2013-aviaria e uccelli da gabbia

March 20, 2018 | Author: Anonymous | Category: Scienza, Medicina, Infectious Disease
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AVIARIA: PER COMBATTERLA DEVI CONOSCERLA Le nostre organizzazioni sono perfettamente consapevoli delle serie difficoltà che in questo momento istituzioni ed organizzazioni devono affrontare come conseguenza dei focolai di influenza aviaria individuati nella Regione Emilia Romagna. Sono consapevoli anche dei pericoli che una tal situazione, affrontata in modo leggero e titubante, potrebbe far sorgere. Ma sono consapevoli anche che soluzioni non equilibrate producono effetti collaterali anche molto gravi, a volte irreparabili. Ad evitare questo, riteniamo necessario fare emergere elementi importanti volti a differenziare – nella classe AVES- gli ordini cui appartengono gli uccelli oggetto degli interessi dei nostri associati (passeriformi, psittaciformi) da altri ordini (Galliformi, anseriformi…), convinti come siamo che- anche alla luce delle conoscenze scientifiche attuali- non siano tutti catalogabili come “sensibili” al virus dell’influenza aviare. Intendiamo per allevatori FOI gli allevatori amatoriali sportivi che detengono collezioni di uccelli da gabbia, da voliera (psittaciformi) e da canto, allevati secondo i criteri di seguito ricordati. 1- Si occupano di “animali da compagnia”, così come richiamato dall’accordo Stato-Regioni del 6 febbraio 2003. Nessuno dei soggetti generati dai nostri allevamenti ha destinazione alimentare o produttiva. 2- Tutte le Associazioni d’allevatori sono composte di volontari e le loro finalità sono no-profit. La federazione è F.O.I.-ONLUS. 3- Tutti gli allevamenti F.O.I. sono registrati in un albo nazionale, aperto e pubblico, che riporta le generalità dell’allevatore e l’ubicazione dell’allevamento. 4- Ogni allevatore viene identificato, assieme al suo microallevamento, da un codice personale che lo accompagnerà per tutta la vita: RNA, Registro Nazionale Allevatori. 5- Ogni uccello prodotto da un allevatore F.O.I. è identificato da un codice individuale (RNA, anno, numero progressivo), riportato su un anello inamovibile. Dunque, ogni uccello nato in un allevamento F.O.I. è un’individualità sempre rintracciabile. Dal punto di vista della identificazione facile ed univoca di allevamento, allevatore ed uccello nonché della rintracciabilità di ogni singolo uccello, l’attuale organizzazione F.O.I. fornisce risposte soddisfacenti. 6- Gli allevamenti F.O.I. sono collocati in locali ad uso civile, quindi al chiuso, senza possibilità di contatto con animali selvatici. 7- L’acqua di abbeverata è sempre ottenuta da acquedotti urbani: quindi sono esclusi i pericoli derivanti dalle acque libere superficiali. 8- Il cibo è sempre contenuto in opportuni contenitori all’interno degli edifici e delle gabbie: è da escludere pertanto la condivisione con uccelli selvatici ed il rischio di contagio per questa via. 9- Gli allevamenti sono isolati gli uni rispetto gli altri e rispetto l’esterno. Infatti, a differenza degli allevamenti di pollame, non ci sono mezzi di servizio che collegano i vari allevamenti e ciascuno di questi e l’azienda di servizio (mangimi, prodotti complementari, macello, lavorazione uova…).Anche questo contatto, che rappresenta uno dei principali fattori di rischio negli allevamenti della filiera alimentare, è inesistente in quelli F.O.I..

10- La maggior parte dei nostri allevamenti ha, oggi, una buona attenzione sanitaria da parte di personale specializzato per le normali profilassi: non è mai stata rilevata la presenza di virus influenzali all’interno degli allevamenti amatoriali sportivi FOI. 11- Dal 2005 le principali Esposizioni F.O.I. sono state monitorate da un punto di vista sanitario. Su un totale di circa 150.000 uccelli esposti, ben 32.000 sono stati sottoposti ogni anno ad uno screening accurato. Non è stata rilevata la presenza dei virus dell’influenza aviare 12-A tutte le Esposizioni nazionali ed internazionali organizzate da F.O.I. e dalle associate, la partecipazione è rigorosamente riservata ai soli soggetti dotati di anellino FOI individuale ed inamovibile, a garanzia che gli stessi non sono di cattura né di provenienza illegale né dall’ambiente naturale ma provengono dalla filiera descritta. 13-La struttura di allevamenti F.O.I. rappresenta una filiera controllata con rigore:scambia direttamente fra associati i riproduttori necessari o li acquista da organizzazioni commerciali specializzate e dotate di strutture e procedure di quarantena sanitaria.

Sulla base di quanto esposto, riteniamo che già oggi gli allevatori F.O.I. stiano fornendo efficaci risposte alle cautele necessarie per fronteggiare il pericolo aviaria: gli allevamenti sono tutti registrati nell’albo nazionale FOI, i soggetti rintracciabili, il contatto con gli uccelli selvatici ridotto a zero, i contatti a rischio contagio tra gli allevamenti esclusi, c’è un presidio sanitario nei nostri micro allevamenti adeguato al reale livello di rischio, c’è un controllo sanitario ampio ed efficace nelle Esposizioni. Il mondo FOI è, nei fatti e da tempo, dotato delle migliori condizioni tecniche ed organizzative, che ne fanno un’area di bassissimo rischio rispetto il tema influenza aviaria . D’altra parte, la storia ci mostra che le ricorrenti epidemie di influenza tradizionale non hanno mai coinvolto i nostri allevamenti: anche di questa esperienza è opportuno tener conto. Così come è noto a tutti che le istituzioni sanitarie italiane e comunitarie non hanno mai promosso ricerche specifiche sugli uccelli da gabbia, come invece fanno da anni per il pollame ed altre specie ritenute sensibili. Forse sono consapevoli del bassissimo rischio sanitario (rischio residuale) Pur comprendendo che attualmente trattasi di influenza ad alta patogenicita', un caso in Romagna di influenza aviaria a bassa patogenicità ha coinvolto qualche anno fa un commerciante di animali ornamentali, pollame, anatidi e uccelli. Non ci risultano riscontri di positività su questi uccelli seppur praticamente conviventi. Un caso analogo in Emilia, presso un commerciante che deteneva sia pollame e anatidi che uccelli da gabbia e voliera, ed un altro in Veneto( tre volte !): mai individuato il virus negli uccelli da gabbia e voliera. Infine: non c’è notizia di passeriformi morti rinvenuti in prossimità dei focolai di aviaria. Anche questi fatti hanno un loro significato.

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