incoraggiate da sentenze che segnano importanti precedenti MESSINA. Eʼ la Sicilia il nuovo Eldorado delle cause da promuovere contro le banche per usura e anatocismo. Lo hanno scoperto alcune delle aziende radicate al Nord che nellʼanalizzare gli estratti conto di molte aziende siciliane hanno scoperto che la soglia di massimo scoperto, per i conti che vanno periodicamente in rosso, rispetto ai tassi praticati dalle banche, due tre punti percentuali in più rispetto alle aziende del Nord, con quasi certezza matematica producono il reato di usura, punito penalmente, e quello di anatocismo, che la direzione di Bankitalia, - rileva con soddisfazione un analista finanziario, “non considera meno grave”. Sono già 347 i casi di aziende siciliane che stanno facendo ricorsi i n Tribunale per farsi restituire dalle banche il maltolto. E a rafforzare lʼondata di ricorsi, alcune sentenze di vari Tribunali della Penisola e una recente massima della Cassazione che indicano con estrema precisione i confini del reato di usura, rispetto ai criteri guida indicati dalla banca dʼItalia. Di questi casi, ben sei negli ultimi mesi a Messina si sono chiusi con transazioni: gli istituti di credito, di fronte alla certezza delle contestazioni, preferiscono chiudere le partite contabili in conciliazione, chiedendo come

contropartita che il cliente si impegni a firmare una nota di riservatezza per non fare finire il nome della banca sui giornali. “Eʼ un fenomeno in vera crescitagongola una consulente di Brolo, che svolge perizie di parte - succede sempre più spesso nei casi che analizziamo che le aziende da uno stato di difficoltà, finiscono con lʼessere in credito verso le banche”. Il meccanismo è piuttosto semplice: bisogna portare agli analisti gli estratti conto degli ultimi anni di attività. I dati vengono immessi min un software che documenta tutti gli sconfinamenti e tutte le anomalie, cui un normale correntista non si accorge: dalla contabilizzazione errata degli “interessi sugli interessi”, a tante altre voci sul massimo scoperto, che anziché su un giorno viene spalmato su un intero periodo. I risultati vengono poi trasferiti su una perizia che gli esperti fanno asseverare. Trucchi e trucchetti che ora hanno portato Banckitalia, di fronte allʼemergere sempre più consistente del fenomeno, a emanare una nuova circolare sulla contabilizzazione del massimo scoperto. Se a Bergamo il movimento consumatori ha già messo a disposizione degli utenti, aziende e privati che hanno sottoscritto mutui, un

ufficio specializzzato, una recente indagine dellʼAdusbef su dati forniti dalla Banca Centrale europea, ha dimostrato che a fronte dei 3,3 milioni di mutui sottoscritti fino allʼaprile 2013, per prestiti medi di centomila euro, le banche italiane in dieci anni hanno incassato un “pizzo” di quasi 23mila euro non dovuti. Dati preoccupanti. E allarmanti. E da Sassari, dove il concessionario della Nissan ha

denunciato il Banco di Sardegna, a Catania dove il Monte Paschi di Siena è stato condannato a risarcire 300.00 euro alla “Nuova Ciet”, che nel frattempo causa lʼanatocismo bancario sofferto, poi smascherato dallʼavvocato Vincenzo Drago, esperto in diritto bancario, ha dovuto chiudere i battenti. Non passa giorno ormai che le banche non vengano condannate. Lʼultimo caso a Marsala. Dove un cittadino, Giuseppe Barraco, 69 anni, assistito dallʼavvocato Beppe Gandolfo, si è visto restituire 47 mila euro dallʼex Sicilcassa, oggi passata sotto lʼorbita di Unicredit.

LA SCHEDA

Quando la capitalizzazione degli interessi diventa illecita COME SI PASSA dall'anatocismo all'usura? E' presto spiegato: nellʼambito di operazioni di finanziamento o di prestito, la capitalizzazione degli interessi, determina un meccanismo illecito mirato a massimizzare i profitti del creditore a esclusivo danno della controparte, il debitore. Si passa così dallʼanatocismo, a un ben più grave fenomeno: lʼusura. Utilizzato agli inizi dagli usurai, con modalità diverse e sempre più particolari, il fenomeno dellʼanatocismo è divenuto una pratica invalsa di ordinario utilizzo da parte delle banche. Infatti, sebbene nellʼordinamento vigente lʼart. 1283 cc. di fatto vieta la capitalizzazione degli interessi, nella prassi bancaria tale uso è oramai uso comune. A tale proposito la Cassazione ha avuto modo di intervenire chiarendo che la natura negoziale e non normativa di tale uso non è idonea a legittimarlo. Tuttavia tanto non è bastato a debellare tale deprecabile pratica presso le banche. Per tale motivo, allo scopo di prevenire e reprimere comportamenti usurai, il legislatore con la legge 108 del 1996 ha inteso porre dei limiti oggettivi alla misura massima dei costi e degli oneri che possono essere addebitati nellʼambito di operazioni di prestito o di finanziamento.

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28 GIUGNO 2013

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VILLAFRANCA. Nove progetti potrebbero rilanciare il settore dell’argilla. Ma nessuno li autorizza

Qui non si cava un mattone Tra Pace del Mela e Venetico nel 1991 lavoravano 45 aziende e 800 addetti. Oggi le macerie. A causa della devastazione ambientale. E ad un Piano regionale che blocca anche le bonifiche VILLAFRANCA. Nel 1991 le aziende del settore dei laterizi nella zona tirrenica della provincia di Messina erano 45 e oltre 800 addetti contro un totale complessivo di 91 aziende e mille addetti in tutta la Sicilia. Dieci anni dopo le aziende attive sono diventate 33 e gli addetti 450. Nel 2012 ulteriore caduta con solo 7 aziende sopravvissute e 250 addetti, tutti in cassa integrazione. Eʼ questo il quaro disarmante dipinto dalla Fillea Cgil di Messina che torna a lanciare lʼallarme per il settore dei laterizi, fino a dieci anni fa punto forte dellʼeconomia provinciale, soprattutto nella zona tirrenica di Rometta, Valdina, Pace del Mela e oggi decimato dalla crisi e dalle pastoie burocratiche. Sono nove i progetti che potrebbero rilanciare il settore presentati alla Regione da altrettanti aziende, ma le concessioni non arivano. Eppure quello dei laterizi in provincia di Messina era un settore con numeri da primato che garantivano lavoro e sostegno allʼeconomia provinciale. «Oggi - spiega Biagio Oriti, segretario generale della Fillea Cgil di Messina - è un settore decimato, con poche aziende superstiti, i lavoratori in cassa integrazione e una serie di difficoltà aggiuntive determinate dalla burocrazia, dalla mancanza di attenzione al settore da parte delle istituzioni competenti». Alla crisi del settore delle costruzioni si è si è unito il blocco delle attività estrattive che ha diverse concause, prima tra tutte - secono il sindacato «lʼerrata stesura del nuovo piano cave che di fatto ha escluso anche le cave già esistenti e autorizzate». La Fillea, infatti, chiede che ad occuparsi del settore cave siano dirigenti preparati e adeguatamente formati sul tema, che le istituzioni siano sensibili a questo problema e soprattutto che diano risposte che consentano alle aziende ancora attive di reagire alla crisi.

L’assessore regionale Maria Lo Bello

“Il paradosso – osserva Oriti- è che in questo momento a causa della crisi la maggiora parte degli stabilimenti sullʼisola sono fermi e che quelli della nostra provincia non possono produrre e quindi far fuoriuscire dalla cassa integrazione il personale, perché è loro inibito dalla nuova normativa lʼaccesso alle cave di argilla”. Ad oggi nella provincia di Messina sono ben 9 i progetti di recupero ambientale di vecchie cave o di apertura di nuove cave che aspettano di essere vistati. «Ognuno di questi progetti significa lavoro per decine e decine di persone e il riattivarsi di una fetta non marginale di attività economiche. Perdere per pastoie burocratiche e per le lungaggini

dei procedimenti questa opportunità significa non comprendere la gravità dellʼassenza di lavoro in questo momento nel nostro territorio. Per questo - conclude Oriti -sollecitiamo lʼassessore regionale al Territorio Maria Lo Bello a dare una risposta celere su questo tema». Il problema principale è che lo stato delle cose impedisce agli imprenditori di reperire lʼargilla, la materia prima di produzione, ad un costo concorrenziale di mercato. Il motivo? Una legislazione più stringente in materia ambientale e il “Piano cave” deliberato dalla regione Sicilia nel 2010 che in tutto il distretto ha previsto una solo sito in cui è possibile, sempre dietro autorizzazione dellʼEnte Minerario di Catania, prelevare argilla. La nuova normativa, i maggiori controlli delle autorità di polizia e il Piano licenziato dallʼassessorato Territorio e Ambiente della regione Sicilia hanno posto fine ad un fenomeno che per decenni ha fatto vivere sonni tranquilli agli imprenditori del settore ma ha lasciato ferite profonde sullʼambiente: lo sfruttamento selvaggio del territorio. Ogni imprenditore, infatti, acquisitava un terreno a due passi dallʼazienda e senza alcun piano di risanamento e senza alcuna autorizzazione la adibiva a cava procurandosi così a poco prezzo argilla di buona qualità. Secondo alcune stime sul territorio del distretto dei laterizi ci sono cave dismesse capaci di accogliere 10 milioni di metri cubi di materiale: non a caso la società Stretto di Messina Spa, incaricata di costruire il Ponte che unisca la Sicilia e la Calabria, aveva progettato di smaltire gli inerti, frutto degli scavi per realizzare la mega opera, in queste cave dismesse.

AGRICOLTURA

Esa, un esercito per la Protezione Il personale stagionale potrà essere utilizzato per proteggere l’ambiente e contrastare il dissesto idrogeologico. La convenzione

Ciccio Calanna

MESSINA. Utilizzare il personale stagionale dellʼEsa, 470 operatori, per servizi di protezione civile e funzionali allo sviluppo. Eʼ la filosofia di una nuova convenzione sottoscritta tra lʼEnte di sviluppo agricolo, oggi guidato dal Ciccio Calanna, e gli assessorati alla Protezione civile, alle Infrastrutture e allʼAgricoltura. Il piano di intervento, in fase sperimentale, è già partito. Lavori a sostegno degli alvei fluviali si stanno realizzando nei comuni di Montagnareale, Gioiosa Marea e Piraino. “Eʼ un modo virtuoso di proteggere lʼambiente e i fenomeni di dissesto idrogeologico - sottolinea Calanna - che aggiunge: vogliano allargare il nostro raggio dʼazione anche alle aree industriali, oggi passati sotto la

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direzione dellʼIrsap. Intervenire per recuperare queste strutture e metterle in funzione delle imprese…”. Una maniera nuova quella dellʼEsa, ente per anni ritenuto area di parcheggio per i trattoristi, per rimetterei sul mercato, con una filosofia del risanamento operativo già adottata dallʼex presidente Roberto Materia. Trecentocinquanta dipendenti di ruolo, lʼEsa nasce nel 1965, dopo la riforma agraria in Sicilia. Presente con nove sedi operative in tutte le province, favorisce attività di analisi e sostegno allʼagricoltura. Punta di diamante della ricerca. È la costruzione della bio-fabbrica di Ramacca (in provincia di Catania), esperimento-pilota dove si producono gli insetti utilizzati come fitofarmaci in agricoltura, a protezione delle coltivazioni di agrumi, diffusi nella zona, e soprattutto di carciofi. “Il nostro obiettivo - aggiunge il commissario Ciccio Calanna - è quello di riuscire a trovare i fondi attraverso servizi ausiliari che ci permettano il raggiungimento del pareggio di bilancio”. A soffrire oggi sono soprattutto i lavoratori stagionali. Indietro con lo stipendio da tre mesi sono in attesa di un mandato di sei milioni di euro che, assicura Calanna, si trova già in tesoreria”.

