Corso di Antrpologia ed escatologia I parte 2006

March 20, 2018 | Author: Anonymous | Category: Scienze sociali, Antropologia
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ESCATOLOGIA I. Escatologia: categorie previe,concetto,questioni epistemologiche. II.La parusia: fondamenti biblici, chiesa, riflessione teologica. Il purificazione, il fallimento definitivo.

la fede della giudizio, la

III. La risurrezione : fondamenti biblici,la tradizione. La questione dell’identità dei corpi risorti.

IV. La vita eterna : fondamenti biblici e della tradizione. L’eternità, la beatitudine, il paradiso. Cieli nuovi e terre nuove.

V.La morte : apporto antropologico, fondamenti biblici e dottrinali, evoluzione della problematica.Il purgatorio.

Schema I

IL NOSTRO CAMMINO DAL CREDO: ...e di nuovo verrà a giudicare i vivi e i morti... ...aspetto la risurrezione dei morti ...e la vita del mondo che verrà PARUSIA COME EVENTO....

CRISTOLOGICO

PARUSIA

ANTROPOLOGICO VITA ETERNA

RISURREZIONE COSMOLOGICO

I N T R O D U ZI O N E Il termine escatologia deriva da:  

= realtà finali, ultime (trad.della volgata novissima)

= discorso

indica lo studio razionale e critico (con un suo oggetto metodo statuto epistemologico linguaggio)

finali non solo come ciò che arriva al la fine ma ciò che è il fine ( )

Il suo ambito specifico é il futuro Il suo atteggiamento è la speranza

. J.Moltmann

Il termine escatologia, utilizzata per designare la tematica delle realtà finali è recente: nel 1686 A.CALOV nella sua opera Systema locorum theologicorum intitolò Eschatologia sacra il volume decimosecondo dell a sua opera Sistema locorum theologicorum, dove si parlava dei temi della morte , risurrezione, giudizio, compimento finale; entra invece nell’uso corrente grazie a F.D.SCHLEIERMACHER all’inizio del 1800.

I. ELE MEN TI I NTR O D UTT IVI F ON DA M ENT ALI

I.1. QUANDO IL TEMPO DIVENNE STORIA L'uomo, essere corporale e mondano, che occupa cioè uno ‘spazio’ definito, appartiene inesorabilmente al tempo. Egli è nel suo corpo e vive necessariamente

nel tempo.

Che cosa è il tempo? Tutti crediamo di conoscere la risposta talmente il tempo fa parte di noi, ma appena proviamo a riflettere ci accorgiamo che

è quanto di più

sfuggente e misterioso si possa immaginare. Agostino a tale domanda rispondeva:>. 2 L’esperienza rituale ha lo scopo di attuare il passaggio dal caos all’ordine, dal tempo profano

Agostino, Le confessioni, XI, 14 e 18, Bologna, Zanichelli, 1968, pp. 759 .

1

2

RUIZ DE LA PENA,L'altra dimensione, Roma 1988, 46.

al te mpo

sacro. Come il ciclo non ha mai fine, così è l'esistenza umana, s ia individuale che collettiva. L'uomo è un essere senza 'destino', sprovvisto di una teleologia. Il radicale cambiamento di tale visione si ha con la prima religione monoteistica : Israel e professa la fede in un Dio che è causa e creatore del mondo. Gen 1,1-2,4. In principio Dio creò il cielo e la terra. Tale

professione

di

fede

rompe

il

cerchio

del

tempo

a -storico,

eternamente ricorrente e postula un inizio, un principio. Il tempo è creato con il mondo e, da questo punto iniziale, si sviluppa unilateralmente in avanti. Il racconto non individua un inizio compiuto: la perfezione sta alla fine dell'attività creatrice, nel settimo giorno quando Dio cessa da ogni suo lavoro. L'archè è funzione di un telos; la protologia si orienta verso l'escatologia. Che cosa Israele ha più degli altri popoli per portare questo cambiamento? Non ha intuito Dio nei fenomeni cosmici, né in una natura ierofantica, ma ha fatto esperienza di Yahvè, lo ha incontrato nelle vicende del suo divenire popolo. Ha fatto del suo rapporto con Yah vè non una religione di epifania ma una religione di promessa; l e teofanie

non sono sanzioni di

un luogo o di un tempo cui tornare, ma ratifica di una parola che rimanda al futuro.

.3 Sono in discussione due libertà: quella di Yahvè e quella dell’uomo, o meglio ancora due libertà dialogiche. E cosa è la storia se non il rendiconto di libere esperienze relazionali?