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Economia

28 GIUGNO 2013

MESSINA. Più di cento aspiranti in piazza per un posto all’interno del nuovo locale

Stregati da Mcdonald’s Il ristorante aprirà nella centralissima piazza Cairoli. Le assunzioni saranno a tempo indeterminato perché, come spiega il licenziatario siciliano Pietro Vadalà, «investiamo sulla formazione» Accanto, Pietro Vadalà. imprenditore catanese che gestisce dieci ristoranti in Sicilia. In alto, da sinistra, il direttore della sede di Messina, Ivano Imbiscuso, e due aspiranti al lavoro nel nuovo locale di piazza Cairoli a Messina, Alexandra Morabito e Monica Bossa, di 21 e 23 anni

DI VALENTINA COSTA

MESSINA. È un caldo mercoledì di fine giugno. A Piazza del Popolo, di solito punto dʼincontro per pensionati annoiati, tanti ragazzi si accalcano attorno a un ampio stand sormontato dallʼinconfondibile “M” gialla. Il McItalia Job Tour è arrivato a Messina: porta con sé un carico di speranza. Si tratta infatti di un evento itinerante di selezione del personale attraverso cui verranno reclutati i 25 nuovi “crew” - letteralmente membri dellʼequipaggio, in pratica addetti alle vendite e alla preparazione dei cibi - che lavoreranno nel secondo ristorante McDonaldʼs di Messina. Il locale aprirà il prossimo agosto, nella centralissima Piazza Cairoli. Sono più di 100 i giovani che partecipano ai colloqui individuali. Sono quelli che hanno superato le selezioni online che, in due settimane, hanno fatto registrare la bellezza di 1900 “application”. Un sintomo quanto mai eloquente della fame di lavoro di una provincia che, tra il 2001 e il 2011, secondo i dati Istat, ha perso il 13% della popolazione compresa tra i 15 e i 39 anni, quella dei lavoratori giovani: 30mila persone che sono andate a rinforzare le fila dellʼesercito dei nuovi migranti. «Mi hanno fatto molte domande, tra queste, qual è il mio punto di forza”, racconta Federica Pistoni, 23 anni,

appena dopo il colloquio. Federica ha un diploma allʼIstituto Agrario e un sogno nel cassetto, diventare veterinaria, sfumato dopo il verdetto negativo dei test universitari a numero chiuso. «Ho seguito due corsi di formazione, che però non hanno portato a nulla. Ora spero davvero di farcela». Alexandra Morabito, 21 anni il prossimo 8 luglio, ha dovuto abbandonare gli studi di informatica a Verona: la sua famiglia non poteva più permetterseli. «Ora spero di essere assunta, per poter diventare indipendente e, magari, continuare a studiare a Messina». Monica Bossa, 23 anni, spera di agguantare il tanto agognato “lavoro”. Ha fatto tante piccole esperienze in città, come commessa, segretaria in studi medici:

LA SCHEDA

Trecentocinquanta coperti e anche colazioni LʼAPERTURA DEL NUOVO McDonaldʼs a Messina rientra nel piano di espansione annunciato dalla multinazionale americana a fine 2012: 3000 posti di lavoro in 3 anni in tutta Italia, di cui 1100 nel solo 2013. Un altro ristorante verrà aperto tra pochissimo a Gela: le selezioni si stanno svolgendo oggi. In tutta la Sicilia, nonostante lʼagguerrita concorrenza rappresentata dalla rosticceria e dalla panetteria locale, ci sono 23 ristoranti McDonaldʼs, che diverranno 25 con le due prossime aperture. Il primo fu quello di Palermo, che aprì in Piazza Castelnuovo nel 1997. Oggi McDonaldʼs impiega in tutta la regione 690 persone, che diverranno 740 dopo le assunzioni di Messina e Gela. 350 sono coloro che lavorano nella società che fa capo allʼimprenditore Pietro Vadalà, che descrive il locale che aprirà a Piazza Cairoli: «Sarà ampio, avrà 165 coperti, sarà dotato di McCafè per colazioni e merende, e aperto dalla mattina presto fino alla sera tardi. Il prossimo obiettivo è restare aperti 24 ore su 24. E, magari, aprire un nuovo ristorante anche nella zona nord della città!». (V.C.)

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«Cerco fondamentalmente una stabilità. La buona volontà non mi manca». E il posto in McDonaldʼs rappresenta una manna del cielo, perché la multinazionale, a differenza delle piccole realtà che caratterizzano il territorio, è chiarissima sulle condizioni contrattuali: i “crew” verranno inquadrati part-time con C.C.N.L. del turismo. Per 24 ore di lavoro settimanale riceveranno 814,35 euro lordi mensili, a cui andranno ad aggiungersi eventuali straordinari per lavoro notturno e festivo. «I ragazzi verranno assunti a tempo indeterminato. Dopo che investiamo in formazione, non abbiamo alcun interesse a stipulare contratti interinali. Requisito per lʼassunzione, però, è la voglia di lavorare sodo e di crescere. Bisogna aver chiaro che il lavoro è faticoso, ma premia», spiega Pietro Vadalà, imprenditore catanese, patron della Etnafood Srl e licenziatario storico di McDonaldʼs. La società, che gestisce 10 ristoranti in Sicilia, tra cui quello di Contesse e quello di Milazzo, si occuperà anche del nuovo ristorante di Piazza Cairoli. «Chi verrà assunto svolgerà a rotazione tutte le mansioni: dalla frittura delle patatine, allo scarico delle merci a, mi si passi il termine, la pulizia delle toilette. Tutti devono saper fare tutto: è il requisito essenziale per potere aspirare a diventare manager, e in seguito, direttore di ristorante». Una scalata ai vertici che, se si ha stoffa, può avvenire in breve tempo. Come nel caso di Ivano Imbiscuso, 30 anni, catanese, direttore del McDonaldʼs della Zona Sud della città da quando ne aveva 23. «Ho cominciato nel 2001 a lavorare come crew. Dopo due anni di gavetta, ho chiesto di andare avanti. Da allora ho seguito 4 corsi di formazione e oggi sono qui, ad occuparmi anche delle selezioni».

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28 GIUGNO 2013

MESSINA. LA CASSAZIONE CHIEDE ALL’ISTITUZIONE EUROPEA DI PRONUNCIARSI SULLA CONFORMITÀ DEI CONTRATTI DI LAVORO A TEMPO DETERMINATO

Marittimi precari in Corte di giustizia MESSINA. La battaglia giudiziaria intrapresa da alcuni marittimi precari dello Stretto approda alla Corte di Giustizia. I lavoratori contestano la legittimità dei contratti a tempo determinato (per 78 giorni), reiterati sin dallʼanno 1995, da Rete Ferroviaria Italiana chiedendo il riconoscimento del diritto alla stabilità lavorativa senza però ottenerlo nonostante, di recente, molte siano state le sentenze della magistratura del lavoro favorevoli alle loro istanze ed eseguite da Rete ferroviaria italiana con il pagamento di decine di migliaia di euro per il risarcimento del danno ma non per lʼassunzione a tempo indeterminato. La Suprema Corte di Cassazione pronunciandosi sul ricorso presentato da alcuni marittimi difesi dallʼavvocato Aurora Notarianni, che da anni si batte a fianco dei lavoratori contro lʼabuso nella reiterazione di contratti a termine, con ordinanza interlocutoria depositata il 20 giugno 2013, ha rimesso alla CGE, in via pregiudiziale, lʼaccertamento sullʼapplicabilità al lavoro nautico della Direttiva Comunitaria 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato e conseguentemente del

D.lgs. 368/2001 che lʼha recepita nel nostro ordinamento. La Suprema Corte analizzando la questione della specialità della disciplina del lavoro nautico rispetto a quella di tutti gli altri rapporti di lavoro subordinato ha rilevato come tale specialità potrebbe non avere alcuna giustificazione nellʼipotesi di lavoratori marittimi assunti a tempo determinato sulle navi traghetto che effettuano collegamenti giornalieri ed ha richiamato lʼorientamento della Corte

Costituzionale che è più volte intervenuta richiedendo, per il riconoscimento della legittimità della normativa speciale, lʼesistenza di effettive e concrete esigenze del lavoro marittimo collegate alla sicurezza delle navi, prevenzione dellʼinquinamento, condizioni di vita e di lavoro a bordo. In altri termini, per il lavoro nautico, è legittimo parlare di “specialità attenuata”, in quanto “lʼesigenza di una disciplina “ad hoc” ha fondamento laddove si tratti di intervenire in relazione a determinate peculiarità, come la sicurezza delle navi, mentre analoga esigenza non si ravvisa quando si interviene in materia di contratto a termine”. La soluzione interpretativa che sarà data dalla Corte di Giustizia costituirà fonte di diritto per tutta lʼUnione europea e darà certezza ai rapporti di lavoro dei tanti marittimi “precari del mare” che sinora hanno atteso una stabilizzazione che riconosca la loro dignità di persone e la professionalità acquisita.

NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO

NAUTICA

190 euro al mese se assumi licenziati

Buyer e aziende in tour per Boating in Sicily

190 EURO AL MESE nel caso di assunzioni di lavoratori licenziati per motivi economici effettuate nel 2013. L'agevolazione spetta ai datori di lavoro privati che assumono lavoratori licenziati nei dodici mesi precedenti per giustificato motivo oggettivo connesso a riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro. Le assunzioni agevolate sono quelle effettuate nel 2013 con contratto a tempo indeterminato, a termine, anche a tempo parziale, o nel caso di contratto di somministrazione di lavoro, e sono previste dal Decreto direttoriale n.264/Segr D.G./2013 del 19 aprile scorso, adottato dalla Direzione generale per le politiche attive e passive del lavoro del Ministero del Lavoro in corso di pubblicazione sulla G. U. L'agevolazione sarà pari a 190 euro per 12 mesi se il contratto è a tempo indeterminato, 6 mesi se a termine ed andrà riproporzionata nel caso di rapporto part time. Sono invece espressamente esclusi i lavoratori domestici. Dal punto di vista operativo, la gestione della concessione del beneficio è demandata allʼINPS al quale dovranno essere inoltrate le istanze in forma telematica successivamente all'assunzione. A tal fine, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, verranno fissate dallʼIstituto le modalità di presentazione delle istanze. LʼINPS, a seguito della presentazione delle istanze, procederà allʼaccertamento dei requisiti previsti attraverso le comunicazioni obbligatorie UniLav alle quali come noto lʼIstituto accede autonomamente, nonché attraverso apposite dichiarazioni contributive dei datori di lavoro. Il materiale utilizzo del credito verrà effettuato mediante conguaglio attraverso le denuncie mensili UniEmens una volta giunta lʼautorizzazione alla fruizione del beneficio da parte dellʼINPS. I fondi destinati allʼagevolazione sono pari a 20 milioni di euro e sono concessi secondo il regime “de minimis” . Il datore di lavoro, infine, deve garantire interventi di formazione professionale sul luogo di lavoro a favore del lavoratore assunto anche mediante il ricorso alle risorse destinate alla formazione continua di competenza regionale. Intervento regionale che, tuttavia, appare eventuale con conseguente necessità che il datore di lavoro si attivi autonomamente nel caso si inerzia dellʼente.I Consulenti del lavoro sono a disposizione per tutte le informazioni relative.

UOMINI&BISINESS CONFESERCENTI Sorbera direttore regionale MESSINA. Michele Sorbera, 57 anni, messinese di Sant' Angelo di Brolo, è il nuovo direttore regionale della Confesercenti siciliana. A nominare Sorbera, attuale direttore della Confesercenti di Messina, su proposta del presidente Vittorio Messina, è stata allʼunanimità la presidenza regionale che si è riunita a Palermo nella sede di piazza Politeama. Oltre a Sorbera fanno infatti parte della giunta Confesercenti regionale anche Giovanni Calabrò, Stello Bossa e Daniele Andronaco.

OPERATORI TURISTICI Nasce il consorzio a Modica MODICA. È stato costituito, nella sede del Palacultura, il consorzio degli operatori turistici della città di Modica. I ventiquattro soci fondatori (quelli che hanno sottoscritto lo statuto), sui quaranta che avevano aderito al bando pubblico, hanno poi eletto i nove componenti del consiglio di amministrazione. Gli organi statutari eletti sono: presidente Giuseppe Renato Nuccio; vicepresidente Paolo Failla, tesoriere Pietro Spadola, segretario Francesco Frasca.

CONSUMATORI

La mediazione CHI INTENDE ESERCITARE

PALERMO. Al porto turistico di Licata quaranta aziende siciliane e quaranta buyer stranieri si incontreranno per un tour di quattro giorni (dal 26 al 29 giugno) fra coste e porti turistici, siti archeologici e naturalistici e industrie della marineria isolana. L'evento si chiama "Boating Event in Sicily": una vera e propria missione di incoming promossa dall'assessorato delle Attività produttive della Regione e finalizzata a favorire la promozione internazionale del comparto nauticoturistico. E' un ritorno a casa per quegli imprenditori siciliani che, in questi mesi, grazie a una serie di finanziamenti europei, hanno girato il mondo partecipando alle più importanti fiere internazionali del settore: dal Salone Nautico di Barcellona a quello internazionale di Genova, dal Boot di Dusseldorf al Croatia Boat Show di Spalato.