3

Id, p.47.

1.2.Le dimensioni del tempo Il tempo si articola in PASSATO,

PRESENTE e FUTURO

Le tre dimensioni si intrecciano tra di loro in un modo inscindibile. a) Il passato non viene annullato dal presente ma assunto da esso b) Il presente è il tempo in cui l’uomo vive. . 4 Esso è il condensatore del passato e contemporaneamente il luogo dove si fa ricerca del possibile futuro. c) Di conseguenza il futuro non risulta solo ciò che non è bensì la meta cui tutta la vita dell’uomo tende. Esso è lo sviluppo e la realizzazione del reale

1.3.Tempo pensato e tempo vissuto Infine è importante citare anche la divisione bergsoniana tra tempo pensato e tempo vissuto. a)TEMPO PENSATO E’ il tempo delle scienze esatte. E’ un fluire continuo di istanti, identici tra di loro, che vanno dal passato al presente verso il futuro senza alcuna distinzione tra di loro. E’ quindi una grandezza matematica, puntuale un punctum mathematicum inesteso. b)TEMPO VISSUTO E’ il tempo specifico dell’uomo. Infatti ogni istante che l’uomo vive non è mai uguale ad un altro;essi >.5

Loco citato

Il tempo umano è relazionale. Si gnifica che è ‘il luogo’ dove l’uomo vive e costruisce la sua personaità6 conoscendo se stesso, gli altri, l’Altro. Di conseguenza il futuro non è allora solo

ciò che non è ma è la meta

cui tutta la vita dell’uomo tende. Esso è lo sviluppo e la real izzazione del reale. Occorre a questo punto fare alcune considerazioni: 1) Il futuro, per essere autenticamente umano deve essere un elemento di continuità: deve essere il mio futuro, legato alla mia storia; 2) esso però deve contemporaneamente cont enere un elemento di novità (il più di cui parlavamo prima) altrimenti ritorneremmo alla concezione ciclica del tempo. la Gerusalemme del cielo che s c e n d e s u l l a f a t i c a u m a n a > > . 8P e r n o i c r i s t i a n i s i t r a d u c e c o n l e p a r o l e d i Paolo. 4) Ultimo: è il fine , la realizzazione piena e completa della persona. Per capire meglio la differenza tra i due tipi di futuro possiamo utilizzare due personaggi:Ulisse ed Abramo. Ulisse sa c he la sua meta è la sua isola

8

G.GOZZELINO, Nell’attesa della beata speranza, , Bologna 1993,p.12; anche

D.WIEDERKEHR, Prospettive dell’escatologia, Brescia 1978,p.66.

Itaca, da cui è partito e che lo attende e che riconquisterà, là c’è la sua casa e il suo cane Argo; Abramo invece parte solo in nome di una promessa, ma che è una promessa divina, ha fede che ciò che lo attende è al di sopra di ogni sua aspettativa e di ogni sua possibilità.

2.1.Speranza:attesa cristiana del futuro Se il futuro vero, ardito e plenificante per l’uomo è vivere rivolto nell’attesa del completamento della promessa fatta da Dio, il modo di vivere questo tempo è la SPERANZA. Occorre fare una distinzione tra ATTESA e SPERANZA. 1)L’attesa è riferita ad obiettivi raggiungibili, ben definiti; 2) la speranza rimanda ad un bene arduo , è un qualcosa che sfugge al controllo di chi lo attende; la sua perdita è di-sperazione. La speranza allora è porre la propria vita, nella piena libertà, sotto la tutela del disegno salvifico di Dio ( cfrSal90). L’evento fondante in cui Israele fa esperienza del Dio della Salvezza è L’ESODO. . 9 Yahvè è il Dio della promessa che, intervenendo nel presente, rimanda ad un futuro che è umanamente impossibile e che, grazie alla sua Parola, diventa

una

possibile

realtà.

. 10 L’AT vive la speranza in un futuro nell’al di qua della storia (la morte costituiva ancora uno dei più grossi enigmi ). Nel NT l’essenziale apertura della fede verso il futuro assume risonanze totalmente

nuove

e

più

ampie.

Il

centro

è

naturalmente

il

Cristo.