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centonove

in giudizio un'azione relativa a una controversia in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilita' medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicita', contratti assicurativi, bancari e finanziari, dovrà preventivamente attivare il procedimento di mediazione. La legge stabilisce che il tentativo di conciliazione e' condizione di procedibilita' della domanda giudiziale. Torna dunque, con il decreto legge n. 69 del 21 giugno 2013, lʼobbligatorietà del tentativo di mediazione che era stato introdotto con il decreto legislativo n. 28/2010. Successivamente era intervenuta la Corte Costituzionale che aveva dichiarato lʼ illegittimità costituzionale della normativa per un eccesso di delega. Il nuovo decreto legge, ancora da convertirsi in legge, non include, tra le materie per le quali è stabilita lʼobbligatorietà della mediazione, le controversie per danni derivanti da circolazione stradale, che invece era prevista nella prima versione. Si ricorda che sono stabilite sanzioni in caso di mancata partecipazione alla procedura di mediazione. Infatti la legge prevede che il giudice condanni la parte che, nei casi previsti dalla normativa, non abbia partecipato al procedimento senza giustificato motivo al versamento all'entrata del bilancio dello Stato di una somma di importo corrispondente al contributo unificato dovuto per il giudizio. Francesco Suria Esperto legale Messina

centonove

GAY... NEL NOME DI DIO Alla scoperta delle associazioni siciliane di omosessuali cristiani PAGINA 32

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«IO, NOBILE E SVITATO» A tu per tu con il musicista delle risate, Leo Sanfelice PAGINA 35

MURALES DI UMANITA VARIA

CINEMA. Finalmente in Italia la storia di Grassadonia e Piazza

Omaggio a Corrao

Il film? E’ Salvo

Orestiadi al via nel giorno della nascita del suo ideatore

La pellicola selezionata al festival di Cannes che racconta un intreccio di amore mafia e miracolo esce nelle sale distribuito da Good Film. Riaccendendo i riflettori sul problema della distribuzione

ROMA. Essere stato selezionato al Festival di Cannes non è bastato. E anche vincere due premi sulla Croisette non è stato determinante a conquistare il diritto a una distribuzione a un film bello come 'Salvo' di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Ora, dopo essere stato venduto in Francia, Australia, Brasile e Inghilterra, il film che racconta una storia d'amore, mafia e miracolo, esce dall'oblio e arriva nelle sale giovedì distribuito dalla Good Film in circa quaranta copie. Spiega Antonio Piazza: "Oggi in Italia tutto ciò che non affonda nel più bieco conformismo viene guardato con sospetto. Invece sono di scena tante commedie, tutte omologate, che godono il diritto del denaro pubblico e che, tranne qualche eccezione, non incassano nulla. Commedie che non vanno certo a Cannes ma che non arrivano neppure a Ventimiglia". Gli fa eco uno dei produttori Massimo Cristaldi: "Il problema della

APPUNTAMENTI

distribuzione è emblematico. In un paese normale la distribuzione si proporrebbe solo per il fatto che il lavoro è stato selezionato a un festival così prestigioso cosa che è già un premio in sé. E poi che dire di questi due registi che con il cortometraggio Rita hanno vinto una quarantina di premi passando per i festival di tutto il mondo che sono rimasti fermi cinque anni prima di approdare a questo film". Dello stesso parere il coproduttore Fabrizio Mosca:"é tutto molto complicato in Italia. Oramai nel cinema c'é il monopolio di RaiCinema, dopo che la Medusa è come 'scoppiata' e produce solo cinque sei film all'anno". 'Salvo' che, alla Semaine de la Critique, ha vinto il Gran Premio e il premio Rivelazione racconta di un killer di mafia, Salvo (l'attore palestinese Saleh Bakri) già interprete di Elia Suleiman, che entra in una casa per uccidere un uomo, ma lì incontra Rita (la brava esordiente Sara

Serraiocco), sorella cieca dell'uomo che deve uccidere. Lei tenta in tutti i modi di salvare il fratello, ma non ci riesce. I due lottano e, come per miracolo, a Rita torna la vista. E il killer non l'abbandona più. Anzi rischia la sua stessa vita per salvare questa scomoda testimone. Nel cast anche Luigi Lo Cascio e la fotografia di Daniele Ciprì. Spiega Piazza: "In questo film si incontrano due diversi tipi di cecità. Una fisica, quella di Rita, e una morale del protagonista. Da questo incontro nasce comunque un barlume di speranza. Io e Grassadonia siamo entrambi di Palermo - continua il regista e li ti viene insegnato a 'non vedere' e a cercare di vivere come se si fosse in una città normale. Ora puoì scegliere di non vedere, ma se scegli di vedere tutto si complica". Il futuro dei due registi e sceneggiatori? "Stiamo valutando tre storie siciliane, ma questa volta senza mafia".

GIBELLINA. Ha preso il via mercoledì 26 giugno la XXXII edizione delle Orestiadi di Gibellina, con la direzione artistica di Claudio Collovà, promossa dalla Fondazione Orestiadi, presieduta da Francesca Corrao. Quattordici le date in programma, con artisti di fama nazionale e internazionale, la cui presenza a Gibellina conferma come in questi trentadue anni le Orestiadi si siano attestate come unʼesperienza unica nel panorama teatrale e culturale italiano ed europeo. Lʼedizione 2013 ha debuttato mercoledì 26 giugno, data di nascita dellʼindimenticabile Ludovico Corrao (che delle Orestiadi è stato il padre e il geniale testimone), con un omaggio a Ludovico Corrao, intitolato “I funerali di Corrao” di e con Emilio Isgrò, presentazione di Andrea Cortellessa. Si tratta di unʼode dedicata al fondatore delle Orestiadi e scritta da Isgrò in occasione dei suoi funerali. Qui, dopo quella triste occasione, viene presentata al pubblico per la prima volta. “Un modo – spiega Emilio Isgrò – per rendere un omaggio personale alla figura straordinaria di un uomo al quale ebbi la fortuna di essere accanto nelle ore decisive di una impresa intellettuale e civile che apriva alla Sicilia le prospettive di una cultura aliena da quegli autocompiacimenti formali e formalistici ai quali la nostra isola indulge troppo spesso, pur con le lodevoli eccezioni che tutti ben conosciamo”. Gli spettacoli saranno al Baglio Di Stefano a Gibellina. Per maggiori informazioni visitare il sito www.orestiadi.it.

INIZIATIVE

Da Salina a Sanremo MESSINA - Concluse le iscrizione per aspiranti modelle e cantanti della II edizione di MareFestival, kermesse di musica, cinema, teatro, libri, arte e moda, che si svolgerà fra luglio e agosto a Messina e Salina, ideata da Massimiliano Cavaleri (direttore artistico) e Patrizia Casale (responsabile organizzazione). Primo appuntamento sabato 29 giugno a partire dalla ore 17 al Centro Commerciale Tremestieri, per partecipare ai casting utili all'accesso in semifinale e riservati a coloro che si saranno iscritti in tempo sul sito www.marefestivalsalina.it. Il concorso è rivolto a voci e reginette di bellezza: i vincitori della finalissima andranno a "Casa Sanremo", salotto esclusivo dei giornalisti, artisti e discografici del noto Festival, allestito al Palafiori, a pochi passi dall'Ariston. Ai casting i talenti (16-40 anni) canteranno un pezzo a scelta libera, valutato da una giuria di esperti; per le aspiranti miss (etá 16-25) é prevista una sfilata con abiti propri. Chi passerá il turno andrá direttamente in semifinale, prevista giovedì 11 luglio al Mama di Messina; la finale si terrà ad agosto nella piazza Santa Marina di Salina, in cui i cantanti scelti si esibiranno in una serata dedicata a Sanremo.

Un momento della I edizione di Mare Festival Salina: Luisa Lentini, Francesco Lo Giudice, Nadia La Malfa, Marco Alemanno, Massimo Lo Schiavo e Massimiliano Cavaleri

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COPPIE DI FATTO

La svolta di Bianco

I ragazzi dell’associazione “Ali d’aquila” durante lo scorso Gay Pride

MOVIMENTO LGBT. Alla scoperta delle associazioni siciliane di omosessuali cristiani

Gay... nel nome di Dio “Rinnegati” dalla Chiesa, hanno manifestato al Pride di Palermo in nome dei diritti civili. Dopo anni di battaglie contro pregiudizi e interpretazioni “forzate” delle Sacre Scritture DI MARINO RINALDI

DA UNA PARTE la spiritualità e la fede. Dallʼaltra i sentimenti, le pulsioni del corpo, lʼomosessualità. Non deve essere semplice amare, vivere liberamente il proprio amore, con la prospettiva dellʼinferno, lo spauracchio del senso di colpa, il timore del peccato. Del peccato mortale. Eppure, malgrado i diktat del Vaticano e le posizione della Santa Sede, cʼè chi ritiene sia possibile vivere serenamente la propria condizione di omosessuali e cristiani. Al punto da fondare unʼassociazione e di scendere

in piazza, durante il Gay Pride di Palermo, per urlare al mondo intero il proprio orgoglio. Sono i ragazzi e le ragazze di “Ali dʼAquila”, con sede a Palermo, e “Fratelli dellʼElpis”, di Catania, associazioni di omosessuali cristiani che da anni rappresentano il punto di ritrovo per tutti i siciliani appartenenti alla comunità Lgbt che vogliono sentirsi liberi di professare la propria fede. Condividendo esperienze, dubbi e speranze. SULLE ALI DELLA LIBERTAʼ. Fondata a Natale del 2008, sulla scia di altre realtà italiane, da un gruppo di ragazzi provenienti dalla Chiesa Valdese,

lʼassociazione “Ali dʼAquila” è frequentata da circa 25 ragazzi e ragazze, fra cui gay, lesbiche e trans. Molti di loro sono scesi in piazza a manifestare al recente Palermo Pride, durante il quale hanno organizzato anche la mostra fotografica “Just married - Le nozze omo nella società contemporanea”, unʼesposizione di circa 35 foto con didascalie e proiezioni in loop sui matrimoni gay. «Il nostro obiettivo - spiega il 33enne Giovanni Capizzi - è quello di creare un luogo di accoglienza e di preghiera per le persone omosessuali, per favorire una riconciliazione con noi stessi, con Dio e

CATANIA. È stato (ri) eletto solo da qualche settimana, eppure il neo sindaco di Catania Enzo Bianco non ha perso tempo, annunciando nei giorni scorsi il suo impegno per istituire nella città etnea un registro delle unioni civili come quello di Milano e Palermo, esprimendo l' auspicio che il provvedimento possa essere uno dei primi atti del nuovo consiglio comunale di Catania. Unʼapertura accolta di buon grado da Giovanni Calogero, presidente di Arcigay Catania, («Dove cʼè apertura verso le persone Lgbt ci sono sempre sviluppo e progresso») e dallʼex presidente nazionale di Arcigay Paolo Patanè. Unʼiniziativa, quella dellʼapprovazione del registro comunale, già intrapresa lo scorso 11 giugno dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, a conclusione di un travagliato iter iniziato nel 2010, e nellʼottobre 2012 dagli allora presidenti della IV e della V Circoscrizione di Messina Francesco Quero e Alessandro Russo. Niente da fare, invece, a Milazzo, dove il provvedimento fu bocciato nel 2011, e a Lipari, dove il registro non fu approvato dal consiglio comunale in seguito allʼastensione di tutto il Partito Democratico. «Il giorno prima - spiega il presidente di Arcigay Messina Rosario Duca - il Pd ci mostrò il proprio incondizionato appoggio. Lʼindomani non si presentarono in aula...». (M.R.)

con la Chiesa. Ci riuniamo in media una volta a settimana in parrocchia, grazie soprattutto allʼaiuto di Padre Cosimo Scordato, che ci ha sempre sostenuti». Ma è possibile vivere serenamente la propria sessualità nonostante gli “anatemi” del Vaticano? «La Chiesa spiega Giovanni - ha sempre rinnegato lʼomosessualità, eppure nelle Sacre Scritture non se ne fa mai riferimento. Credo che la posizione “istituzionale” della Santa Sede sia legata a questioni più ampie: discuterne implicherebbe rimettere in discussioni tematiche altre, a partire dalla sessualità in genere. Certo fa rabbia essere discriminati e poi

MESSINA

Tutto l’orgoglio di Rosario Duca A tu per tu con il presidente di Makwan Arcigay

Rosario Duca

MESSINA. La dicitura “Gay Pride” non riesce proprio a mandarla giù. Troppo settaria e riduttiva. Lʼorgoglio, per Rosario Duca, presidente del comitato Makwan Arcigay Messina, non deve riguardare solo gli omosessuali, ma lʼintera comunità civile. «Basterebbe chiamarlo “Pride”, senza ulteriori etichette, dato che a manifestare per le vie di Palermo non cʼerano solo esponenti del mondo Lgbt, ma oltre 150mila persone, fra cui eterosessuali, disoccupati, famiglie e bambini», spiega Rosario, che ha partecipato allʼevento insieme a centinaia di ragazzi e ragazze delle sezione messinese di Arcigay, che conta più di 3mila iscritti, a fronte degli oltre 180mila tesserati in tutta Italia (dei quali 5mila a Palermo e circa 6mila a Catania). «La manifestazione palermitana - prosegue Rosario - è stata una grande occasione di confronto fra

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varie istanze e associazioni. Inoltre ho accolto con piacere la partecipazione di esponenti politici come Vendola, Ferrero e Orlando». Ed è proprio la politica a “infiammare” il presidente di Arcigay, che non nasconde tutta la sua delusione per il governo Crocetta. «Mi aspettavo molto di più dal Governatore - racconta Rosario - che a volte dimentica di essere il presidente di tutti i siciliani. Lo scorso aprile, insieme alle varie sezioni provinciali di Arcigay, abbiamo scritto una lettera al presidente della Regione in merito alla possibilità di pensare ad una legge contro lʼomofobia, in funzione della tutela dei diritti della comunità Lgbt, ma non abbiamo ancora avuto risposta». Ma se Crocetta lo ha deluso, Duca può consolarsi con la vittoria alle amministrative di Renato Accorinti: «Calabrò - commenta - non sarebbe stato sindaco nemmeno se avesse vinto. Felice è solo la faccia pulita della storia della vergogna messinese. Diverso il discorso per Accorinti, con il quale possono aprirsi diversi scenari. A me non interessa lottare solo per i diritti degli omosessuali. La priorità, adesso, è puntare sui servizi sociali e ridare alla gente la possibilità di sfamarsi». (M.R.)

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Alcune immagini del Gay Pride di Palermo. In basso, in senso orario, Maria Grazia Cucinotta e Nichi Vendola, Vladimir Luxuria, il corteo delle “Famiglie Arcobaleno”. (Foto Dominik Giliberto)

Padre Cosimo Scordato

CONTROCORRENTE. L’apertura di Padre Scordato

Cosimo, il parroco friendly

leggere di scandali all'interno del Vaticano. Bisogna però distinguere fra la “fede” e la Chiesa, spesso corrotta e contaminata da persone poco pulite». «Io - prosegue Giovanni - sono cresciuto in una famiglia cattolica. Ho capito di essere gay quando avevo 15 anni e allʼinizio non è stato facile. Non ho mai avuto problemi con me stesso, quanto piuttosto con la società. Non dobbiamo mai dimenticare che prima di essere credenti o omosessuali siamo innanzitutto cittadini. Per questo sono soddisfatto dellʼistituzione del registro delle unioni civili a Palermo, che ancora una volta si dimostra molto più frendly di altre città. La mia speranza adesso conclude Giovanni - è che si facciano dei passi avanti anche per i matrimoni gay. La famiglia, del resto, è dove c'è amore. Naturalmente sono anche a favore dellʼadozione in favore di coppie omosessuali, una “pratica” che preferisco rispetto alla fecondazione assistita e altre forme di “accanimento scientifico”. Mi sembra una scelta meno egoistica». I FRATELLI DELLʼELPIS. Nata a Catania nel 1990, lʼassociazione “Fratelli DellʼElpis” è il primo gruppo cristiano ecumenico Lgbt della Sicilia. «Allʼinizio racconta il 49enne Filippo Natoli - i membri erano solo quattro, mentre adesso ai nostri incontri partecipano circa trenta persone, con una predominanza di maschi, anche se questʼanno si è aggiunta anche qualche ragazza. Fondamentale per la nascita dellʼassociazione è stato lʼappoggio del

parroco della Chiesa del Crocifisso della Buona Morte, che già negli anni ʻ90 accoglieva immigrati ed emarginati seguendo la morale del credo evangelico». «La nostra - prosegue Filippo - è unʼassociazione con intenti prettamente spirituali. Il gruppo, più che per rivendicare dei diritti, nasce dall'esigenza di riflettere sulla nostra sessualità e sulla nostra fede. Siamo attenti però anche alle battaglie civili, del resto le tasse le paghiamo anche noi. Spero che adesso, con lʼelezione di Enzo Bianco, anche il Comune di Catania possa istituire un registro delle unioni civili: è necessario però un riconoscimento non solo per gli omosessuali ma per tutte le coppie di fatto». Ma qual è il vostro rapporto con la Chiesa? «Di certo non fa piacere sentirsi dire che finiremo allʼinferno - spiega Filippo - ma occorre in ogni caso distinguere fra la chiesa magisteriale e le realtà di base, soprattutto ai nostri giorni. La Santa Sede ha sicuramente delle responsabilità molto grandi. Inoltre credo sia un poʼ schizofrenico vivere determinate realtà e poi condannarle». Soprattutto se nelle Sacre Scritture non cʼè alcuna condanna dellʼomosessualità... «Nel Vangelo conclude Filippo - non se ne fa menzione, neanche un accenno. Le parti più controverse, interpretate in passato molto superficialmente, sono state del tutto smontate dai biblisti, e mi riferisco in particolare alla “Lettera ai Romani”, al “Levitico” e alla distruzione di Sodoma e Gomorra».

PALERMO. Si chiama Don Cosimo ed è decisamente un parroco sui generis. Perché, nonostante dal Medioevo siano trascorsi ormai parecchi secoli, non è facile trovare, in unʼepoca segnata da anatemi religiosi e crociate clericali contro la libertà sessuale, un sacerdote come Padre Scordato. Un uomo che da anni si batte per il riconoscimento dei diritti civili dei tanti omosessuali che frequentano la parrocchia di San Francesco Saverio all'Albergheria, un quartiere nel centro storico di Palermo. Ragazzi e ragazze che hanno trovato in Don Cosimo un punto di riferimento e una guida spirituale che ormai dal 1998 li accompagna nel loro percorso di crescita, aiutandoli a prendere coscienza del proprio

essere e ad affrontare serenamente la propria sessualità. «Lʼomosessualità è una condizione della vita e non un “errore di natura”. Dove cʼè amore, uno dei principi fondamentali del sentimento cristiano, cʼè Dio, indipendentemente dalle inclinazioni sessuali delle persone», spiega il sacerdote, sempre in prima fila nelle annuali veglie anti-omofobia del capoluogo siciliano. «Ormai da tanti anni abbiamo intrapreso in parrocchia un percorso per aiutare i ragazzi ad acquisire consapevolezza di loro stessi e della società, spesso ancora troppo condizionata da influenze culturali ostili. Durante i nostri incontri abbiamo affrontato anche uno studio dei testi biblici, attraverso una ermeneutica liberatoria rispetto ad impostazioni

culturalmente discutibili», prosegue Don Cosimo, che non si sente affatto una “mosca bianca” allʼinterno del mondo ecclesiastico: «La mentalità sta cambiando anche allʼinterno della Chiesa. Adesso fra noi preti cominciamo a parlare dellʼomosessualità con una certa normalità, come è giusto che sia. È chiaro che sono processi lenti... è necessario che trascorra ancora un poʼ di tempo affinché avvenga una svolta anche “ai piani alti”», conclude il parroco, che si congeda con il suo nulla osta alle unioni civili: «Io ero favoravole già quattro anni fa, quando si parlava di “Dico”. È fondamentale riconoscere le coppie di fatto e concedere a tutti gli stessi diritti e le stesse possibilità di inserimento sociale». (M.R.)

SOTTO LA LENTE

Quando la Famiglia è Arcobaleno PALERMO. Sono accorse da tutta Italia, con i loro figli al seguito, e hanno organizzato un “trenino” per manifestare il loro orgoglio di essere genitori. Erano circa 60 le famiglie “arcobaleno” che hanno sfilato per le vie di Palermo durante lo scorso Pride, mentre a pochi chilometri di distanza si svolgeva il “Family day”, in difesa della famiglia “tradizionale”. «Avrebbero fatto meglio a festeggiare con noi», commenta Danila Giardina delle Famiglie Arcobaleno di Palermo, lʼassociazione, composta da vari nuclei familiari con figli e da un numero sempre maggiore di aspiranti genitori, che da anni lotta per i riconoscimenti giuridici alle famiglie gay. «I nuclei familiari composti da genitori dello stesso sesso sono esattamente come tutti gli altri. Non siamo noi a dirlo, ma tutta la società civile. Persino per la Chiesa ormai non siamo più un tabù», racconta Danila, soddisfatta per lʼistituzione del registro delle unioni civili a Palermo: «È un grosso passo in avanti, ma la vera svolta sarebbe una legge parlamentare che restituisca la dignità e i diritti, finora negati, alle nostre famiglie e ai nostri figli». (M.R.)

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POESIA. Raccolta del giornalista messinese edita da Pungitopo

Loteta, Nuvole e pietre Personaggi e panorami dello Stretto rinascono dalla memoria superando la nostalgia del ricordo per regalare al lettore una testimonianza di grande valore DI FELICE IRRERA

MESSINA. Non è la solita raccolta di poesie questa ultima di Giuseppe Loteta (“Nuvole e pietre”, Pungitopo 2013, pp. 79, € 10,00), e non solo perché lʼautore, messinese, giornalista professionista che vive ormai da più di mezzo secolo a Roma, ci ha abituato ad altre prove convincenti sia come saggista che come narratore (ricordiamo soltanto, sempre per la Pungitopo, il suo “Messina 1908” del 2008 e “Romanzo messinese” del 2011), ma perché lʼamore che civilmente qui egli esprime, in modo poco usuale in poesia, per questa tanto derelitta città supera la nostalgia del ricordo e assume le vesti di una vera e propria testimonianza di alto valore, magari da lasciare ai propri figli: “unʼimmagine amica/che vi accompagni/discreta/per tutta la vita”. Nelle 53 brevi, ma intense liriche, divise in una sezione “Miscellanea”, in una “Tetralogia stromboliana” e in alcune liriche dedicate a “La città” (Messina) si affollano ricordi e considerazioni che tendono a perdere il carattere apparentemente soggettivo per assumere un significato assai più vasto. Così, il rinascere del giorno e lʼapparizione meravigliosa dalla penombra del mare di Tindari, delle Eolie, della Calabria sa di mito, mentre, assieme, con questa “palingenesi infinita/di speranza sʼillumina la vita”; possono rinascere dalla memoria personaggi un tempo conosciuti come Don Cesare di Mandanici, che invano aspettò il ritorno dalla guerra del nipote; o come Onofrio Pirrotta, lʼamico di cui manca il sorriso con la “gioia nel ritrovarci/dopo un distacco”; mentre la paglietta di don Concettino, che “stupiva ed

A CURA DI CARMELO CELONA

Giuseppe Loteta eccitava/ogni bambino” è il contrassegno di una vecchia amicizia, che si può ormai solo perpetuare nel ricordo, ma che è uno dei sentimenti più importanti della vita. Certo, riflette il poeta, vivere lontano, in “una città/straniera e indifferente” porta, quasi naturalmente, a rivedere con la memoria luoghi e volti del passato e a sentire lʼesilio come una croce proprio per i ricordi che si affollano alla mente; ed è anche vero che “il ritorno a volte/è una maledizione”, perché se da un lato si rivede ciò che era rimasto scolpito nella memoria, si può apprendere che tante persone non ci sono più: emerge la terribile naturalezza della condizione umana. Non mancano nella silloge versi efficaci nella loro semplicità dedicati alle donne del sud o agli emigranti “su carrozze di legno/tra le

LACERTI DI LETTURE

Quel Dio invisibile LA SICILIA NON CORRE il rischio di un feudalesimo di ritorno, per la semplice ragione che non è mai andato via. “Invivibili, lontani, nei loro palazzi di Palermo, di Girgenti o di Catania, erano i proprietari del suolo, e del sottosuolo in cui era imprigionato lo zolfo che senza preoccupazione e rischio alcuno ricevevano dal gabelloto, dal concessionario, lʼestaglio, la grossa quota del prodotto.” I Siciliani in genere sono ammirati da chi li maltratta e diffidano da chi li rispetta. “Tutta la letteratura siciliana, dʼestrazione e tema contadino (da Verga in poi fino alla svolta di Vittorini) esprime un sottoproletariato in abiti e con aspirazioni piccolo borghesi.” La tonnara, perfetto modello di cooperazione democratica del lavoro, sin quando i Normanni per conto della Chiesa spartirono a pochi terre e privilegi .

mani/poveri cibi contadini/e per bagaglio/valigie di cartone”, diretti a Paesi lontani, dove vivranno “senza casa e

senza amore”; o altri, più alti e privi di ogni retorica, che ricordano Guadalajara e lo scontro vittorioso nel 1937 dei volontari della libertà sui fascisti, una “pagina bella/della storia del mondo, relegata/dal tempo e dallʼindifferenza/nei ricordi sbiaditi di un passato/che sembra ormai non essere più nostro”: qui la storia si fa attualità ed emerge fortissimo il bisogno di giustizia e di libertà proprio dellʼUomo. Davvero splendido, poi, il ritratto, tracciato in pochi versi, di Leonardo Sciascia: “Cadevano/dal labbro saraceno/parole una ad una/pronunciate a fatica,/la fatica dellʼessere/e del pensare./Si disegnavano/sul sorriso amaro/lʼincomunicabilità/del veggente/e la speranza”. Altrove, il pessimismo sembra farsi strada: “I fiumi che muoiono,/i laghi che muoiono, i mari che muoiono,/lʼuomo che muore/di protervia infantile/è il peggio./E temo/che non ci sia rimedio”. Ogni verso di questa silloge odora di vita, sia esso costruito sullʼonda del ricordo della propria terra, sia che si riporti a vicende di questo triste mondo. Come quando, rivolgendosi alle eroine messinesi Dina e Clarenza, che ricordano tempi gloriosi suonando le campane del Duomo, le invita ormai a tacere: “Sorelline, suvvia, datevi pace./Non ci assordate più con quei rintocchi./Gli antichi privilegi di Messina/son ora privilegi dei corrotti./È inutile. Davvero non capite?/Riponete in soffitta quel martello./Son tanti gli abitanti di Messina,/ma nessuno risponde al vostro appello”. Sembra che nemmeno la memoria, di fronte ad un presente così triste, aiuti il poeta a vivere.