Specialmente il suo passaggio nella morte dell’uomo. La sua morte è stata vissuta,

dai

suoi

contemporanei,

come

la

morte

di

qualsiasi

altro

uomo . 11E ’ c o s ì c h e G e s ù è a p p a r s o a i discepoli. Eppure,

entrando

nella

morte

dell’uomo,

dove

la

lontananza,

la

solitudine appare somma, Gesù ha rovesciato la situazione: là dove il tempo è finito, esso si ritrov a inglobato, immerso nell’eternità così come un fiume sfocia naturalmente nel suo bacino arricchendo quest’ultimo di novità. . 12

I.3.CONCETTO DI ESCATOLOGIA Se ci sono chiare le categorie fondamentali, possiamo ora tentare di definire un concetto di escatologia:

10

MOLTMANN,Teologia della Speranza,

11

Ibid. p.215-216.

12

BORDONI-CIOLA, op.cit., p.18.

Brescia, pp.13.

l’escatologia è la riflessione credente sul futuro della promessa atteso dalla speranza cristiana.

3.1 Escatologia e escatologie Il

discorso

escatologico

non

è

esclusivo

del

cristianesimo;

tutte

le

religioni hanno approfondito, nel corso della loro storia, questo aspetto. Vogliamo qui brevemente individuare gli elementi comuni e le differenze.

Elementi comuni 1.

Sia il cristianesimo che le altre religioni hanno viva coscienza del bisogno di salvezza dell’uomo .

2. In tutte le religioni c’è la convinzione che la vita ultraterrena, sarà caratterizzata dal superamento del l’estraneazione dell’uomo da Dio, in una maniera che si attua . 13

Elementi di differenza 1.

Le altre religioni concepiscono il mondo prevalentemente in chiave negativa,

come

illusione;

salvezza

significa,

per

l’uomo,

liberazione da questo mondo; il cristianesimo interpreta il mondo in chiave fondamentalmente positiva, come opera di Dio, quindi buona, di conseguenza ci si salva in e con questo mondo.

13

H.KUNG, Vita eterna? Milano 1983, p.76.

2.

Le religioni orientali intendono lo stato finale dell’uomo in modo impersonale, come un non essere; il cristianesimo lo interpreta in modo

3.

Le

religioni

orientali

credono

nella

reincarnazione,

cioè

nel

succedersi di nuove vite terrene attraverso le quali l’uomo può purificarsi e perfezionarsi: il cristianesimo sottolinea l’un icità della persona e l’inscindibilità di anima e corpo che, insieme, grazie a Cristo, vengono redenti. 4.

Il futuro assoluto, per le altre religioni, consiste in un qualcosa che; il cristianesimo lo individua in qualcuno.

5.

Per le religioni orientali, i l futuro assoluto è una dimensione che verrà,

totalmente

separata

dalla

storia

di

ognuno

di

noi;

il

cristianesimo proclama il paradosso del già e non ancora. Un futuro che è già presente nella nostra vita.

I.4. QUESTIONI EPISTEMOLOGICHE 4.1. Posizione all’interno della teologia: le fonti L’escatologia è anzitutto

teologia. Ciò comporta

che le sue fonti

principali sono quelle proprie del ‘ discorso su Dio’: Scrittura, Tradizione e Magistero. Ma l’escatologia è in particolare teologia delle cose ultime; essa dunque deve essere posta all’interno di quella vasta panoramica in cui si è selezionata

la

teologia

dommatica

moderna.

Tale

settorialità,

naturalmente, è valida, in un ottica di una ‘diaconia teologica’ più

fruttuosa e completa possibile.Le m olteplici discipline, pur trattando nella loro

riflessione,

oggetti

diversi,

fondamentale oggetto di ricerca,

hanno

comunque

come

unico

e

la Rivelazione di Dio, tramite la storia

della salvezza, che ha come suo vertice Gesù il Cristo. Chiarito questo punto essenziale, diciamo che la nostra disciplina è posta all’interno di un’ellisse che ha come suoi fulcri da una parte la cristologia, dall’altra l’antropologia che sono, in ultima analisi, le sue fonti specifiche.

CRISTOLOGIA

ESCATOLOGIA

ANTROPOLOGIA

a)ESCATOLOGIA E CRISTOLOGIA Il rapporto tra cristologia ed escatologia non è soltanto un legame tra due discipline teologiche, ma . 14 La stretta correlazione può essere sintetizzata in affermazioni: 1. La cristologia deve evolversi escatologicamente; 2. La cristologia deve costituire il fondamento della e scatologia cristiana e la sua costante norma.

14

BORDONI-CIOLA, op.cit.,p.41.