LA CLASSIFICA

di Felice Irrera

Carmelo Aliberti, Lʼaltra letteratura siciliana contemporanea, La Medusa Editrice 2013, pp. 471, € 25,00 Ecco una nuova poderosa opera dedicata dal noto poeta-critico di Castroreale alla Sicilia del Novecento, con il supporto di unʼampia antologia di testi. Si tratta di un excursus quanto mai ampio sul romanzo, la poesia e il teatro nellʼisola supportato da precisi commenti sulla lingua, gli ideali e la poetica dellʼautore nonché sulla critica che ne ha accompagnato lʼopera. E sono proprio gli autori siciliani quelli che, come afferma Giorgio Bàrberi Squarotti, offrono nelle loro opere la dimostrazione della varietà e della ricchezza della parola. Danh Brown - Inferno MonJoël Dicker - La verità sul caso Harry Quebert - Bompiani 1dadori 4 Saviano - Zero Zero Zero Andrea Camilleri - Un covo di vipeFeltrinelli re - Sellerio Editore Palermo 2Roberto 5 Violetta - Il mio diario - Walt Disney Luigi Bisignani - Lʼuomo che sussurrava ai potenti - Chiarelettere 3Company Italia 6 wuz.it

frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore

“Lʼantica tonnara era un momento comunitario e aggregante di villaggi di pescatori, momento democratico e liberatorio pur nella divisione del lavoro, nella gerarchizzazione, nella ritualizzazione. Chi materialmente lavorava, il tonnaroto, che immaginiamo libero e autonomo nel periodo arabo, è ora relegato ai margini, a contendersi un magro compenso”. Per uccidere un essere vivente la coscienza deve identificarsi in qualcosa di sacro. “Ogni umile tonnaroto con il suo arpione, al momento della mattanza, si sentiva San Giorgio nellʼinfilare le carni del tonno saraceno.” Antonello ha dato identità a Messina, ma anche Messina ha dato identità ad Antonello. La sua vicenda ci dice come il genius loci del luogo in cui nasciamo è il nostro vero patronimico. “A Messina, nacque un pittore di nome Antonio de Antonio. Il quale, forse per affermare lʼesistenza di quella sua città, usava sempre firmare i quadri «Antonellus Messaneus me pinxit». Dipingeva la

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luce del cielo e del mare dello stretto, i colli di San Rizzo, la falce del porto, i volti di gente che aveva conosciuto e amato, squarci memoriali della sua città. Memorie di miti e di leggende.” Non tutti i palati meritano che per loro venga sacrificato un pesce così nobile. “Pesce Spada: Xiphias Gladius è detto scientificamente. Lo squisito sapore della sua carne, alla brace o in involtini ripieni e succulenti che noi, inveterati pescivori, malgrado lʼimbarazzo che i vegetariani cercano di inculcarci continuiamo a desiderare.” La figura del puparo è stata tratta a modello da certi poteri o è la loro rappresentazione? “Il puparo, quel dio invisibile che muove aste, fili e destini, modula voci, imprime cadenze e censura, decreta vittorie e sconfitte, da vita e morte: svolge lʼepopea continua, il nastro dei sogni, la popolare poesia di luccichii e frastuoni.” Lacerti tratti da: “Di qua dal Faro ” - 1999 Vincenzo Consolo

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28 GIUGNO 2013

L’INTERVISTA. A tu per tu con Leo Sanfelice

«Io, nobile e svitato» Siracusano adottato da Roma, ha cominciato a suonare da ragazzino per i reali di Montecarlo. Poi l’incontro con Arbore e una carriera dedicata alla musica. E alle risate DI ANGELO SAVASTA

MESSINA. Un signore di altri tempi, un gentleman raffinato dallʼumorismo provocatorio e garbato. Il suo modo elegante di porsi lo contraddistingue da tutti perché Leo è così,e cioè, è ʻʼunico ed irripetibileʼʼ. Ha suonato nei osti più importanti dʼEuropa e del mondo. Ad appena ventidue anni si è esibito per tre mesi allo sporting club di Montecarlo, dove ha conosciuto Grace e Ranieri di Monaco che lo invitarono a suonare a due loro feste private. Allʼepoca non cʼera ʻʼinternetʼʼ e le notizie non circolavano come adesso. Era esattamente il 1961 quando perfino Lucio Battisti, ancora sconosciuto al grande pubblico suonò per circa due mesi la sua chitarra alla ʻʼCasina Municipale della nostra Selvaʼʼ, facendo parte del complesso musicale ʻʼLeo Sanfelice e gli Svitatiʼʼ. Cʼè dietro questo nostro artista ʻʼCommedianʼʼ una lunga pagina di storia che comprende gran parte del costume musicale italiano. Il duca Leo di Sanfelice ha nobili origini e predilige suonare pianoforti rosa sui quali alloggiano spesso simpatici pupazzi a cui il maestro è particolarmente legato. Leo, tra tutte le tue molteplici esperienze che hai trascorso suonando in giro per il mondo cʼè qualcosa che ti è rimasta maggiormente impressa? «Ho passato un anno felicissimo allʼHilton di Amsterdam, ero più giovane, immagini, no? Dopo un poʼ può diventare addirittura noioso. Comunque a me è sempre piaciuto andare a letto relativamente presto, io andavo a letto a mezzanotte e mezza ma poi al mattino mi alzavo alle otto, perché a me piace molto la prima colazione. Una mattina un portiere mi vide

mentre risalivo in camera e mi disse: ʻʼAh, birichino, le notti di Amsterdamʼʼ… Ma quando mai? Comunque erano bei tempi, non solo perché ero giovane, ma anche per il fatto che cʼera meno violenza. Credo che in alcuni stati europei, come in Germania ad esempio, dopo la caduta del muro di Berlino, ci sia un ritorno allʼomofobia. Accade che mentre sei in un localeʼʼ dei nostriʼʼarrivino cinque o sei teste rasate e inizino a fare casino. Nellʼascoltare molte tue canzoni si avverte un profumo di Jazz e Cafè Chantant. Nessuna risposta a un complimento così bello e intelligente. Grazie! Sappiamo da fonti bene informate che tu abbia avuto dei nobili natali…, insomma che la tua famiglia abbia origini storiche. Lasciamo alla storia le mie origini, (ci sono i libri che parlano…) risalgono al 1050. La mia famiglia è stata benedetta da Roberto dʼAltavilla e da Federico di Svezia. Nel corso dei secoli ha ricevuto,nei vari rami, tanti titoli e benemerenze (molte volte duca, due volte principe, tre volte cardinale,di cui uno libertario imprigionato da un Papa, due ghigliottinati, Gianserio e Luigia. Ma, di questo, cosa gliene frega a chi ascolta le mie canzoni?! Perchè e come mai Lucio Battisti andò via dal tuo gruppo? Lucio era molto bravo a suonare il rock con la sua chitarra ma non voleva mai cantare: ʻʼNun me vaʼʼ, neanche il coretto voleva fare. Quando decise di partire per Milano verso la fortuna ,mi disse: ʻʼMi sono molto divertito con te, con il tuo stile, mi dispiace tanto andare via.

Parlaci del tuo approccio con Arbore. Le sorelle Bandiera cantavano ʻʼPicchiamiʼʼ, scritta da me, lo conobbi in costa Smeralda, ma mi… snobbava. Passa il tempo. Arrivato da Londra in Italia, cacciato da un miserabile ragioniere (non direttore), dopo tre inverni di successi, lʼhotel appena venduto, il meschino non sopportava che io abitassi (nonostante pagato male) in una bella suite dellʼalbergo. Da vero razzista mi disse: ʻʼSei bravo,ma non sei un italiano chic…via! Fuori!ʼʼ. Lʼindomani dal mio rientro, mi chiama Massimo Catalano (con lʼassistenza di Padre Pio)e mi dice: ʻʼVuoi far parte della Jazz-Band di Renzo?ʼʼ Ogni domenica si provava… un giorno il trombonista Carlo Ficini disse:

ʻʼFai ascoltare a Renzo le tue strampalate canzonetteʼʼ E così…ʼʼ. Donna sotto le stelleʼʼ, da piazza di Spagna, canale 5, debutto con ʻʼVoglio fare la modellaʼʼ, quindi ʻʼCostanzo Showʼʼ, una tournée con Renzo, Swing Maniacs,ʼʼMeno siamo e meglio stiamoʼʼ e quindi Pino Strabioli con ʻʼCominciamo bene primaʼʼ Rai3. Si può dire che sei romano di adozione? Odio questa etichetta. Adoro troppo la Sicilia, Roma mi sta antipatica! E, poi, ho vissuto molto allʼestero. Io resto figlio del Regno delle due Sicilie. (mi chiamo Leopoldo e non ʻʼA Giggéʼʼ) Sei romano se la tua famiglia è romana. Cʼè una relazione tra il cibo e la musica? Altra domanda intelligente da psicologo e psichiatra. Non sopporto i tenori e i baritoni, i maschi vocianti, adoro le signore della lirica; quindi adoro la crema, la cassata, le brioches. Odio trippa, bistecche… vedi una relazione? Capisci lʼimportanza?!(A.Sordi). Adoro gli uccellini, i bambini che urlano giocando… Di conseguenza mi piace solo la pizza Margherita. Odio le motociclette e il fracasso e, quindi, detesto la carbonara, lʼamatriciana… che orrore! Non sopporto il calcio, mi viene da ridere: ventidue in mutande, anche sotto la pioggia (!!!) a correre dietro a una palla e un signore, più pazzo e più nevrastenico,in doppiopetto nero che fischia… E così odio le olive ascolane ma vado matto per gli arancini! Preferisco il caffè americano(odio lʼespresso), adoro la granita di caffè con panna e due brioches 2 come la fanno a Messina, quindi,a mo il rockʼn roll, (ho vinto una coppa). Mi piacciono tutti i cantanti napoletani (vado matto per la pizza…). E cosa rappresenta la musica per ʻʼLeo di Sanfeliceʼʼ? Mi piace suonare per gli altri, non comunico ma offro, mi piace se gli altri ricevono sensazioni. Non suono mai per me, non mi do alcuna emozione. Non sopporto Morricone e Gino Paoli. Mi piace Strauss, adoro Renato Zero. Mi commuovo se ascolto una fisarmonica e canzoni siciliane. Hai un sogno nel cassetto? Mi piacerebbe suonare un grande pianoforte a coda rosa o azzurro mare, circondato da ballerine, ma costano troppo. Mi consolerò con le mie bambole… (ci ripensa). O è troppo il sogno dei ballerini mulatti?

LA SCHEDA

Monologhi swing LEONARDO SANFELICE, detto Leo, è un pianista, cantante, compositore, nonché personaggio televisivo italiano. Discendente da una famiglia ducale siracusana, specializzato nel repertorio jazz (ha preso parte a Umbria Jazz), ragtime e swing all'italiana, nel 2008 e nel 2009 ha partecipato come responsabile del commento musicale alla trasmissione televisiva di Pino Strabioli Cominciamo bene - prima, striscia quotidiana in onda ogni mattina dal lunedì al venerdì su Rai 3. Come musicista è stato scoperto e lanciato da Renzo Arbore all'interno degli show della sua Swing Maniacs, sia in teatro che in spettacoli televisivi. Siracusano di nascita ma romano d'adozione, di origini nobili, laureato in scienze politiche, Sanfelice è un artista poliedrico ed un esempio di one man show formatosi nei piccoli circoli musicali sullo stile dei Café Chantant, in grado di alternare sketch, canzoni e gag improvvisate. I suoi monologhi sono un pretesto per presentare brani in stile vintage inframmezzati da spiegazioni, aneddoti, dialoghi con il pubblico.

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28 GIUGNO 2013

come... dove... quando...

venerdi' 28 giugno MESSINA. Global Party Amarcord (Via nuova panoramica dello stretto) ore 21 - White party MESSINA. Rumble in the jungle Rootsmonkey "Boodaci'sRITJ crew", Tony Proe "Boodaci's RITJ crew", DJ Kollasso "RITJ crew"" Lido Horcynus Orca (Torre Faro) ore 22

MUSICA

centonove

sabato 29 giugno TAORMINA. Festival della vita contro suicidi e stragi del sabato sera. Gli artisti: Christian Morren (USA), soprano; Giovanna Albani, piano; Alberto Guzzardi, sassofono; Daniele Montarulo, violino e chitarra; Armando Percolla, chitarra classica, Giuseppe Sciuto, flauto. Anche questʼanno partecipano al Festival della

Vita due gruppi di giovani provenienti dagli USA (MidAmerican Christian University) e dalle isole del Pacifico (Youth With a Mission). Chiesa di Santa Caterina ore 21 CATANIA. La concessione del telefono dal romanzo di Andrea Camilleri. Regia Giuseppe Dipasquale. Palazzo Platamone ore 21

MESSINA. L'assicurazione, rassegna estiva "Il Teatro Spaccacrisi". Terrazza di Cristo Re (v.le Principe Umberto 93) ore 21 MESSINA. Suz Lido Horcynus Orca (Torre Faro) ore 23, a seguire djset Ezra (Casino Royale) + Kollasso TAORMINA. Festival della

vita contro suicidi e stragi del sabato sera. Artisti: Christian Morren (USA), soprano; Giovanna Albani, piano; Alberto Guzzardi, sassofono; Daniele Montarulo, violino e chitarra; Armando Percolla, chitarra classica, Giuseppe Sciuto, flauto. Anche questʼanno partecipano al Festival della Vita due

gruppi di giovani provenienti dagli USA (MidAmerican Christian University) e dalle isole del Pacifico (Youth With a Mission). Chiesa di Santa Caterina ore 21 CATANIA. La concessione del telefono dal romanzo di Andrea Camilleri. Regia Giuseppe Dipasquale. Palazzo Platamone ore 21

di Cesare Natoli

La radio per il nuovo ABBIAMO SPESSO parlato del web e della musica online come modo privilegiato per scoprire nuova musica. Un esempio indicativo è il “Music Genome Project” di Pandora, che suggerisce artisti e canzoni in base a una prima scelta dellʼutente. Tuttavia, non va dimenticato come esistano ricerche di mercato di segno diverso. Quella condotta recentemente dalla Emi, ad esempio, afferma che sono ancora le radio AM/FM le principali fonti per scoprire canzoni e artisti nel 55% dei casi. Al secondo posto la televisione (38%) con gli spettacoli a premi, i video musicali, e la moltitudine di concorsi musicali e talent show come X-Factor e apparizioni televisive. Al terzo posto (28%) si piazzano il passaparola e i consigli di familiari, amici e colleghi di lavoro. Internet quindi non serve a niente? Non proprio, anche la musica online viene utilizzata per la scoperta di musica, ma in modo frammentato utilizzando le tante apps per smartphone, mentre siti come Pandora, Spotify, VEVO e YouTube fanno molti ascoltatori ma causano pochi acquisti. Solo al sesto posto cʼè Facebook (12%).

NUOVEVISIONI

di Marco Olivieri

Il film ritrovato UN CAPOLAVORO ritrovato. Chissà se anche nelle sale messinesi approderà il film di Ernst Lubitsch "To be or not to be”, in Italia conosciuto con il titolo “Vogliamo vivere”. Un esempio di come ironia e levità possano demolire persino lʼorrore nazista, nello scenario della Polonia occupata, grazie a un cineasta tedesco maestro di una commedia ricca di profondità, rigore visivo e sottile capacità di mettere in discussione lʼesistente. Come per un miracolo, ora "To be or not to be” – il cui titolo shakespeariano anticipa lʼambientazione teatrale e le riflessioni sul mistero del recitare intrecciato con lʼessere – sta vivendo una nuova “primavera” nelle sale italiane, dopo il restauro. Gli incassi (è il 14° film più visto) rivelano quanto bisogno di qualità e attenzione alla storia del cinema ci siano ancora, nonostante lʼomologazione televisiva e lʼincombere della crisi. Si spera che questo risultato – merito della Teodora Film – rappresenti un invito al coraggio, a osare di più, anche nel cinema contemporaneo.

festino

MESSINA. Actorgym in scena con la regia di Tripodo

Ferite a morte, femminicidio in scena Alla Laudamo anche i piccoli del gruppo Actor Kids con “Oz” MESSINA. Vincenzo Tripodo si avvicina alla regia a quindici anni, diventa anche attore solo per capire meglio i meccanismi che regolano i rapporti fra chi dirige da dietro le quinte e chi agisce sul palco. E se Actorgym, la palestra delle emozioni che dirige a Messina, è un progetto che va avanti da cinque anni lo si deve anche ai frutti raccolti negli Usa dopo la laurea in Film Production e sul territorio nazionale, siciliano e messinese in particolare. Actorgym, questʼanno, ha inaugurato le lezioni con un incontro con Nino Frassica ed ha arricchito le proprie classi con masterclasses tenute da personaggi del calibro di Lucia Sardo, Saverio La

Ruina, Mariella Lo Sardo, Roberta Torre, Savi Manna, Turi Zinna. Qual è il valore aggiunto di un progetto didattico così articolato? Il nostro laboratorio è onesto sin dalle intenzioni. Siamo interessati alle persone e all'universo emotivo che ognuno porta con sé, portiamo avanti un lavoro di gruppo che non perde di vista il singolo. È anche vero che siamo professionisti che fanno questo lavoro da più di trent'anni e staff e allievi sono ormai legati da un rapporto umano che va aldilà delle lezioni. Giovedì 27 alla Laudamo andrà in scena alle 18 lo

fiumara d’arte

Carro Santuzza, lavori al via PALERMO. Al via la macchina organizzativa del Festino di Santa Rosalia a Palermo. Con lo spostamento del carro trionfale nell'angolo superiore destro del Piano della Cattedrale, si inaugura il cantiere che riscrive il progetto del carro. "Il progetto del carro trionfale - dice Sandro Tranchina, direttore artistico del 389 Festino di santa Rosalia tiene conto del manufatto esistente e ne rilegge colori e decorazioni, in chiave barocca. Lo scafo, da variopinto, diventa oro intenso; le piastrelle vivaci

Antonio Gullo e Vincenzo Tripodo. Nella foto piccola, Nino Frazzica

sono sostituite da rossi rami di corallo; le forme del monte Pellegrino ai piedi della Santuzza diventano austere. L'insieme diviene prezioso ed elegante come un oggetto da WunderKammer, una saliera di Cellini". Per la prima volta il carro sarà dotato di un sistema di amplificazione che renderà fruibili le note dell'orchestra Giovanile del Conservatorio lungo il percorso del Cassaro. Anche l'illuminazione sarà affidata a proiettori miniaturizzati basati su tecnologia Led.

opere

Poeti per la “rinascita” CASTEL DI TUSA. Più di cinquemila ieri i partecipanti al Rito dellaluce che si è svolto alla Piramide 38° Parallelo di Motta dʼAffermo, nel Messinese. Lʼopera di Mauro Staccioli – lʼultima realizzata per la Fiumara dʼArte, il più grande museo allʼaperto dʼEuropa – è stata protagonista della manifestazione con oltre cento artisti, voluta dal mecenate Antonio Presti «per auspicare un percorso di rinascita interiore, mai come adesso tanto

necessario». Dallʼalba allʼimbrunire, il sorgere del sole ed il suo tramonto sono stati accompagnati da letture di poesia, danza, musica, perfomance, mantra e meditazioni yoga. Alla quarta edizione del Rito della luce anche una nutrita rappresentanza dei tremila studenti di Nebrodi, Madonie e Valle dellʼHalaesa che in primavera hanno partecipato al Gran Tour della Poesia della Fondazione Antonio Presti-Fiumara dʼArte, incontrando alcuni tra i maggiori poeti

contemporanei: Antonella Anedda, Franco Arminio, Maria Attanasio, Angela Bonanno, Mariangela Gualtieri, Biagio Guerrera, Jaroslaw Mikolajewski. «In una società che ha smarrito ogni senso di dignità e Bellezza – dice il mecenate Antonio Presti

Antonio Presti

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– voglio restituire un momento di ritualità, capace di parlare, non solo ad artisti e intellettuali, ma al cuore della gente. I riti legati al culto del sole, che a livello microcosmico riproducono la struttura dellʼintero universo, sono stati praticati dalle antiche popolazioni di qualsiasi latitudine in momenti di grave crisi o grandi carestie; momenti in cui si avverte il bisogno di rigenerare il mondo, avviando un processo di nuova creazione. E mai come in questo momento, credo che il mondo abbia bisogno di una luce rigeneratrice».

Icona di Caltagirone dal Papa CATANIA. Papa Francesco, durante l'Udienza generale in Piazza San Pietro, a Roma, ha benedetto l'icona di Maria SS.ma del Ponte, venerata a Caltagirone nel Santuario mariano diocesano. L'immagine è stata recentemente restaurata a Roma nei laboratori di Rocco Greco. Lo hanno reso noto la Diocesi di Caltagirone e la comunità del Santuario mariano, che per l'occasione hanno organizzato e promosso un pellegrinaggio

diocesano, che sarà guidato dal vescovo, Calogero Peri, al quale parteciperanno oltre 500 pellegrini, accompagnati da 20 presbiteri. "Maria SS.ma del Ponte - ha affermato Mons. Peri rappresenta per i calatini la Madre dei poveri, la Madonna delle periferie dell'esistenza. Apparsa nel 1572 in un povero quartiere di Caltagirone la Madre di Dio ci ha detto che laddove fuggono gli uomini resta sempre Dio portando un annuncio di amore e di liberazione".

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centonove

domenica 30 giugno MESSINA. Livello 0 Family LIVE Teatro Pinelli Occupato ex Casa del Portuale (via Alessio Valore 39) ore 22.30 Livello 0 - "Chi Non?" EP LiveShow TAORMINA. Festival della vita contro suicidi e stragi del sabato sera. Elenco artisti: hristian

Morren (USA), soprano; Giovanna Albani, piano; Alberto Guzzardi, sassofono; Daniele Montarulo, violino e chitarra; Armando Percolla, chitarra classica, Giuseppe Sciuto, flauto. Anche questʼanno partecipano al Festival della Vita due gruppi di giovani provenienti dagli

martedi' 2 luglio USA (Mid-American Christian University) e dalle isole del Pacifico (Youth With a Mission). Chiesa di Santa Caterina ore 21 SINAGRA. Festa delle patate Sinagra a partire dalle oere ore 09.30. Tradizionale appuntamento estivo con musica e degustazioni

spettacolo finale del gruppo Actor Kids, “Oz” diretto da Cecilia Foti, parte musicale a cura della M°Rita Padovano, coreografie di Antonio Gullo. A seguire, alle 20.30 e alle 21.30, due repliche di “Ferite a morte”, il nuovo lavoro degli adulti di Actor Gym, testo di Serena Dandini, regia di Tripodo. Si affronta il tema del femminicidio, con lo spirito ironico e amaro che la Dandini non mette da parte neanche di fronte ai ripetuti fatti di morte al femminile e di passioni violente e a senso unico che accadono ogni giorno. «Non è stato facile – racconta lo stesso Tripodo - Tutte le donne, per esperienza diretta o meno conoscono la violenza maschile e c'è sempre una sorta di schermo, sia per gli attori che per gli spettatori. È una questione culturale che va smantellata, attraverso la sensibilizzazione dei ragazzi, ma anche delle giovani donne, affinché imparino a denunciare, a sottrarsi. E il teatro in questo può aiutare». Si avverte innegabilmente un'aria nuova a Messina, chissà che il cambiamento non investa anche l'Ente Teatro... Stiamo pur sempre parlando di un teatro in cui la rassegna della Laudamo costa un decimo rispetto al cartellone di prosa del Vittorio. Un teatro in cui i 5 milioni di finanziamento servono per la maggior parte a ricoprire i costi di gestione. O raddoppiano i finanziamenti, o si mette il personale in mobilità, dato che il teatro è un ente regionale. Sono chiaramente dalla parte dei lavoratori, ma i fondi vanno ottimizzati. E ancora forse si potrebbe rinunciare a uno spettacolo molto costoso e di forte richiamo commerciale per sceglierne dieci più piccoli che lascino però un segno più profondo.

teatro

Mater Matris con la Luna Obliqua MESSINA. Ventiquattro ore consecutive di performance, attorno al tema sperimentale dellʼassenza, selezionato per questʼanno di lavoro, e attorno al tema drammaturgico delle madri che uccidono i propri figli: dalle ore 17 di venerdì 28 giugno alle ore 17 di sabato 29 giugno nella sede di Danzarte Messina, Contrada Conte Annunziata, lo spettacolo-monstre "Mater Matris", che conclude la stagione 2012-2013 del Teatro degli Esoscheletri. Costruita sul format ideato da Sasà Neri, la performance di Luna Obliqua Teatro trae spunto da Oriana Fallaci (Lettera a un bambino mai

nato) e Pierpaolo Pasolini (Supplica a mia madre), Kalhil Gibran (Il profeta) e Bertold Brecht (Dellʼinfanticida Maria Farrar), Euripide (Medea) e Giancarlo Nivoli (Medea tra noi), Grazia Verasani (From Medea) e Annamaria De Pace (Mamma non mʼama) fino ad arrivare, in una integrazione che non fa avvertire lo scollamento, a casi tratti dalla cronaca nazionale e a brani scritti dagli stessi artisti. La maratona si realizza in scene che si replicano senza soluzione di continuità e che gli artisti scambiano tra loro a diverse riprese.