1.L’Incarnazione

è l’EVENTO fondante per la vita dell’uomo.Proprio

perché è un evento, non è qualcosa di statico, avvenuto duemila anni fa e ormai passato, ma è dinamico, nel senso che è iniziato con la v enuta storica e continua con i suoi effetti tutti i giorni della vita umana, ed è proteso verso un tempo ultimo.

E’ una realtà, cioè, in rapporto ad una

visione storica del mondo e della presenza operante di Dio nel mondo, diretta verso la manifestazione finale di dio che concluderà la storia. allora possiamo affermare che l’escatologia è il luogo in cui

si colloca

l’evento cristologico. 2. Contemporaneamente la cristologia è il luo go di novità della escatologia Anzitutto perché l’Incarnazione costitu isce l’anticipazione del futuro: Se l’essenza della vita eterna è, in pratica vivere al cospetto di Dio, ciò già si verifica nella sua venuta nella carne, anche se questa venuta non esaurisce l’attesa finale del totale rinnovamento dell’uomo e del mondo. Inoltre l’evento pasquale è la norma costante dell’escatologia.

Per

evento pasquale intendiamo la sintesi tra croce e gloria. Ora una visione escatologica del mondo deve passare anzitutto sotto il segno della croce, per evidenziare tutti i suoi limiti , tra cui c’è il pungiglione della morte; ma tale visione passa poi, attraverso l’assunzione dei limiti, verso una gloria finale...

b)ESCATOLOGIA ED ANTROPOLOGIA L’Escatologia è stata sempre direttamente coll egata all’antropologia. La tradizione

dogmatica

testimonia

che

le

varie

concezioni

dell’uomo

(teniamo presente che per dare una definizione di uomo, interferiscono varie discipline:filosofia, storia, teologia...) hanno sempre influito sul

dato escatologico, spesso apportando anche una certa riduzio ne del dato cristiano.

Per

avere

dualistica

della

un

lettura

esempio della

basta

realtà

pensare

che

ha

all’eccessiva

suscitato

una

tensione serie

di

problematiche: a) Eccessivo estrinsecismo tra naturale/soprannaturale b) ‘ c)

separazione tra indiv iduo/realtà ‘



tra corpo/anima

4.2. Metodo e difficoltà Circa il metodo occorre fare una importante precisazione: . 15 P a r l a r e d i ‘ciò che sarà’ oltrepassa tutte le possibilità del mondo e quindi anche della nostra facoltà di rappresentazione. Evidentemente è proprio per questo che emergono tante difficoltà nell’accettare o solo

nel trovare il

linguaggio adatto per poter discutere di queste cose. La

regola

metodologica

che

occorre

tenere

presente

è

quella

che

K.Rahner chiama ‘processo di smitologizzazione. La conoscenza umana è sempre bipolare: concettuale e visiva. Siamo in grado di pensare solo attraverso una rappresentazione, ma possiamo anche pensare co se che accadono fuori dalla nostra rappresentazione utilizzando altre entità in aiuto. . 16C o m p i t o d e l teologo e del credente è quello di sottoporre . 17 Forme di linguaggio E’ importante notare la distinzione tra d ue particolari tipi di linguaggio: quello profetico e quello apocalittico. Nel linguaggio profetico si narra partendo dal basso, dal presente verso il futuro, facendo leva sulla continuità dell’adesso con dopo, . 18 Il linguaggio apocalittico parte invece dall’alto, procede dal futuro al presente , e mette in evidenza la discontinuità dell’aldiquà con l’aldilà, proclamando l’iniziativa decisiva del mistero divino .

16

K.RAHNER,La risurrezione della carne, in ID.,Saggi di antropologia

Soprannaturale, Roma 1965, pp.443-465,qui 452. 17

18

Ibidem, p.453. G.GOZELLINO, op. cit., p.31.

Schema II I. N O ZI O NI I N TR O DUT TI V E F ON D AM E NT ALI I. Ch e co sa è l ’ esca to lo g ia 2 .Le ca t eg o r ie p rev ie :

a ) Fu tu r o

che cosa è il tempo?

-quando il tempo divenne storia tempo ciclico/tempo lineare passato/presente/futuro tempo pensato e tempo vissut o

-futuro intramondano e futuro assoluto

b ) Sp e r a n za: att es a c ris tian a d el f u tu r o

3 .Co nc e tto di Esca to lo g ia 4 . Qu es tio ni e p ist e mo lo g i ch e a)f o n t i

(an t ro p o lo g ia e cr ist o lo g ia )

b ) me to d o e d if f ico lt à

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