MESSINA. La Riviera nord di Messina dal Ringo al Faro Chiostri della Curia Arcivescovile ore 09/13 mostra degli elaborati dei ragazzi per il Progetto Scuola

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mercoledi' 3 luglio

2012 - 2013 MESSINA. Il Cinema Sopra Taormina Biblioteca Comunale (Piazza Nove Aprile, 4 ) ore 15.30/18. mostra fotografica e curiosità su Taormina

CALTAGIRONE

CATANIA. Jon Spencer Blues Explosion a Parco Gioeni per ZanneFestival ore 20.30 MESSINA. La Riviera nord di Messina dal Ringo al Faro Chiostri della Curia Arcivescovile

ore 09/13 mostra degli elaborati dei ragazzi per il Progetto Scuola 2012 - 2013 MESSINA. Il Cinema Sopra Taormina Biblioteca Comunale (Piazza Nove Aprile, 4) ore 15.30/18. mostra fotografica e curiosità su Taormina

giovedi' 4 luglio MESSINA. Mario Venuti Ex Fiera di Messina Messina ore 21.30 opening A20 MESSINA. In barca tra Scilla e

Cariddi Centro Nautico Nello Stretto (Fiumara Guardia) ore 09.30 racconto animato dei miti dello stretto

DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Vigneti, la Sicilia perde 9mila ettari

Orco gentile

Bentornato Teatrinfiniti Resiste, malgrado tutto, la rassegna estiva di teatro per bambini

PRIMA. In tempi di grandi difficoltà economiche per il teatro siciliano, pubblico e privato, di bilanci che non quadrano, di teatri che chiudono, di rassegne cancellate e di festival estivi che saltano per penuria o per mancanza assoluta di risorse pubbliche destinate al teatro dʼarte, scrivere che invece un piccolo festival resiste è già una notizia, scrivere poi che questo festival, autoprodotto e autofinanziato a Caltagirone dalla compagnia Nave Argo, è dedicato ai bambini vuol dire assegnare a questa notizia un accento di speranza che la rende ancora più preziosa. Parliamo di “Teatrinfiniti 2013” il festival di teatro per bambini che si tiene appunto a Caltagirone (precisamente nel bellissimo parco di villa Patti) e giunge e questʼanno alla sua nona edizione. Ovviamente, se questa è certo una buona notizia, non altrettanto bello è scoprire che salta definitivamente, almeno per questʼestate, lʼ altra storica rassegna di Nave Argo, ovvero “Teatri in città”, che lʼanno scorso ha raggiunto la sua diciottesimo edizione. «L'affetto e il sostegno del nostro pubblico, unito alla solidarietà delle compagnie che condividono il nostro percorso artistico, ci hanno convinto ad allestire comunque un mini-programma con svolgimento dal 5 al 7 luglio – spiegano Fabio Navarra e Nicolaeugenia Prezzavento -. L'esserci ancora, con i nostri spettacoli e la nostra progettualità, è un preciso segnale rivolto alla Città e alle Istituzioni affinché, in questo momento di grave crisi, non si disperdano quelle sane occasioni di aggregazione culturale e sociale che hanno nei bambini e nei giovani i principali destinatari». Ed ecco gli spettacoli in cartellone: Venerdi 5 luglio si inizia con la magia dei burattini di Steve Cable in "Otello e lo Stregone", uno spettacolo che regala ai piccoli spettatori avventura, brividi e tanto divertimento. Sabato 6 luglio la compagnia Casa di Creta presenterà lo spettacolo "L'orco gentile e la fata incavolata" di e con Antonella Caldarella e Steve Cable: una fiaba musicale con due allegri cantastorie che giocano a esaltare i valori dellʼamicizia e del rispetto della diversità. Domenica 7 Luglio, infine, lo spettacolo "Il Corvo e la Spina" di e con Dario Frasca e Virgilio Rattoballi della compagnia DiriffaDiraffa: un'allegra e coinvolgente storia, narrata ispirandosi al classico teatro della commedia dell'arte, alla riscoperta della natura e di nuovi mondi da esplorare.

P.R

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PREOCCUPANTE in Sicilia la riduzione dei vigneti degli ultimi anni. L'Italia nel 2012 scende a 655.000 ettari, 9.000 in meno rispetto al 2011, 138.000 rispetto al 2000, quando si coltivavano circa 790.000 ettari a vigna. Nonostante il regime di estirpazione con premio sia ormai concluso da un paio dʼanni, l'erosione nei vigneti italiani prosegue. Tuttavia le eccezioni non mancano. Se le perdite di superficie maggiori sono riscontrate in Sicilia (4.000 ettari), Piemonte (-2.500), Emilia Romagna (-2.000), Sardegna (-1.700), in aumento risultano invece le superfici in Veneto (+1.400 ettari) e Friuli Venezia Giulia (+800), imputabili all'effetto Prosecco. Si è stoppata l'erosione di vigneti in Puglia, regione che tra 2000 e 2011 aveva perso oltre 24.000 ettari di superficie, concentrati per lo più nel Salento, mentre sono ripartiti gli impianti nelle zone del Nord della regione. Abbiamo sentito sul problema Domenico Zonin presidente dell'Unione Italiana Vini: “Non nascondiamo la preoccupazione per la perdita di potenziale viticolo nel nostro Paese questo fenomeno, oltre a rappresentare in certe aree sensibili un pericolo in termini di stabilità idrogeologica dei terreni, porta allʼerosione di un patrimonio difficilmente recuperabile, che si traduce in abbandono del territorio, perdita di tradizione e cultura legate alla viticoltura, che a sua volta intacca il fascino che il nostro Paese può rappresentare per quel turismo enogastronomico che negli ultimi anni ha dato forte impulso alle economie locali. Sollecitiamo le istituzioni, a tutti i livelli, a non sottovalutare il problema e a porre in atto politiche che possano incentivare il ritorno in vigneto dei giovani e al contempo rendano meno difficile la vita per quelle aziende interessate a investire nella viticoltura. Questo può essere attuato abbattendo la burocrazia e uniformando le procedure tecniche: troppo spesso a scoraggiare gli imprenditori è la diversità di leggi e regolamenti non solo tra regioni, ma addirittura fra territori confinanti”.

SICILIA DA ASSAGGIARE!

Insalata di gamberi e moscardini PIATTO TIPICO ESTIVO DELLA CUCINA POPOLARE che arricchisce le tavole grazie allʼinsalata di gamberi e moscardini. Ingredienti:400 gr di moscardini, 400 gr di gamberetti, 50 gr di porri, 6 cucchiai di olio dʼoliva minuta, 10 gr di pinoli, 5 gr di peperoncino, 1/2 limone, 1/2 bicchiere di vino bianco, e quanto basta di sale e pepe, prezzemolo. Preparazione: prendere il porro tagliarlo e farlo soffriggere in una padella con 2 cucchiai di olio dʼoliva. Aggiungere i pinoli e farli rosolare per 5 min, quindi versare i moscardini e i gamberetti pelati. Bagnare il tutto con il vino, salare, mettere il peperoncino e lasciarli cucinare per 10 min. Nel frattempo, prendere una tazza e mescolare dentro il prezzemolo, il basilico, e il succo di limone. Una volta lasciato intiepidire, sistemare il pesce spadellato su un piatto e condirlo con il composto di olio, limone, prezzemolo e basilico. Sbattere bene con una forchetta e lasciare riposare.

Disio Hostaria C.da Romeo (Parco degli Ulivi)-98049 Villafranca Tirrena (Me) tel. +39 329 7967075- www.disiohostaria.com [email protected].

28 GIUGNO 2013

MESSINADRASTICA di Fabio Amato

Estate messinese MESSINA. Quest'estate non parto, resto in cittàà, le vacanze le passerò tra Torre Faro, Ganzirri, e Piazza Duomo. Cazzo che libidine, che uomo fortunato! Volevo andare in Brasile, avevo comprato già i biglietti, ma ho scoperto che è scoppiata la guerra civile! Non capisco, perchè pur vivendo in questa città non succede mai niente! Del resto l'Estate Messinese è foriera di sorprese, novità, emozioni. La mattina tanto per cominciare ti mangi una bella granita, vai a pagare alla cassa e vedi una cassettina con su scritto: " Offerte per i malati di Aids". Giustissimo, ma mi spiegate come può venirvi l'Aids se tua moglie è la compagna della seconda elementare! E datemi questa possibilità, almeno succede una cosa nuova! Poi si va al mare e la sera in qualche pizzeria, oppure in una trattoria di Ganzirri, a mangiare del pesce, e poi tutti a ballare. E cosi tutti i santi giorni. Ne hai fin troppo per romperti i coglioni abbondantemente. E' in questo momento che io mi isolo e divento un poeta ermetico, e creo. Ad esempio: " Sono andato a Acqualadrone, mi sembrava un Grande Fognone! Sono andato alla Risacca dei due Mari, la rima non mi riesce, ma nonostante tutto l'autobus resta bloccato sistematicamente. Inconvenienti Estivi, che si ripetono da anni, siamo dei romantici. Un'altra rima, è quella dedicata all'Atm: "Atm, Atm, non me ne frega niente! Non so cosa significhi, ma ogni volta aspetto l'autobus come un deficiente! e poi tante altre, come "Ho visto il Gigante, era meglio che facevo il bagnante!" Poi piano, piano divento romantico, "Ci vediamo stasera, gabbiano di scogliera! Per fare cosa, non lo so, ma è la rima che mi è riuscita meglio. Ed infine, " Domani è un altro giorno, si vedrà, a Messina che cosa succederà, nessuno lo saprà, ma niente succederà. E poi arriva Ferragosto e li c'è il botto. Si mangia tutto quello che non si è mangiato nei giorni precedenti e si inizia a riportare in città tutte le numerosissime cose che hanno portato, nelle case ammare. Le spiagge si svuotano ed io finalmente vado al mare. La città si riempie di gente, le macchine ricominciano a suonare i clacson, e tutti aspettano ansiosi la nuova estate. Buone Vacanze e Buon Trasloco

ECOLOGIA E AMBIENTE

posterlettere&... L’INTERVENTO di Mario Centorrino

centonove

HERITAGE di Sergio Bertolami

Messina pizzo free? LA CONFCOMMERCIO siciliana, con unʼinserzione pubblicitaria sulla stampa regionale, ha pubblicato un nutrito elenco di associati che si impegnano nella lotta alla criminalità organizzata ed, in particolare, alle estorsioni. Unʼiniziativa lodevole che si aggiunge a quelle intraprese da Confindustria e, ancor prima, dalla benemerita associazione Addio Pizzo. Lʼelenco della Confcommercio indica adesioni citando nominativi e provincie di appartenenza. Con riguardo ai primi sono pochissimi (meno di una decina su un totale di circa seicento) i nominativi della provincia di Messina. Si possono formulare cinque ipotesi non necessariamente tra loro alternative. La Confcommercio di Messina ha un numero piccolo di associati rispetto ad altre sedi e quindi le scarse adesioni vanno rapportate ad una cifra minima in assoluto. Una seconda interpretazione potrebbe puntare su unʼorganizzazione interna non efficiente rispetto alle consorelle. Terza possibilità: un disaccordo nei confronti dellʼiniziativa, degli obiettivi, dei suoi possibili sviluppi. Quarta congettura: la apparente insensibilità allʼappello potrebbe esser dovuta alla scarsa dimensione del fenomeno delle estorsioni a Messina. Qualcuno potrebbe avanzare un quinto punto di ragionamento: le estorsioni ci sono ma calcolate in modo ragionevole, ben gestite, tollerate come costi indiretti di sicurezza, trasferiti poi (e recuperati) sui prezzi alla vendita. Se questo fosse il caso, ogni iniziativa sul tema potrebbe alterare equilibri faticosamente raggiunti, consolidati, mantenuti. Quali tra queste cinque ipotesi sono quelle valide? Si attende risposta magari con una seconda inserzione pubblicitaria.

LA LETTERA

Berlusconi, l’ora della verità LA CORTE COSTITUZIONALE non si è lasciata condizionare dagli argomenti di opportunità politica che avrebbero indotto l'imputato Silvio Berlusconi a chiedere il legittimo impedimento, stabilendo che un premier non può convocare a sua discrezione un consiglio dei ministri per sfuggire al corso della giustizia. Le ha tentate tutte questo signore, ma piano piano la verità si è fatta strada. Sono quindi pienamente valide le sentenze di primo grado e d'appello che condannano Silvio Berlusconi per frode fiscale e ne ordinano l'interdizione dai pubblici uffici. In verità si tratta di un uomo disonesto che ha truffato per decenni lo Stato Italiano per decine di milioni di euro! Naturalmente l'imputato e la sua parte politica insorgeranno anche contro la Cassazione se quest'ultima confermasse l'interdizione, ma la maggioranza degli italiani avrà pieno diritto di considerare Silvio Berlusconi un volgare truffatore e quindi un evasore fiscale. Quanto alla faccenda del ministro Idem, circa il mancato pagamento dell'Ici, su una casa palestra di proprietà, stanno facendo una grancassa. Se il ministro ha sbagliato, sarà trattato come tutti i normali cittadini di questo paese e pagherà la multa, com'è giusto che sia, ma chiederne le dimissioni per un peccato veniale e difendere a spada tratta un uomo che ha corrotto tutto ciò che poteva corrompere, macchiandosi di numerosi e gravi reati e di infinite nefandezze che qualunque paese civile avrebbe già condannato senza appello, mi sembra alquanto disonesto e inaccettabile. Guardano la pagliuzza e non si accorgono della trave che gli sbarra la vista! Da che pulpito viene la predica? Cordialmente Emanuele Ferrara

L’Etna icona del Mediterraneo MESSINA. A Phnom Penh, in Cambogia, hanno deciso di darci un secondo punto di vantaggio. Dopo le Isole Eolie (2000), ecco un nuovo premio: lʼiscrizione ufficiale nella World heritage list del “Mungibeddu”, in Sicilia la “Montagna” per antonomasia. Con decisione presa allʼunanimità, l'Etna è stato dichiarato Sito Patrimonio dell'Umanità durante la sessione del Comitato per il Patrimonio Mondiale. La proposta di candidatura è stata sostenuta dall'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. Lʼimportante organizzazione non governativa dichiara: «L'Etna è conosciuto in tutto il mondo per lo straordinario livello di attività vulcanica che lo distingue. Da febbraio di quest'anno ad oggi sono già state registrate 13 eruzioni. Un'attività che viene documentata da 2.700 anni e che fa dell'Etna il vulcano più studiato e monitorato del pianeta. Per la facilità di accesso e la diversità delle sue caratteristiche vulcaniche con crateri, coni di cenere, flussi di lava, caverne di lava e la depressione della Valle del Bove, l'Etna è una destinazione di primo piano per il turismo, per la ricerca e per scopi educativi». Ebbene, dei quattro siti naturali italiani, due sono in Sicilia. È questa una fantastica opportunità per le comunità locali, che attraverso lʼarte di Efesto – intento a forgiare manufatti per gli Dei nella fucina del vulcano – potranno sfruttare il propizio vento in poppa con lʼaiuto di Eolo che ha casa a Lipari. Fuori di metafora, ora occorre adoperarsi perché questo importante riconoscimento, che fa dellʼEtna una «icona del Mediterraneo», torni utile ad associare la tutela dellʼambiente con la valorizzazione del territorio, investendo in questo modo nello sviluppo sostenibile. Perciò si operi per mettere a frutto le eccellenti caratteristiche naturalistiche, ambientali, paesaggistiche e culturali presenti nel Parco dellʼEtna e nelle Isole Eolie. Potremo cominciare a scrivere una nuova pagina per il nostro territorio e come nelle favole concludere: così vissero tutti felici e contenti. [email protected]

di Anna Giordano

Grazie, Renato SAI QUAL Eʼ IL REGALO più bello, tra i tantissimi che ci hai fatto, Renato? Avermi ricordato cosa significhi credere in qualcosa, a dispetto di tutto e di tutti coloro che ti dicono che sei matto, chi te lo fa fare, ma lascia perdere e invece no, ci credi e combatti e tiri fuori tutta lʼenergia del mondo. Questo è il regalo più bello che mi hai fatto e credo a tutti noi, ma a me molto caro perché ho sempre creduto in ciò che faccio, ma avevo perso per strada la determinazione di un tempo, sepolta dalle non risposte alle lettere che mando agli enti per dire di non approvare un progetto che provocherà solo danni, e loro zitti e muti, proseguono imperterriti come se niente fosse, tanto i danni mica li pagano loro. Sepolta dal perseverare diabolico di amministrazioni chiuse nelle loro stanze, che per parlarci spesso diventava quasi un favore e non un tuo diritto, si,

perché come hai giustamente detto infinite volte anche tu, qui, i nostri diritti si sono trasformati da decenni, in favori da chiedere. Mi hai restituito quel senso di indignazione e di forza indicibile che prende chi ama ciò che fa, e che fa ciò in cui crede, patrimonio raro e dileggiato quando non osteggiato, apertamente o vigliaccamente che sia. Mi hai regalato lʼenergia che avevo perso, dietro alle parole inutili, alla illegalità dilagante che alla fine sfiacca anche il più tenace perché non puoi passare la vita a scrivere denunce su denunce e il resto del mondo continua indifferente il suo vivere distruttivo, senza neanche celarsi, belli, dritti in faccia e chi si è visto si è visto. Mi hai regalato la rabbia di un tempo che ti fa smuovere montagne, da tempo dimessa e sopita per stanchezza e resa di fronte allʼarroganza dilagante, dei silenzi e del dileggio, degli studi deliranti che accompagnano progetti devastanti e del fronte immenso

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contro il quale dovrei combattere ogni santo giorno, riposi e notti comprese. Mi hai ricordato che ognuno può fare la differenza e tu, sognatore concreto di mondi diversi, scopritore del bello che molti degli umani possiedono non visto o timidamente nascosto dietro cortine di ferro, instancabile combattente di battaglie di tutti e non di una o manco quella, hai regalato a tutti questa incredibile storia dʼamore. Per la città, per i cittadini, per la legalità, per la giustizia, per la libertà, per la dignità, per la democrazia, per i diritti, per lʼappartenenza, al territorio e al sogno di essere parte viva e non lesa. Non credo ci siano altre parole per dirti grazie, non basterebbe nulla perché è troppo immenso ciò che hai regalato a me -e a tutti coloro che credono in un mondo migliore e sognano di viverlo almeno in questa città da troppo tempo saccheggiata, oltraggiata, massacrata. Sarà dura, durissima, faranno di tutto per impedirti di fare ciò che devi, ma saprai tirare fuori anche qui, il bello dellʼumanità, per una città che è tornata ad amarsi. Grazie.

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ALFABETO MINIMO di Giovanni Merenda

ELIODORO

Se la vecchietta corteggia il bagnino B COME BRIATORE "Per Renzi mi iscriverei al PD." dichiara Briatore. Oddiooooooooooooooooooooooo! E come elezioni amministrative Facce scure nei quadri direttivi del PD nonostante abbiano vinto le amministrative. Anzi proprio per questo. Ma non lo hanno fatto apposta. E come ancora elezioni amministrative Grillo si dichiara contento di aver vinto le elezioni a Pomezia (che trasferisce dal Lazio agli Abruzzi e ad Assemini (che resta in Sardegna). Contento lui... G come Ginostra A Ginostra le rumurose ruspe sostituite da cinque baldanzosi asini che, rispetto alle ruspe, hanno una marcia in più: sono silenziosi e sono anche una mascotte dell'isola, beniamini dei bambini e adorati da tutti gli abitanti. Meno male, la notizia mi fa piacere. Non vado da tanto a Ginostra troppe salite per la mia età, ma una volta, a partire dal 1967 ci passava tutti i mesi estivi. G come giornalisti I grillini hanno finalmente trovato il nemico da combattere, la vera piaga dell'Italia, i giornalisti. La nobildonna onorevole Lombardi con il suo solito raffinato eloquio grida: "Chi parla con i giornalisti è una merda!" E naturalmente se la prendono con quelli più a sinistra, o meglio dire più equolibrati, Floris, la Gabanelli. Quelli come Vespa e Sallusti vanno già meglio. Questo anche a livello locale. Durante le amministrative a Messina un giornale online TempoStretto lascia la sede dei 5 Stelle perché o grilllini si chiudono in un improvviso silenzio stampa nei confronti della redazione definita " non gradita" in relazione ad alcuni articoli apparsi sul giornale definiti "contro".

I come ingiusto Credeva di battersi per il bene Deric Lostutter, conosciuto anche con il nome di KYAnonymous. Così quando ha visto le foto di una 15enne stuprata e umiliata da un team di football su Instagram, Twitter e Facebook, non ha esitato. Ha violato il sito ufficiale della squadra e denunciato tutto, Per loro un'unica possibilità di salvezza: scusarsi con la vittima. "Hanno cercato di far passare la notizia in sordina e proteggere i giocatori, ma ora avete gli occhi puntati addosso", ha tuonato l'uomo elencando i nomi dei ragazzi. Ora rischia una pena 5 volte maggiore di quella degli stupratori. L come Letta Letta preoccupato perché, assai

Enrico Letta timidamente per la verità, Bersani ed Epifani alludono alla possibilità nel futuro di una nuova maggioranza con Sel e grillini dissidenti. Ma scherziamo! Vorrebbe dire collocare il Pd a sinistra. Non sia mai! Se nascesse un governo simile, ma non nascerà,

potrebbe magari fare anche qualcosa di sinistra. Diciamoci la verità, il Pd ha vinto le amministrative ma i suoi dirigenti non si meritano gli elettori che hanno. P come proposte di legge I grillini sono il gruppo che in relazione al numero ha presentato meno proposte di legge in Parlamento. Dobbiamo capirli sono troppo impegnati a reprimere la libertà di espressione nelle loro file. Comunque hanno avviato una colletta online per comprare legna da ardere. Il prossimo dissidente lo bruciano su un rogo non più virtuale. R come ravvidimento operoso Ravvidimento operoso, orribile nome per una proposta indecente sull'abusivismo edilizio in Campania. L'ha fatta come al solito il Pdl che con questa sua simpatia per quelli che hanno operato lo scempio ha racimolato tanti voti in Campania alle politiche? No. In Campania, anche il Movimento cinque stelle deve fare i conti con la realpolitik. Non lo chiamano condono, ma il testo del disegno di legge, su "rivalutazione del patrimonio immobiliare esistente" è inequivocabile: "Riabilitazione degli edifici realizzati entro il 30 settembre 2004 con sospensione dei procedimenti amministrativi e giurisdizionali anche nelle aree soggette a vincolo paesistico". Cioè stop alle poche demolizioni finora programmate. S come stalking Denunciata per stalking nei confronti di un bagnino di 25 anni, sulla riviera ligure, una vecchietta di 78 anni. Prima gli sguardi, poi le carezze, infine i bigliettini con inviti ad incontrarsi infilati sotto il tergicristallo dell'auto. "Così sono distratto dal controllo in mare dei bagnanti." ha dichiarato il bagnino che l'ha denunciata.

ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Animali esotici, una moda che fa vittime MESSINA. L'Italia ha sempre bene accolto le bellezze esotiche, femminili e maschili: sono tanti gli stranieri che conoscono il successo nella televisione italiana. Altre bellezze d'oltre confine di gran moda sono gli animali esotici, che però non hanno nulla da guadagnare dalla passione degli italiani nei loro confronti, diventando vittime di un'importazione scriteriata. Il commercio e il collezionismo hanno condotto in Italia un numero di esemplari in costante crescita. Peccato che spesso appartengano a specie protette e la loro fine non sia esattamente un trionfo. Per tali animali, non sempre facilissimi da gestire, il rischio di abbandono è alto e si sono appunto moltiplicati nel corso degli anni i casi di ritrovamento di queste creature nei posti più inattesi, dopo essere stati scaricati da qualche appassionato non

28 GIUGNO 2013

poi così appassionato. Commerci legali ed illegali, lunghi viaggi, clandestini e non, da un continente all'altro, ma in questi giorni è stato fatto un importante progresso, con l'accordo tra il Corpo Forestale dello Stato e i portali Ebay e Subito.it per frenare il traffico di animali esotici sul web. Controlli più rigorosi sugli animali appartenenti a specie protette, ma è solo il primo passo di un piano di più ampio respiro. Pure cani e gatti si ritrovano non raramente al centro di giri di affari illegali, che si celano dietro parecchi degli annunci pubblicati in rete. Anche nel loro caso andrebbero attuate misure restrittive volte a disciplinare un settore troppo spesso privo di controlli e freni. Andrebbe in realtà boicottata la vendita, tramite internet e canali commerciali tradizionali, di qualsiasi specie animale, perché non è ammissibile che gli esseri viventi possano essere ridotti a merci di scambio.

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La movida, nel sangue CATANIA - La movida catanese iniziò circa vent'anni fa, durante una sindacatura di Enzo Bianco. Il centro storico allora era deserto, c'era una sorta di coprifuoco dopo le 20. Si aprirono i primi pub, poi ci fu quasi una proliferazione incontrollata, tanti erano formalmente associazioni culturali. In questi decenni la movida si è estesa, ma uno dei punti

focali è la piazza davanti al Teatro Massimo, luogo presidiato da bande di spacciatori e scippatori, da vandali e extracomunitari. L'altra sera la solita rissa, un accoltellato in modo grave. I commercianti invocano più controlli: le telecamere non bastano. Nei primi cento giorni del Bianco-quater, il neo sindaco dovrà affrontare anche questo problema.

150 PAROLE DA PALERMO

Saluti e baci PER I PALERMITANI che passano in via Crispi, di fronte al carcere dellʼUcciardone, la scena è piuttosto consueta: un grappolo di donne, attorniato da due o tre bambini, cerca di comunicare con un detenuto con ampi gesti e con frasi urlate perché il congiunto possa udire qualcosa. Mentre i piccolini, tenuti in braccio perché possano essere intravisti un poʼ meglio, lanciano baci con le manine. Il tutto tra lo sguardo indifferente delle guardie che sorvegliano i cortili esterni della prigione. Certo, lʼuomo che i parenti salutano è in carcere per un qualche reato: magari spaccio di droga, rapina a mano armata o affiliazione a Cosa nostra. Però, per quel quadretto di donne, lʼuomo è solo un marito, un fratello, un figlio, un papà segregato. Allora si prova una pena infinita per queste creature tanto disperse. Vorresti che il bimbo piccino, quel suo papà dietro le sbarre, potesse presto abbracciarlo davvero. Maria DʼAsaro

ANTIBUDDACI di Dino Calderone

Accorinti non fare il grillino MESSINA. Anche chi non ha votato Renato Accorinti, perchè convinto che le sue grandi qualità ideali e morali non possono compensare in alcun modo le scarse capacità amministrative, deve riconoscere che si è aperta una nuova fase per la città. Accorinti ha vinto grazie a una forte spinta dal basso che vuole imprimere una svolta radicale alla politica locale, ma quanto durerà questo slancio e, soprattutto, quanti messinesi sono disponibili a condividere il desiderio di cambiamento che si è innescato? Sarebbe illusorio immaginare che con questa vittoria “la città è cambiata”, come si sente ripetere spesso in questi giorni. Lo stesso errore fu commesso da gran parte della giunta Providenti, circa 20 anni fa, in condizioni simili a questa: divisione nel centrodestra, forte astensionismo, consiglio comunale contro. Renato e i suoi assessori capiranno presto che i tempi per la soluzione dei problemi non coincidono quasi mai con la maturazione del senso civico cittadino. E poi, di fronte ai problemi, che significa: “siamo tutti sindaci”? E' questo il punto debole della democrazia di Renato, l'unico che lo fa somigliare ai grillini. No, caro Renato, con il tuo grande senso di responsabilità comprenderai che quando si viene eletti a una carica pubblica si rappresenta qualcuno. Tu adesso non sei più un semplice cittadino e devi rispondere da sindaco di ciò che farai e non farai. Non dire più “ sugnu u cchiu scarsu i tutti”. La partecipazione dei cittadini è un aspetto essenziale della democrazia, ma non innesca processi decisionali che appartengono alla sfera della responsabilità personale. In bocca al lupo a te e a tutti gli assessori. [email protected]

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